16.

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La porta si apre e vedo così Marianna entrare, cominciando a sospirare irritata. «Vuoi parlarne?» le chiedo, rivolgendogli così uno sguardo, aspettando che racconti.

Marianna's Flashback:
Camminiamo per le strade illuminate della città, arrivando finalmente al ristorante. «È questo il ristorante.» esordisce Namjoon con un sorriso, invitandomi dentro e subito ci accomodiamo al nostro tavolo riservato.

«Sono contento che sei venuta ugualmente.» ammette sottovoce con il sorriso di un bambino, poi diventa subito serio, aggiungendo «Non volevo che tu e San litigaste».

Gli faccio cenno di non preoccuparsi, prendo un leggero sospiro e gli faccio sapere «Ormai è finita tra me e San.» mi guarda subito sgranando gli occhi, poi gli faccio cenno di non preoccuparsi.

«Mi dispiace sentire che le cose siano arrivate a questo punto. Posso chiederti cos'è successo?» mi chiede poco dopo e così rispondo senza nessun problema. «Ha sbagliato e gli ho dato una possibilità già la prima volta, ma alla seconda è finita.» replico, totalmente neutrale.

«È colpa mia?» aggiunge, intuendo già l'intera situazione, ma lo vedo dispiaciuto. Mi avvicino per tenergli la mano, lo guardo negli occhi «Non ti preoccupare Namjoon, si vede che doveva succedere».

Guardo fuori dalla finestra e poi rincontro lo sguardo di Namjoon. «Penso che sia tempo di guardare avanti. Voglio concentrarmi su me stessa, capire cosa realmente desidero e cosa mi rende felice.» termino, guardando il suo sorriso leggero.

Iniziamo così a mangiare e la serata assume un altro tipo di atmosfera, cominciamo a ridere e chiacchierare. La serata così continua con una cena tranquilla, tra una chiacchiera e l'altra.

La tensione nell'aria diventa palpabile, una volta che il mio sguardo incontra quello di San, quando arriva il momento del ritorno a casa.

«Marianna, cos'è tutto questo?» mi chiede, rivolgendo lo sguardo tra me e Namjoon, alternandolo.

Prendo un respiro profondo e replico «San, la nostra storia è finita. Hai gettato anche l'ultima possibilità che ti ho dato, non voglio dartene un'altra.» mi tengo così vicina a Namjoon, riuscendo a vedere gli occhi di San che si riempiono di lacrime e amarezza.

«Subito mi rimpiazzi con lui?» continua a parlare, rivolgendo uno sguardo carico d'odio verso il ragazzo al mio fianco. «San, basta così. Namjoon è soltanto un amico e ora voglio solo lavorare su me stessa.» afferro la mano del moro e decidiamo di andare via.

Sento la mano di San che mi afferra il braccio, ma Namjoon mi si para davanti. «Non toccarla! Basta così, ha detto che è finita.» il tono è completamente ruvido, aggrottando le sopracciglia, rivolgendo lo sguardo in quello di San.

«Sai che sei tu il problema?» chiede in risposta, volendo subito discutere ma tiro il moro verso di me, evitandogli una discussione inutile.

[...]

Ci mettiamo comodi sul divanetto di casa sua, prende così una bottiglia di qualche alcolico e gli faccio «Cosa festeggiamo?» poggiando la bottiglia sul tavolino.

«Magari possiamo festeggiare un nuovo inizio? Possiamo festeggiare anche il fatto che ci sbarazzaremo del nuovo preside e vicepreside.» subito trova una causa per poter festeggiare, poi subito la apre, versandone nei bicchieri e passandomene uno.

Cominciamo a bere e l'atmosfera diventa più leggera e cominciamo a ridere, quasi senza motivo, ridendo anche del passato e magari di momenti che erano pieni di amarezza.

Posso sentire le guance diventare subito più rosse e calde, mi avvicino a lui, poggiando la mano sulla sua guancia. «Marianna, sei sicura che sia ciò che vuoi?» mi chiede, deglutendo nervosamente a quella breve distanza.

«Non sono mai stata così sicura...» replico ma subito mi interrompe, emettendo un leggero sospiro, esordiendo «Non voglio che poi potresti pentirtene.» mi avvicino ancora un po' e scuoto la testa.

«Non me ne sono mai pentita. Nemmeno la prima volta, avevo solo paura di ferirti.» approfitto del momento di sobrietà e mi getto in avanti in un breve bacio, poi mi scosto leggermente, lasciando a lui la scelta finale.

Ci guardiamo completamente negli occhi e il suo respiro si scontra contro le mie labbra, così poggia la mano al lato del mio collo, avvicinandomi e continuando il bacio.

Mi lascia sistemare a cavalcioni su di lui, intensificando il bacio, mentre le mani viaggiano tre le mie curve. «Namjoon... so cosa voglio.» esordisco subito dopo e attiro la sua attenzione, finalmente concludo «Voglio te».

[...]

Lo sento scendere dal collo, andando così ad incontrare il mio seno. Inarco leggermente la testa nel sentire le sue mani e le sue labbra per il mio corpo.

«Rendimi tua, Nam... ti prego.» gli sussurro delicatamente all'orecchio, ricevendo subito un leggero ringhio in risposta.

Posso sentire la sua erezione entrarmi dentro, cominciando così a dettare un ritmo irregolare, sperimentando con tecniche diverse.

Iniziamo a gemere insieme e fanno presto a riempire la stanza, rendendo l'atmosfera più calda e accogliente, combattendo il freddo esterno.

Lo sento stringermi a sé, rendendo la cosa più piacevole e dopo molteplici spinte, lascio andare un ansimo e lo sento emettere un lungo ringhio.

Calma il ritmo e le spinte, rendendole più lente, volendo riprendere fiato contro il mio orecchio, rendendomi capace di raggiungere l'apice.
Flashback Ends

Rimango ancora una volta senza parole, completamente sconvolto. La vedo cominciare a massaggiarsi le tempie, ma poi le chiedo «Perché non hai dormito con lui?».

«Ho preferito tornare qui.» replica poco dopo, ma dal suo sguardo posso notare come stia mentendo.

La guardo, facendole capire che so cosa pensa davvero. «Dimmi la verità. Perché non hai preferito dormire con lui?» continuo a chiederle, mettendola così in una situazione leggermente complicata, è costretta soltanto a dirmi la verità.

«Ho avuto paura che non si sarei voluta più alzare.» risponde con una piccola risata, ma poi subito si allontana per andare in bagno.

Approfittando la solitudine, mi avvicino a Chan, volendo assaggiare le sue labbra ma la porta si riapre subito, facendo entrare Tonia.

Mi allontano leggermente da Chan, cominciando a ridere leggermente, vado poi per salutarla, ma non mi dà nemmeno il tempo di salutare che la vedo subito precipitarsi sul divano accanto a noi, volendo subito raccontare tutto quello che le è successo.

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