XXI

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«Non era solo un'amica ve'?» suo fratello Jader aveva assistito silenzioso a quell'umiliazione e adesso, sullo stipite della porta, lo osservava con i pugni serrati e la fronte premuta contro la parete.
«Ho fatto una cazzata a portarla qua» aveva risposto lui restando immobile in quella posizione.
«La cazzata l'hai fatta a trattarla così» ammise sincero, con gli occhi lucidi della ragazza ancora impressi nella memoria.
«Io non lo so, quando vedo papà non mi controllo. Poi le va a chiede' se è la ragazza mia, te lo ricordi che successe co' quell'artra?» si sfogò ricordando come il padre lo screditasse costantemente difronte alla sua ex ragazza, contribuendo al dirottamento di quella storia.
«Non sono tutte lei Jo. Se t'ha tradito è perchè non t'amava manco pe' niente, papà non c'entrava» spiegò allora il fratello, mentre la realizzazione lo faceva sudare freddo.
«Se ne è andata?» chiese allora con la voce ridotta a un filo.
«L'hai cacciata» ed uno schiaffo avrebbe fatto meno male di quella constatazione.

Allora corse via da quella casa che tirava fuori il peggio di se'.
Doveva cercarla, dirle che era stato un pazzo a trattarla così, che lei era cosa fragile e non l'aveva capito.
La cercò con gli occhi offuscati e il respiro tagliato in due per ritrovarla, non poco distante, alla fermata dell'autobus.
«Mati'» la chiamò precipitandosi giù dal motorino.
«Non te le volevo di' quelle cose te giuro» proseguì guadagnandosi lo sguardo incuriosito dei passanti, nutriti dal pettegolezzo.
«Va bene così» era stata la sua risposta, mentre la sigaretta giaceva instabile tra le sue mani tremanti.
«Che vor di' che va bene così?» chiese conducendo le gambe disperate verso di lei che pareva allontanarsi sempre di più.
«Vuol dire che va bene così. Tu non sei pronto a una nuova storia Jo, si vede da lontano un miglio.
Stai sempre nella tua zona grigia. Quella in cui mi  vuoi accanto e poi mi respingi, mi tieni e mi lasci. Tu non ti fidi di me e io non me lo merito» ammise tutta d'un fiato.
«Stai mettendo un punto Mati'? Stai davvero mettendo un punto per una cazzo di frase?» attaccò, come era solito fare quando si sentiva ferito.
«Non sto mettendo un punto Jo» si avvicinò a quel punto lei addolcendo il tono.
«Ti sto solo pregando di rispettarmi. E fino a quando non sarai pronto, tutto ciò che per te potrò essere è quello che hai detto prima, un'amica».

Che blasfemia e che dissacrazione dell'amore era quella.

«Ma io sono pronto per te» provò a convincerla, ignorando la verità. Se solo fosse stato meno egoista, avrebbe messo in conto la sua instabilità sin dal primo istante. Si sarebbe fatto da parte e avrebbe lasciato al tempo la possibilità di modellarlo.

Ma l'amore quando germogliava non era generoso e questa volta lei non si sarebbe fatta tetto per accogliere le sue precipitazioni.

«No Joseph, non lo sei» negò schivando completamente il suo sguardo.
«Io me sento male se non ci stai più Mati'» confessò con i battiti accelerati.
«Ma io ci sto Jo. Non così però, fa male a te e fa male a me, soprattutto» tentò di riparare l'irreparabile, ma la verità prevedeva un legame viscerale già stabilito a priori.
«Non mi vuoi più vedere?» il colpo conclusivo di quello scontro.
«Non ti voglio più vedere così» confessò riferendosi agli occhi colmi di rabbia che qualche attimo prima l'avevano cacciata dalla stessa abitazione in cui era stata, dagli stessi, amabilmente condotta.
«Non mi tagliare fuori, te supplico» la preghiera proseguì.
«Non ti sto tagliando fuori Joseph, non ti sto cacciando di casa» lo rassicurò facendolo sospirare di sollievo per quella distanza negata.

Perché lei quelle grinfie che lo trattenevano giù le aveva capite e ad ogni costo le avrebbe evitate.

«Sul divano» specificò poi.
«Te posso abbraccià almeno?» chiese allora disperato per un contatto.
«No, Jo» contatto negato.
«Va bene lo stesso Mati'. Te giuro che m'impegno a valere pe' te, dovessi dormire per un anno su quer divano de 'mmerda» e la fece sorridere, perché in quello ci sarebbe riuscito anche all'inferno.

Prospettive /Holden/ Where stories live. Discover now