CAPITOLO 5

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La mattina seguente alle 8 del mattino io e Cinzia eravamo di fronte a casa mia. Alla fine avevo deciso di tornare a casa, non ce l'avevo fatta, non ce la facevo a non pensare a lui e Cinzia avva rinunciato alle vacanze per venire con me. Non potevo esserne più grata.

Appena arrivammo bussai alla porta e subito vennead aprire mia madre.
-ragazze..che ci fate qui? Le vacanze non sono finite credo- disse mia madre sorridente.
-salve signora Wesly..lin non si sentiva bene- rispose Cinzia per me.
-tesoro cosa ti è successo?- chiese preoccupata toccandomi la guancia. Mi scansai dal suo tocco.
-sto bene sono solo stanca- mentii. Presi la mia valigia e salii in camera seguita da Cinzia.
Lanciai la valigia per terra e mi buttai a peso morto sul letto. Sul mio dolce comodo letto e sospirai.
-lin..- guardai la mia amica che era seduta sul bordo del letto -stai bene?- annuii. -vuoi qualcosa da mangiare?-
-questa domanda dovrei fartela io, sei tu l'ospite- risposi ridacchiando.
-si ma so come ti senti e..-
-davvero grazie Cinzi..- dissi interrompendola. Lei mi fece un mezzo sorriso accarezzandomi la caviglia.
-è il minimo che possa fare- rispose. -ma non credi che..insomma..- si bloccò non sapendo le parole da utilizzare. -cioè non credi che sia il caso di..tipo andare da uno psicologo?-
-...e perchè?-
-credo che tu abbia bisogno di qualcuno di più esperto..io non posso darti quello che un vero psicologo potrebbe darti. Poi infondo anche io ci sono stata- disse, e mi ricordai di suo padre. Cinzia aveva avuto una vita un pò difficile. Suo padre era senpre stato un uomo ordinato, sorridente ma dopo che venne licenziato dal lavoro iniziò a bere e a drogarsi e da allora Cin ha iniziato ad avere paura di lui, tanto che una volta la polizia lo beccò e lo portarono in prigione per dei anni. È da quasi 2 anni che Cinzia non lo vede e ci soffre tantissimo tanto che iniziò ad andare da dei psicologhi per superare la crisi. Ci soffrii forse più della morte di mio padre e da allora io le rimasi molto accanto finchè poi bhè..non toccò a me soffrire per la perdita del padre e ci scambiammo i ruoli.
-te l'ho mai detto che sei forte?- dissi all'improvviso. Lei scoppiò a ridere.
-si molte volte- rispose ridacchiando -lo sei anche tu-
Non feci in tempo a rispondere che in quel momento entrò mia madre senza bussare.
-scusa Cinzia puoi lasciarci sole?- chiese. La mia amica annuii e uscii dalla stanza.
Sospirai scocciata quando si mise a sedere accanto a me. -lin che è successo?-
-mamma ti ho detto che sto be..-
-lin ti prego. Non iniziare con queste risposte secche. Voglio una vera spiegazione perchè so che non salteresti mai le vacanze di natale per tornare a casa..cosa è successo?- sospirai rumorosamente.
-niente..sono stanca di tutto-
-di tutto in che senso?-
-di questa cosa..io..io sono stanca di soffrire, volevo solo tornare a casa e basta. Non ho altro da dire- mi accarezzò la mano.
-è per tuo padre vero?- Mah! Mia madre era brava a indovinare. -lin ti ho già detto di dimenticare e di andare avanti, non puoi rimanere così per il resto della tua vita. Sono passati 3 fottuti anni, devi voltare pagina e sorridere. Quanti anni hai 17? Tra un mese sei maggiorenne, devi divertiti lin- disse quasi urlando.
-è difficile- sussurrai guardandomi le mani.
-per favore lin, hai bisogno di aiuto. Ascoltami, conosco una vecchia amica si chiama Tina Grosgov, è una psicologa fantastica,  vedrai che ti aiuterà,  l'appuntamento è domani alle 3- disse.
-...-
-pensaci- si alzò e mi stampò un bacio sulla fronte.
Non avevo niente di cui pensare, ci sarei andata ma non glielo volovo dire. Odiavo essere convinta da mia madre, per una colta volevo avere ragione io e volevo che mi lasciasse stare. Ma queste erano solo parole.

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