CAPITOLO 15

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Mi svegliai all'improvviso nel bel mezzo della notte. Sudavo, avevo i capelli bagnati dul cusicino e l'aria nella mia stanza era calda.
Mi alzai dal letto, e andai ad aprire la finestra iniziando a respirare a pieni polmoni l'aria fresca di gennaio. Rimasi per un pò in quella posizione..ma dopo un pò le immagini del sogno, anzi incubo iniziarono a venirmi in mente come matrellate in testa.
Fuoco, caldo, papà..cosa intendevano? E sopratutto che messaggio voleva darmi mio padre? Mi capitava di rado di fare incubi o sogni su di lui. L'ultima volta che l'avevo fatto prima di ora era dopo 2 anni che era morto. Stavo correndo su un filo e dovevo muovermi perchè se no sarei stata risucchiata da un vortice. Ricordo che strillavo e urlavo a mio padre di salvarmi ma lui non lo fece. Dopo quel incubo, andai a dormire con mia madre che mi coccolò tutto il tempo fino all'alba.
Ma stavolta sarei rimasta qui da sola a risolvere la questione da me.
Chiusi la finestra, e scesi di sotto in cucina. Accesi la luce e mi accomodai sulla sedia per poi prendermi una bottiglia d'acqua. Dipo averla praticamente finita, spensi la luce e strusciando come un elefante in calore tornai in camera e mi sdraiai di nuovo, stavolta senza mettere le coperte per evitare di sudare di nuovo e lentamente tornò il sonno di prima.

Quando mi alzai 3 ore dopo, giuro che non mi sentivo più gli ochi da quanto ero assonnata.
La sveglia segnava le 7 e 43, e io ero ancora a letto. Sbuffai alzandomi, e mi vestii velocemente. Mentre mi lavavo i denti mi arrivò un sms che non lessi. Presi lo zaino e mi precipitai di sotto correndo.
-a dopo- dissi a mia madre mentre correvo verso la porta.
-lin aspetta- te pareva! Mi voltai verso di lei per sentire cosa aveva da dirmi. -come stai?-
-che razza di doma...bene perchè?- risposi tornando calma.
-stanotte ti ho sentito mentre scendevi di sotto. Hai avuto un altro incubo vero?- chiese dolcemente.
-si ma non era niente di che- mentii.
-ne vuoi parlare? Forse potremmo raccontarlo allo psicologo e..-
-no mamma, non ce ne bisogno, sto benissimo. Ora..- aprii la porta -devo andare- uscii e corsi via, mentre ripensavo all'incubo. Sinceramente avevo bisogno di dirlo a qualcuno, ma quel qualcuno di certo non era mia madre. Avrebbe subito iniziato a tartasarmi di domande facendo la finta psicologa e dicendomi cose del tipo "tranquilla, forse tuo padre voleva solo darti un segno" era una frase che diceva sempre e io mi ero sempre chiesta che segno volesse darmi. Ora come ora non avevo nessun problema, anzi in questo mese la fortuna sembrava dalla mia parte. Avevo Daniel..aspetta..e se il segno fosse proprio Daniel? Che male avrebbe potuto farmi però un ragazzo così dolce come lui?
Con questa convinzione arrivai a scuola dove incontrai subito Paul e Cinzia che parlavano animamente. Appena arrivai però Cinzia corse subito verso di me. Ovviamente era la mia dottoressa personale. Ma manco fossi caduta che correva in quel modo!
-ehi lin!- mi salutò con faccia tra la preoccupata e la nervosa.
-ehi- risposi con un mezzo sorriso.
-ehm..ti ho mandato un messaggio se volevi che venissi a prenderti-
-ah no, grazie. Riesco a camminare da sola senza bisogno della badante- risposi un pò acida. Infatti cambiò subito faccia.
-fino a poche settimane fa però volevi che venissi a prenderti- rispose facendosi seria.
-si, fino a poche settimane fa, ora posso farlo da sola-
-ma io non capisco!-
-cosa?-
-te!- nel frattempo si era avvicinato anche Paul.
-me? E cosa ho fatto?- chiesi confusa.
-sei cambiata totalmente! Voglio dire sei più distaccata da me, e hai sempre da fare. Cosa ti succede? Siamo o non siamo amiche che si dicono tutto?- chiese con voce leggermenta alzata.
-lo siamo- risposi a bassa voce.
-allora cosa hai? Mi stai nascondendo qualcosa?-
-anche se fosse?- sbottai -sono cose mie e non voglio dirtele, chiedo solo di lasciarmi stare ora che sto veramente bene e che sono felice per una volta non rovinare tutto con le tue proteste- detto questo entrai in classe e andai a sedermi vicino a Ellie che era intenta a pettinarsi i capelli.
-è occupato?- chiesi. Le si illuminò il volto.
-certo che no!-
-grazie-
-che è successo?- chiese mettendo a posto il pettine.
-niente..è che Cinzia mi fa innervosire a volte-
-Cinzia? Pff, ancora ci parli? Io e lei abbiamo chiuso da un pezzo. Io non la capisco a volte..cosa ti ha fatto?-
-niente solo che si impiccia troppo e a me da fastidio capisci? A volte tende ad insistere troppe sulle cose. So che lo fa per aiutarmi ma sto bene anche così! Non c'è bisogno di insistere troppo- in quel momento entrò in classe con Paul e andò a sedersi accanto a lui.
-mmh capisco- rispose Ellie. -comunque che fine hai fatto in questi giorni?-
-ero occupata-
-con cosa?-
-cose mie- risposi abbassando lo sguardo. Ancora non mi sentivo pronta a dirle questa mia frequenza con Daniel.
-mmh ok- rispose poco convinta. Entrò la Professoressa di lettere e da lì come sempre caddi in exstasi senza ascoltare il minimo di quello che dicesse. Stava parlando di Marie Curie e della sua scoperta della radio..ci mancava solo questa lezione noiosissima. Forse pochi mesi fa avrei preso appunti e fatto anche domande ma ora proprio non mi passava per la testa di farlo. Il mio unico pensiero era di rivedere Daniel. A proposito oggi non mi aveva neanche chiamato o mandato un messaggio per chiedermi di uscire. Avrei provveduto io.

All' ultima ora appena suonò la campanella, tutti si alzarono precipitandosi fuori.
-lin ora vado di fretta, ci vediamo domani ok?- disse Ellie. Annuii e lei mi abbracciò velocemente e se ne andò seguendo John.
Uscii dalla classe per poi ritrovarmi davanti una Cinzia nervosa e triste. Sospirai mentre mi fissava come per dire "posso parlarti?".
-lin..- mi chiamò. -ti prego scusami tanto- disse con gli occhi lucidi. Ero sorpresa. Era davvero pentita per quello che aveva fatto che si era messa a piangere? -scusami tanto io..non volevo essere troppo invadente..perdonami, non ho contato che stai passando un momento difficile, scusa- disse con le lacrime che le cadevano lungo il viso. Meno male che per il corridoio non c'era nessuno se non 3 ragazzi più in là.
Mi avvicinai a lei e le pulii gli occhi col pollice dolcemente.
-tranquilla, io non sono arrabbiata con te. Poi le scuse devo dartele io. Sono io che ho risposto male e..- mi vibrò il cellulare. Lo presi dalla tasca e vidi che era da Daniel (♥♥) i miei occhi si illuminarono ma cercai di mantenere la calma. -ehm ora devo andare..comunque tutto risolto?- le chiesi. Lei annuii.
-tutto risolto- la abbracciai velocemente, stavo per andarmene quando mi fermò. -lin?-
-si?-
-dove devi andare?-
-ehm..-arrossii leggermente -ho da fare..con ehm..ho da fare- dissi balbettando. Lei era confusa ma le sorrisi per farle capire che era tutto a posto e me ne andai. No, proprio non ce la facevo a dirle di Daniel. Infondo io e Dan eravamo amici se si poteva definire così. Amici che si davano qualche bacetto..ok smettila lin di trovare scuse.
Tirai fuori il cellulare e lessi il messaggio che mi aveva mandato
"Ti aspetto nel mio ufficio, muoviti". Che bel messaggio. MUOVITI. Già mi immaginavo la sua faccia seria che mi minacciava di muovermi.
Col fiatone arrivai all'ospedale che era un pò lontano dalla scuola, salii le scale correndo e arrivai al secondo piano per poi bussare alla sua porta.
Dopo dei secondi la porta si aprii e uscii un Daniel serio, che non prometteva niente di buono. A volte quando mi guardava in quel modo mi metteva paura.
-perchè mi guardi così?- chiesi entrando e ignorandolo. Lui chiuse la porta e continuò a guardarmi. -dai smettila Dan, ho fatto più veloce che potevo, non arriverò più in ritardo prometto-
-ma non è questo il punto!- sbottò più serio di prima -se tu arrivi sempre tardi passiamo poco tempo insieme! Lo vuoi capire?- urlò. Annuii spaventata. Non l'avevo mai visto così. Non sapevo se essere spaventata o felice che volesse vedermi sempre.
-sc-scusa- balbettai. Il suo viso si calmò e mi sorrise affettuosamente sedendosi sul divanetto dove ero io.
-scusa piccola, non volevo spaventarti ma..tu mi piaci e vorrei vederti spesso- annuii. -perchè sei arrivta tardi comunque?-
-stavo risolvendo una questione-
-con chi?-
-con un amica, abbiamo avuto una piccola discussione-
-tu e le tue stupide amiche..- disse. Mi misi a ridere.
-sono mie amiche, vacci piano con le parole-
-sono insopportabili, perchè non le lasci perdere? Se non lo fai tu lo faccio io..- disse accarezzandomi la gamba. Scoppiai a ridere. -sono serio eh! Io sono in grado di eliminare le persone che non sopporto- mi spaventai all'istante -scherzo- tornai a ridere.
-ok parliamo di cose serie- dissi.
-ok..la cosa seria è perchè non mi hai ancora salutato-
-mi hai aggredito subito-
-e ora cosa stai aspettando?- lo guardai sorridente e mi avvicinai alle sue labbra. Appena si toccarono iniziai a sentire la sua lingua farsi spazio sulla mia, e non potevo che adorarlo. Ogni singola volta che ci baciavamo mi sentivo così amata anche se non sapevo cosa provasse nei miei confronti. Ma anche se era solo attrazione a me piaceva. Questo ragazzo mi stavo drogando, mi faceva impazzire e...e a me piaceva. Mi piaceva lui. Mi piaceva da impazzire..ma non glielo avrei mai detto, non ora.
Quando il bacio finii sorrisi compiaciuta.
-ora sei felice?- chiesi.
-mmh, puoi fare di meglio-
-haha, simpatico. Stupido- dissi facendo una risatina. Ma poi mi venne in mente il sogno di stanotte. Forse a lui potevo dirlo infondo mi fidavo. lo guardai spaventata. -Dan?-
-dimmi tutto piccola-
-mmh ho fatto un sogno stanotte- mi guardò stranamente.
-che sogno?-
-mmh su mio padre- si grattò la testa nervosamente.
-su tuo padre? E cosa..insomma che problema c'è?-
-il problema è che sono confusa. Stavo sul fuoco, stavo morendo e lui non mi ha salvato..che vuol dire?-
-mmh interessante. Non saprei..forse hai bisogno di distrarti e basta. Sei troppo nervosa piccola, calmati un pò- disse circondandomi le spalle. Appoggiai la testa sulla sua spalla e lui mi accarezzò i capelli continuando a darmi dei bacetti sui capelli. Un tocco davvero rilassante...troppo rilassante.....

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