CAPITOLO 7

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Nei giorni successivi, tutto sembrò andare abbastanza bene. Cinzia tornò a casa sua e questo mi rattristii perchè ora non avevo più nessuno che mi faceva distrarre, ma infondo non potevo lamentarmi perchè doveva pur tornare a casa.

Oggi iniziava lo "strazio mattutino" chiamato scuola, e dovevo ammettere che mi era mancato un pò.
Mentre mi preparavo, mi ricordai che questo pomeriggio avevo l'appuntamento da Tina. Oggi sarebbe stato il terzo incontro e per ora mi aveva aiutato tanto, anzi tantissimo. Ero arrivata al punto di raccontarle cose che non mi aspettavo avrei mai detto neanche a Cinzia, e mi sentivo...quasi libera. Quasi eh!

-ehi lin- venni accolta dallo stritolante abbraccio di Ellie. -mi sei mancata, come stai?-
-ehm bene credo..- risposi mentre questa mi strozzava.
-Ellie così la uccidi, vacci piano!- disse Paul avvicinandosi. Mi misi a ridere mentre mi staccavo dall'abbraccio. -lin, come va?- mi chiese Paul abbraciandomi.
-tutto ok-
-perchè te ne sei andata?- chiese Ellie.
-quando?- chiesi confusa.
-dalla festa, pensavo ci stessimo divertendo-
-ah si..scusate se me ne sono andata senza dire niente ma..ho avuto un imprevisto- spiegai.
-mmh ok..senti, mi spieghi cosa prende a Cinzia?- continuò Ellie.
-cosa ha fatto?- troppe domande per una povera Lin.
-non mi parla più, non risponde alle mie chiamate e non vuole uscire più con me, si inventa sempre qualche scusa e non potevo chiedere a te perchè tu stai passando un momento difficile e quindi..-
-ehi ehi piano Ellie non si capisce niente- disse Paul bloccandola. In quel momento, vidi arrivare in lontananza Cinzia.
Appena si avvicinò salutò io e Paul, ignorando Ellie.
-mmh- Ellie si schiarì la gola -ehm Cinzia?-
-lin come stai?- mi chiese Cin ignorando le chiamate di Ellie.
-bene- risposi.
-Cinzia? Ehi?- continuò Ellie sventolando la mano.
-si?- chiese seccata.
-ciao eh!-
-ciao-
-ma cosa ti prende?-
-niente perchè?-
-mi eviti-
-io ti evito? Senti lasciamo stare, perchè non te ne torni dal tuo Johnnino- non avevo mai visto Cinzia così nervosa e infastifita per qualcosa.
-allora è questo il tuo problema?-
-dimmelo tu- rispose la mia amica.
-ragazze non ne vale la pena discutere per queste scemenze- intervenii Paul -non roviniamo la mattinata con questi discorsi da bimbi-minchia non credo che questo aiuti Lin a stare bene- annuii.
-si Paul ha ragione, lasciamo stare- disse Cinzia e se ne andò in classe.
-ok ci vediamo dopo..Ellie, lin- salutò Paul ed entrò in classe.
-Vaffanculo- disse Ellie entrando in classe anche lei. Ok..forse oggi non era giornata per nessuno..pensavo che una volta che stavo iniziando a risolvere i miei problemi, pensavo che ora avremmo potuto insomma essere più uniti di prima ma mi sbagliavo.
Entrai in classe e andai a sedermi vicino a Cinzia che era intenta a scarabocchiare il banco.
-ehi?- la chiamai. Mi guardò seccata. -tutto ok?-
-si, scusa lin non è colpa tua ma quella mi fa arrabbiare. Guardala!- mi indicò Ellie che era seduta in braccio a John. Probabilmente lo stava facendo apposta. -cosa dovrei fare sorridere? È vero io e John non stiamo più insieme ma..datti un contegno cavolo!- disse quasi ad alta voce.
-forse hai esagerato con Ellie- mi guardò incredula.
-cosa?-
-cioè potevi salutarla, infondo siete ancora amiche credo-
-no lin. Una che fa quelle cose non è mia amica..e non ci posso credere che la stai difendendo..-
-no io sono neutra Cinzi..io non..- sospirai -lascia stare- entrò il prof di chimica e giuro che appena iniziò a parlare non sentii niente solo un continuo "blablablabla..." e questo continuò per tutte le altre 4 ore.

Alla fine delle lezioni, stavo per andarmene quando sentii la voce di Cinzia fermarmi. Per tutte le 5 ore non mi aveva rivolto parola perchè era intenta a fissare Ellie e John.
-lin..-
-tranquilla posso..-
-no davvero lin, io e te non dobbiamo litigare. Tu sei l'unica amica rimasta, e davvero scusa se ti ho urlato contro, cioè..non volevo, tu ti meriti di sorridere ed essere felice non di sopportare queste cose..scusa, scusa tanto- disse abbracciandomi forte. Ricambiai l'abbraccio sorridendo.
-tranquilla non sono arrabbiata con te- dissi.
-ok..ti accompagno a casa?- annuii e ci incamminammo verso casa mia.

Una volta arrivati, la salutai di nuovo ed entrai in casa.
dopo aver pranzato, mia madre mi accompagnò di nuovo da Tina. Mancavano solo altre 3 sedute e sarebbe finito. Midispiaceva tanto perchè infondo avevo preso confideza con Tina era come una seconda migliore amica.
Dopo essere arrivati davanti al suo officio, rimasi sorpresa da chi mi aprii la porta.
-signora Wesly!- salutò il tipo stringendo la mano di mia madre.
-oh Daniel..ehm che ci fai qui?- chiese mia madre confusa. Ma forse dovevo esserlo più io che lei. Questo era il nostro ex vicino di casa ed era uno dei amici di mio padre. Lo conoscevo bene anche perchè insomma..lui era stato licenziato perché aveva cercato di rubare dei soldi dalla banca. Ma nonostante questo era sempre rimasto uno di noi.
-ora faccio l'assistente medico della Signora grosgov e..bhè sono tornato- rise nervosamente. Lo guardai attentamente notando che sembrava molto più giovane dall'ultima volta che l'avevo visto e questo lo rendeva molto più..carino? Aspetta ma cosa stavo dicendo? Avrà avuto una ventina d'anni..LIN, TORNA IN  TE.
Dopo varie chiacchere con mia madre Daniel mi fece entrare nell'ufficio che doveva essere quello della Signora Grosgov e mi fece accomodare sul solito divanetto.
-allora..Linnie- mi chiamò. Linnie? Questa era nuova. -sei cresciuta dall'ultima volta, quanti anni hai?-mi chiese sedendosi davanti a me.
-17- risposi imbarazzata.
-wow..sei cresciuta molto dall'ultima volta..sono passati 3 anni!- disse. Annuii. -che mi racconti?- che domanda era? Era lui che doveva farmi le domande.
-ehm..io..non so che dire..normalmente è il contrario- risposi tormentandomi le mani.
-sei nervosa?- chiese ridacchiando. Lo guardai confusa mentre rideva.
-perchè sei qui?- chiesi guardandolo in faccia. Lui per tutta risposta tornò serio.
-te l'ho detto. La signora Grosgov è malata e ho dovuto sostituirla. Infondo anche io ero parte della squadra di psicologia- rispose nervosamente. -perchè, non ti piace che ci sia io invece di una donna inutile che non sa parlare?- ero senza parole.
-la signora Grosgov non è una donna inutile, è probabilemte la migliore che abbia mai conosciuto- risposi arrabbiata. Mi alzai dal divanetto.
-ok scusa non volevo offenderla..- rispose alzando le mani. Ma una scusa non sarebbe bastato. Stavo perdendo la pazienza e stavo solo perdendo il mio tempo. Mi avvicinai alla porta. -dove vai?- chiese alzandosi a sua volta.
-dato che la signora Grosgov non c'è,  torno a casa- risposi.
-aspetta..come posso farmi perdonare? Non volevo offendere la signora Grosov-
-Grosgov- lo corressi.
-si insomma quella..non volevo, stavo solo scherzando..senti linnie- mi guardò nei occhi seriamente. -ti va di venire a mangiare qualcosa venerdì sera?- lo guardai incredula. Era un appuntamento o cosa? Nessuno me lo aveva mai chiesto e di certo non capivo perchè un uomo di 26 anni dovesse chiedermelo. -dai linnie, ci divertiremo..-
-non..-
-se il problema sono i soldi offro io tranquilla-
-no non è quello il problema..non capisco perchè dovresti-
-bhè è il minimo che possa fare dopo quelll che ho detto- disse sorridente.
-ok..- mi girai per aprire la porta ma lui mi richiamò.
-quindi lo prendo come un si?- chiese.
-ci penserò, non lo so..forse la signora grosgov potrebbe riprendersi e..-
-non ti preoccupare per lei linnie- disse deciso.
-ok se lo dici tu-
-bene..ehm non dimentichi qualcosa?- lo guardai confusa. -il tuo numero di telefono, se no come faccio ad avere la conferma?- ah giusto. Gli scrissi il numero su un foglietto e me ne andai più confus che mai.

TELL ME YOUR SECRETWhere stories live. Discover now