CAPITOLO 11

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Lunedì mattina, quando arrivai a scuola non potevo che essere sorridente. Non ero neanche riuscita a dormire, ero rimasta tutto il tempo a pensare alla serata passata e a lui. Non vedevo l'ora di rivederlo. Oddio..stavo diventando una ragazzina di 12 anni che faceva l'innamorata ed era davvero patetico. Cioè non era da lin!

-lin!- mi voltai verso la voce dietro di me e vidi arrivare Cinzia. -non si saluta più?- chiese abbracciandomi.
-scusa stavo..pensando-
-a cosa? È successo qualcosa?- dio, quanto si preoccupava.
-no..stavo pensanfo così in generale- risposi.
-mmh ok..come è andato il weekend?- mi chiese mentre entravamo in classe. Alazai le spalle sorridente.
-è stato..bello-
-mah che strano. È la prima volta che non rispondi con "normale"- scoppiai a ridere mentre ci sedevamo vicine.
-devi essere felice per me allora- risposi.
-si sono felice per te. Cosa è successo di così bello allora?- mi morsi il labbro non sapendo bene cosa dire. Era una situazione un pò insolita perchè le raccontavo sempre tutto..ma non ero del tutto sicura di poterle dire questo.
-ehm niente di che sono andata al compleanno di mia zia. Tu?- risposi velocemente giocherellando con la penna.
-wow divertente. Non è da te dire "sono andata da mia zia ed è stato diertente" qui c'è qualcosa che mi puzza- mi guardò nei occhi attentamente. Ma come faceva a capire certe cose? Magari avere io il suo dono.
Fortunatamente in quel momento entrò il Prof di biologia e non ero mai e dico mai stata felice di vedere un Prof entrare.

Grazie a dio Cinzia non mi disse più niente per il resto delle lezioni, anche perchè lei era una specie di maniaca dello studio. Odiava parlare durante le lezioni, prendeva appunti e faceva domande. Infatti se qualcuno le chiedeva qualcosa rispondeva con un bel "per favore taci". Questo era il bello di avere un amica così.
-non ti stanchi mai di ascoltare i prof?- le chiesi mentre tornavamo a casa.
-perchè dovrei? Alcuni sono anche simpatici tipo la Prof di Inglese..a proposito ti va di venire a studiare da me oggi?-
-....-
-ehi lin?- mi chiamò schioccando le dita davanti alla mia faccia.
-ehm cosa?-
-lin, cosa cavolo ti prende stamattina? Sei così assente..- chiese disperatamente.
-niente davvero..forse sono solo..stanca?-
-è una domanda?- mi misi a ridere.
-senti ci vediamo domani a scuola, oggi ho l'appuntamento dallo psicologo- dissi tenendola per le spalle.
-e va bene..allora ciao- rispose seccata.
-e dai, domani ci vediamo il pomeriggio prometto- dissi.
-ok- la abbracciai velocemente ed entrai in casa.
Senza salutare mia madre, corsi subito in camera e iniziai a tirare fuori tutti i vestiti che avevo nell'armadio.
-questo no, questo no, questo..no, questo..mmh questo si- dissi buttandone più della metà sul pavimento. Mi levai gli abiti che avevo e mi vestii mettendo un maglione nero, con dei jeans leopardati che probabilmente li avrò messi 2 secoli fà. Da quando papà era morto sinceramente non facevo più caso alle cose che mettevo quello che contava per me era essere vestita.
Mentre mi pettinavo i capelli, indovina indovinello.....sbucò mia madre dalla porta. SENZA BUSSARE!
-ehi tesoro! Ma quando sei arrivata?- chiese.
-da poco- risposi seccata continuando a pettinarmi.
-ma dove vai?- sospirai buttando il pettine sul tavolino.
-oggi ho la seduta con il signor Daniel e credo anzi presumo che devo andarci..- risposi nervosamente.
-senti lin..volevo parlarti di questo..non credo che Daniel sia in grado di..-
-mamma ti prego, per favore, per piacere non dirlo perchè non lo conosci. È veramente bravo come psicologo e a parere mio non doveva essere licenziato da papà perchè è fantastico- risposi.
-ok può essere fantastico quanto vuole ma..non so non mi sembra responsabile, ha 28 anni e..'
-26- la corressi.
-vi conoscete così tanto?-
-mamma se te ne sei dimenticata era il nostro ex vicino- risposi alzandomi.
-già..comunque sto con l'idea di preferire Tina..non so perchè non torna, l'ho anche chiamata ma non risponde- disse nervosamente.
-sarà occupata- risposi tranquillamente -non capisco dove sia il problema- la sorpassai uscendo dall porta.
-aspetta ti accompagno- disse seguendomi. Mi girai a guardarla.
-vado da sola grazie. Sono grande abbastanza ormai, so dov'è la strada tranquilla- le dissi per calmarla. Lei dopo un pò di esitazione annuii.
-allora ci vediamo dopo- detto questo me ne andai prendendo la giacca al volo e mi incamminai a passo svelto verso l'ospedale.

Dopo 10 minuti di camminata, arrivai davanti al suo officio. Prima di entrare presi fiato e bussai alla porta.
-avanti- sentii la sua voce potente dalla porta e mi venne da sorridere. Aprii la porta lentamente e mi affacciai. Lo vidi sorridere a 32 denti mentre era dietro la scrivania a scrivere qualcosa. -ehi piccola!- disse.
-posso?- chiesi.
-è una domanda!- entrai dentro e chiusi la porta per poi girarmi e ritrovarmelo davanti. -non senti caldo con questa giacca?- chiese iniziando a zipparlo fino ad arrivare infondo. Mi levò la giacca e la buttò sul divanetto. -ora va meglio- disse con voce maliziosa. -è così bello rivederti- disse allontanandosi un pò. Tornai a respirare. Non sapevo perchè ma averlo troppo vicino mi faceva sentire a disagio. -tu no?- chiese.
-ehm..si- balbettai.
-si cosa?-
-dai lo sai- risposi.
-voglio che tu lo dica- disse riavvicinandosi. Forse un pò troppo per i miei gusti.
-ehm..eh si è bello rivederti- risposi balbettando. Lui per tutta risposta scoppiò a ridere.
-piccola, non devi essere agitata..non ti mangio mica- disse.
-lo so ma..-
-ma cosa?-
-niente, iniziamo la seduta?- chiesi impaziente.
-qui qualcuno è ansioso- disse ridacchiando. -bhè non faremo proprio una seduta- disse tornando serio. Lo guardai confusa. -faremo qualcosa di diverso- continuò tornando verso di me. Mi prese le mani. -chiudi gli occhi- lentamente li chiusi. -dove eravamo rimasti l'altra volta?- sussurrò con voce maliziosa che mi fece venire i brividi. Lo sentii stringermi i fianchi per poi iniziare a darmi qualche bacio sul collo. Ero così rilassata che mi dovetti appoggiare alla porta per non cadere. Il suo tocco, così leggero e delicato mi dava un senso di tranquillità e mi sentivo protetta, come se fossi solo sua.
Avvolsi le mie braccia intorno al suo collo, mentre lui continuava a sbaciucchiarmi il collo..ma stava iniziando ad essere noioso. Arriviamo ai veri fatti. Gli presi le guance e iniziai a baciarlo. All'inizio sembrava sorpreso perchè non ricambiò subito, ma ben presto si lasciò andare spiaccicandomi ancora di più sulla porta.
-linnie..- si fermò staccandosi un pò.
-si?- chiesi con voce affannata.
-perchè non vieni da me stasera a bere qualcosa?- rimasi stupita da quella domanda.
-non posso- risposi.
-e perchè scusa? Ci divertiremo..e poi voglio passare più tempo con te- disse guardandomi con occhi seri. Questo lo rendeva ancora più..sexi.
Mi misi a ridere e gli stampai un bacio sulle labbra.
-anche io vorrei ma il problema è mia madre. Se non sa dove sono chiama la polizia, quella è capace di tutto- risposi.
-pff..ti preoccupi così tanto di tua madre? Chi è più importante? Io o lei?-
-....-
-linnie tesoro, non sarà il momento di crescere? Di scoprire nuove avventure? Hai perso 3 anni cazzo! 3 fottuti anni a deprimerti per tuo padre, ora basta no? Cambia vita e recupera quei anni persi- disse, poi mi accarezzò la guancia -che ne dici?-
Aveva fottutamente ragione. Non ci potevo credere che ero rimasta per così tanto tempo a chiudermi in me stessa. Daniel era la mia salvezza e mi stava dando un opportunità di rinascere. Non potevo perderla, dovevo crescere! -esigo una risposta- disse canticchiando.
-si- dissi.
-si cosa?-
-si hai ragione-
-e?-
-e allora va bene-
-va bene cosa?- sospirai.
-vengo con te-

TELL ME YOUR SECRETWhere stories live. Discover now