CAPITOLO 17

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-che succede lin? chi è lui?- Cinzia mi stava tartassando di domande e non ne potevo più. Nel frattempo Ellie si era avvicinata e anche Paul e John.
-chi sei tu?- chiese Paul a Dan.
-ma chi cazzo sei tu casomai!- sbottò Dan -linnie piccola, aspetto una spiegazione..parli tu o parlo io?- lo guardai indecisa e spaventata.
-Lin che sta succedendo?- chiese Cinzia.
-niente..ragazzi lui..lui sarebbe un amico- risposi balbattando. Dan scoppiò a ridere.
-sarebbe un amico?- chiese.
-io non ci capisco niente..- disse Cinzia.
-bellezza non c'è niente da capire, queste sono cose tra me e Linnie- disse Dan.
-linnie?- chiese Ellie confusa.
-innanzitutto non chiamarmi bellezza perchè non ti conosco, e secondo voglio sapere chi sei e cosa vuoi dalla mia amica- sbottò Cinzia.
-oh certo. Quindi sei tu l'amica insopportabile di Linnie? Ah bello a vedersi. Linnie mi ha parlato molto di te..- lo guardai malissimo.
-è è vero quello che dice lin?- balbettò Cinzia. Abbassai lo sguardo.
-non ne ha tutti i torti- borbottò Ellie.
-ragazzi..- mi allontanai da loro -io..- mi morsi il labbro.
-dai parla piccola. Le cose devono venire a galla anche ai tuoi amici- disse Dan sorridente.
-in che senso devono venire a galla? State insieme?- disse Ellie.
-in un certo senso..- disse Dan.
-accidenti lin, che bei gusti che hai- disse Ellie. Cinzia la guardò male. -che c'è è la verità!- si difese Ellie.
-Lin..io non capisco. Alllra ecco il motivo della tua felicità. Stai con il tuo ex vicino di casa e non e lo dici? Non siamo..- si fermò un attimo -non siamo amiche?-
-...si- risposi. Notai che la gente iniziava ad andare e che quelli restanti ci fissavano curiosi. In pochi ballavano.
-allora?- presi un respiro profondo e la guardai nei occhi.
-ragazzi mi dispiace un casino ma io..- guardai Dan che mi faceva accenno di parlare -io..vi voglio bene e scusate se non vi ho detto questa cosa, ma il tempo non c'era-
-certo il tempo- rise Cinzia nervosamente.
-si il tempo. Te lo avrei detto Cin..-
-zia. Cinzia.- precisò lei.
-ma se ti ho sempre chiamato..-
-ora voglio che tu mi chiama Cinzia, decido io il mio nome-
-...E va bene. Sei incazzata? SII INCAZZATA QUANTO VUOI, MA IO MI SONO ROTTA DEFINITIVAMENTE DI AVERE UNA MOSCA, SI SEI UNA MOSCA CINZIA. DA QUANDO MIO PADRE È MORTO NON MI LASCI UN MINUTO LIBERA, LIN DI QUA LIN DI LA., INSOMMA POSSO AVERE I MIEI CAZZO DI SPAZI SENZA CHE TU MI ROMPA? SE IO VOGLIO STARE CON DANIEL CI STO E SONO FELICE ANZI FELICISSIMA DI STARCI PERCHÈ LUI, LUI...- lo indicai -al contrario tuo mi fa sentire bene. Tu invece senza offesa ma mi sono sempre sentita la stessa depressona nonostante i tuoi sforzi e credimi non è colpa tua. GOOD FREND NOW LONELY- dissi urlando più che mai.
-wow- disse Ellie.
-ora se non vi dispiace devo andare. Ora ti ho detto tutto, felice?- dissi. Mi voltai e corsi via da quel locale che mi strozzava. Giornata di merda. Era da dimenticare, davvero.

Non so bene dove andai, so solo che ero lontana da casa. Ero finita al lago dove doveva esseeci la bella serata con lui. Se lo sapevo se fossi venuta qui non sarebbe successo tutto quel casino. Ora avevo perso un amica, o forse tutti i miei amici.
Mi sedetti su una panchina e mi guardai intorno. Faceva un freddo cane e avevo addosso solo una giacchetta di pelle.
-ehilà baby!- sussultai nel sentire la voce profonda di Daniel. Si sedette accanto a me. Nessun bacio ne sguardo. Lui accese la sigaretta e me la passò ma la respinsi continuando a fissarmi le scarpe.
Ci fu un minuto di silenzio, finche lui iniziò a parlare. -hai fatto la scelta giusta- disse.
-...-
-finalmente ti sei lasciata andare-
-...-
-sei stata brava lins..-
-,..-
-vuoi dire qualcosa cazzo?-
-...-
-linnie? Parla cazzo!-
-non c'era bisogno- parlai a bassa voce.
-di fare cosa?- chiese nervoso.
-di farmi dire tutto in quel modo- lo guardai nei occhi.
-ma hai fatto bene! E prima o poi dovevano sapere..-
-preferivo il poi- tornai a fissare le scarpe. Lo sentii sospirare e circondarmi la vita. Appoggiò la testa sulla mia spalla e mi diede un bacio sul collo.
-ora sei arrabbiata con me?- sussurrò provocandomi un brivido.
-...-
-...-
-MAI- risposi alla fine. Mi prese le guance tra le mani e mi baciò dolcemente, salendo sopra le mie gambe senza farmi troppo male e facendomi appoggiare sullo schienale della sedia. Rimanemmo a baciarci per dei minuti finchè lui mi sussurrò
-non te ne pentirai-

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