CAPITOLO 39

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Aprii un occhio.
Buio.
Ancora buio.
Non si vedeva niente.
Il mio corpo era immobile.
Il mio corpo era bloccato.
Non mi sentivo più la testa.
La mente mi era sfocata.
Non mi ricordavo niente.
Provai a muovere un dito e iniziai a toccare lo strato di superficie del pavimento dove ero sdraiata.
Era freddo.
E io sentivo freddo.
Avevo ancora i vestiti della cena dallo zio.
Che ore erano?
Oddio..ma ero morta o viva?
Se ero morta avrei visto papà?
Dove sei papà?
Papà?
Nessuna risposta.
Ero all'inferno e lui in paradiso?
Papà.
Ancora niente.
Mamma?
Niente.
Dove ero?
Aiuto.
Non mi sentivo più niente.
Aiuto.
Nessuna risposta.
Provai a girare la testa a destra e fui sorpresa nel vedere a pochi passi da me un corpo.
Un corpo immobile anch'esso.
Fermo, che piangeva in silenzio.
Strizzai gli occhi ma non riuscivo a capire chi fosse.
Aiuto.
Stavo morendo.
Cosa diavolo è successo?
Aiuto.
Aiuto.
Avvicinai il mio braccio alla testa. Me la massaggiai e quando la riportai a me notai che le mie mani erano sporche di sangue.
Ero morta. Ma viva.
Chi mi avrà fatto una cosa del genere? Chi?
Mossi una gamba e poi l'altra.
Con tutte le mie forze mi strusciai verso quel corpo che piangeva, e quando vi arrivai sussultai.
-signora Grosgov..oddio sta bene?- chiesi. Ma certo! Questo era lo stesso posto dove avevo trovato la signora Grosgov quella volta..ma come ci ero arrivata?
La mia mente era troppo dolente per ricordarmi cosa avessi fatto, già era tanto che mi ricordassi il mio nome.
Scossi il braccio alla mia psicologa e lei lentamente si voltò verso di me coi occhi rossi e lucidi. I suoi vestiti erano strappati e sporchi e lei da come la vedevo era sporca e dissetata. Non riusciva neanche a sorridermi da quanto fosse debole. -la prego Signora si svegli..- la chiamai con voce rotta ma lei aveva gli occhi chiusi e non dava nessun segno di vita.
-sta attenta- la sentii dire mentre aveva gli occhi chiusi.
-a cosa signora?- ma lei era già andata. Oddio..non mi dire che era morta. Mi avvicinai al suo cuore che ancora batteva ma molto lentamente. -oddio..signora..- ero spaventata. Dovevo aiutarla..ma come?
-lasciala Lì, si sveglierà dopo-
Di colpo la porta si aprii e mi voltai di scatto vedendo arrivare un ombra scura. Più si avvicinava più mi sembrava familiare quel volto. Già perchè quello era Dan.
-Oddio Dan che bello vederti! Come siamo finiti qui?- lo abbracciai forte ma lui mi strinse solo con un braccio. -dobbiamo chiamare aiuto- gli dissi una volta staccata e tornata dalla signora Grosgov fregandomi del perchè fossi qui.
Ma lui rimase immobile. Fermo a fissarmi in modo malvagio, come se fossi pazza. Spalancai gli occhi. -Dan..chiama l'ambulanza la mia psicologa sta morendo..- ripetei pensando che non avesse capito.
Iniziò a ridere prima piano poi forte facendo rimbombare la sua voce nel grande magazzino dove eravamo.
-Oh Linnie..piccola Linnie, piccola ingenua, stupida sciocca Linnie..ma per chi mi hai preso?- splancai la bocca incredula. -io non chiamo nessuno cara- disse.
-ma..cosa..stai dicendo Dan?- chiesi quasi senza voce.
-ho detto quello che hai capito Linnie. Io non chiamo nessuno- sospirai.
-allora faccio io- iniziai a toccarmi le tasche ma..non riuscivo a trovare il mio cellulare.
-cercavi questo?- chiese facendo ondeggiare il mio cellulare.
-si dammelo- provai a prenderlo ma lui lo lanciò più lontano possibile rompendolo in mille pezzi. -cosa hai fatto!- i miei occhi si erano fatti lucidi e non riuscivo a capire cosa gli stesse succedendo. Ma qualsiasi cosa fosse non era uno dei suoi soliti momenti di nervosismo..questa era pura crudeltà.
-Lin tesoro calmati..presto tutto finirà- disse con un sorriso stampato in faccia.
-ma cosa stai dicendo Dan?- chiesi.
-oh Lin..ci sono così tante cose che non sai- mi accarezzò una guancia e io con lo sguardo seguii i suoi gesti sul mio viso.
-e cosa non so?-
-davvero vuoi saperle?-
Non risposi. -vuoi saperle davvero davvero Lin?- gli scansai la mano dalla mia faccia e feci un passo indietro.
-Dan mi stai facendo paura- dissi. Lui scoppiò a ridere ma smise subito.
-nha..io non voglio farti paura Linnie..voglio solo che tu sappia quanto sei speciale per me..-
-speciale per te?-
-già-
-ok basta io me ne vado, chiamai quando sei tornato normale- provai a fare un passo ma lui mi apparve davanti bloccandomi la strada. -Dan fammi passare- lo spinsi ma lui mi bloccò il braccio e mi fece cadere all'indietro. -aia..- sussultai toccandomi il braccio.
-sono narmalissimo eccome e tu da qui non esci-
-ma chi sei?- urlai.
-ma come..non mi riconosci più? Sono il tuo Dan-
-smettila. Dan non farebbe mai una cosa del genere. Fammi uscire da qui!- urlai piangendo. Ormai le lacrime mi solcavano il viso e non avevo più il controllo di me stessa. -Aiutoo! AIUTOOO!- strillai piangendo, ma urlai ancora più forte quando sentii un colpo secco arrivarmi dritto in pancia.
Mi piegai in due sputando sangue.
-chiudi il becco Linnie, tanto nessuno può sentirti- disse Dan prendendo i miei polsi. Li legò in una corda facendomi male poi mi prese le guance costringendomi a guardarlo. -sei bellissima tesoro. Vedrai presto starai meglio- disse sorridente.
-perchè fai questo?- sussurrai non avendo più fiato.
-ma io voglio solo proteggiarti-
-proteggiarmi da cosa?-
-dalle persone che ti stanno attorno tesoro..ti hanno sempre trattato nel modo sbagliato senza darti una vera vita e facendoti solo stare male..ora hai l'opportunità di cambiare vita di poter voltare le spalle a tua madre e ai tuoi amici..e potrai stare con me per sempre..senza regole, senza problemi..solo io e te per sempre. Non è fantastico amore?- tossì abbassando lo sguardo.
-io non ti conosco- dissi. Mi leccai i denti sentendo sapore di sangue.
-so che sei felice amore..ora vado a prenderti un asciugamano e poi torno ok? Tu intanto stai qui e non muoverti- si alzò e uscii dal magazzino.
Lentamente mi girai verso il corpo immobile della mia psicologa. Forse intendeva stai attenta a Daniel. Perchè forse era stato proprio Daniel a farle una cosa del genere e a portarmi..qui..oddio aspetta..
La cena daigli zii, il messaggio di Dan, io al lago che passeggiavo con lui, il bar, la birra e lui che mi chiedeva un fazzoletto, io che ero in bagno e..boom ora ero qui.
Prima che potessi fare qualcosa lui era già rientrato con un accendino e una coperta. -ecco tieni- mi pulii la faccia con la coperta e la posò accanto a me. -ti senti meglio?- lo guardai male.
-cosa sei veramente?- chiesi. Si mise a ridere.-sei stato tu..a portarmi qui?- ero senza voce. Ero incredula..davvero era stato il mio Daniel? Quel Daniel?!
-Linnie..Linnie Linnie...ma quanto sei stupida da 1 a 2?- chiese ridacchiando. Quella era la mia battuta. -cosa pensi che ci facci con uno stupido fazzoletto? Non ti credevo così stupida- abbassai lo sguardo con la bocca aperta. Mi stava iniziando a venire il mal di testa per colpa della botta che mi aveva dato in bagno e stavo iniziando a sentirmi male per quello che mi stava dicendo. Le cose non potevano andare peggio. -ehi tesoro- mi chiamò -stai tranquilla, presto tutto finirà-
-allora riportami a casa!- urlai.
-non posso-
-perchè?-
-perchè No!- urlò avvicinando il suo viso al mio -non posso permettermelo perchè tu andresti dalla polizia e questo non deve accadere-
-no..giuro che se mi lasci non dirò niente ti prego-
-con me non attacca piccola..ormai non credo più alle stronzate della gente-
-quale gente?-
-voi e tutto il resto. Per anni mi avete sempre mentito-
-mentito?- ero confusa.
-si tu e il tuo stupido papà-
-...mio padre non è..-
-Taci- urlò sputandomi un pò in faccia -TU NON SAI UN CAZZO DI QUELLO CHE HO PASSATO CON LUI..OH MA CERTO..TU NON SAI NIENTE DI ME..PASSAVI SEMPRE IL TUO TEMPO CON LUI, VI VEDEVO SORRIDERE ANDARE A TENNIS INSIEME AL CINEMA ECCETERA MENTRE IO DOVEVO LAVORARE COME UN PORCO PER CAMBIARE CASA E NON DARE SOSPETTI DATO CHE TUO PADRE MI AVEVA LICENZIATO..E SENZA MOTIVO!- urlò fissandomi in modo malvagio.
-di che sospetti stai parlando?- chiesi con voce tremante.
-ma come fai a non arrivarci Linnie?- i suoi occhi sbucavano dalle orbita e aveva un viso tra il pazzo e il serio -non ti sei mai chiesta perchè tuo padre non c'è più?- spalancai la bocca e lui annuii stringendo le labbra -è il momento di non avere più segreti tra di noi Linnie, è il momento che tu sappia la verità.. Io ho ucciso tuo padre.-

TELL ME YOUR SECRETWhere stories live. Discover now