CAPITOLO 13

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Sentii una mano accarezzarmi la pancia delicatamente. Ma che caspita voleva mia madre? Tra poco mi sarei alzata per andare a scuola, che mi lasciasse dormire!
Ma non ci pensava proprio! Continuò ad accarezzarmi la pancia, per poi scendere sull'ombelico, e stamparmi un bacio vicino al fianco. Spalancai gli occhi a quel gesto inaspettato di mia madre. E da quando in qua faceva certe cose?...aspetta..
-Ma buongiorno piccola!-
-Daniel?- chiesi confusa strizzando gli occhi.
-allora ti ricordi anche il mio nome? Ma che brava!- rise.
-ma che ore sono?- chiesi.
-sono le ore di ieri a quest'ora meno un quarto più un ora- sospirai mentre guardavo l'ora sul cellulare. Le 8 e 10. Le 8 e 10 cavolo! Ero in ritardo!
-porca di quella puttana! Perchè non mi hai svegliato prima?- urlai levandomi in fretta e furia la coperta di dosso. Cercai la mia maglietta e la misi, poi mi infilai le scarpe.
-ehi ehi calma tesorino! Ieri hai detto che non volevi andare a scuola- rispose tranquillamente.
-cosa? E quando l'avrei detto?-
-ieri sera..eri ubriaca, ma me lo ricordo bene- spiegò appoggiandosi sui gomiti per guardarmi meglio. Provai a pensare a cosa era successo ieri..ma non mi veniva proprio in mente. L'unica cosa a cui lensavo era "chissà cosa avrò fatto".
-oddio..la mia testa- dissi massaggiandomi le tempie. -devo andare a scuola ora-
-ma sei stanca linnie! Hai bisogno di riposare..- disse lui alzandosi dal letto per poi venire verso di me. Mi prese le mani che erano ancora sulle mie tempie e me le abbassò. -fidati, nessuno se ne accorgerà se non vieni-
-lo so ma non è da me non andarci-
-allora impara a fare cose nuove. La vita è troppo breve per pensare alla scuola non credi?- annuii ma non ero del tutto convinta. Allora Dan notando la mia indecisione mi prese le guance e mi attirò a sè baciandomi gentilemte.
In quel momento però il mio cellulare vibrò. Lo presi dalla tasca svogliatamente e lessi il mittente cioè Cinzia. Sbuffai mentre lo leggevo.
"Dove sei?"
-chi è?- mi chiese Dan.
-un'amica che tra poco strozzerò- risposi seccata.
-che ti dice?- chiese ridacchiando.
-dove sono-
-ma quante mamme hai?- scherzò.
-me lo chiedo anche io..- presi la mia borsa che era sul divano - ora devo andare se no qualcuno potrebbe insospettirsi- presi la giacca e me la infilai per poi tirare fuori i capelli che erano rimasti incastrati.
-uff..quando ci vedremo?- chiese Dan più scocciato di me.
-presto-
-presto quando?-
-mmh..potresti venirmi a prendere a scuola-
-si..e tua madre?-
-sai che ti dico? Me ne fotto..-
-così mi piaci ancora di più tesoro- disse con voce maliziosa. -adoro vedere una Linnie menefreghista e aggressiva. E credimi stanotte ero al poco di strapparti tutti i vestiti di dosso-
-grrrr, potevi farlo- risi maliziosamente.
-se me lo dicevi prima l'avrei fatto- mi circondò la vita e mi stampò un bacio sulle labbra.
-dai ora devo andare..ci vediamo dopo- dissi staccandomi.
-e va bene, a dopo- rispose rassegnandosi. Aprii la porta e uscii di corsa senza girarmi indietro. Odiavo questa situazione. Daniel mi attraeva sempre di più e lasciarlo in quel modo mi rattristava, ma dovevo farlo. Mannaggia la scuola!

Quando arrivai all'inferno, la mia classe era chiusa. Senza bussare entrai dentro e il Prof di Chimica, un tipo bassotto con la testa pelata e gli occhi grandissimi mi fissò da capo a fondo.
-quanto hai a grammatica signorina Wesly?- mi chiese.
-cosa?- ero confusa.
-non conosce il verbo "bussare"? Le è sconosciuto?-
-credo proprio di si- risposi a tono andandomi a sedere.
-non rispondere maleducata!- urlò.
-scusi- dissi a bassa voce alzando gli occhi al celo. Intanto qualcuno mi guardava e ridacchiava.
Sopratutto Cinzia che appena mi sedetti era senza parole si vedeva.
-Lin?- mi chiamò.
-ciao- risposi senza guardarla nei occhi.
-lin, tutto a posto?-
-come sempre- se non meglio.
-perchè sei arrivata tardi?- continuò preoccupata.
-Rosley sto bene, non c'è bisogno di preoccuparsi-
-Rosley?- chiese confusa -perchè ora mi chiami per cognome?-
-bhè è sempre il tuo nome- risposi tranquillamente, e mi concentrai a guardare il Prof senza ascoltare veramente.

Per il resto delle lezioni, praricamente dormii. Cinzia continuava a guardarmi stranamente rivolgendomi qualche domanda ma io rispondevo a monosillabi. La mia testa era andata. Ero solo concentrata a pensare a Daniel e a quello che mi aveva detto stamattina. Era così dolce e bello. Non vedevo l'ora di rivederlo. Ma non aspettai molto quando suonò la campanella e mi alzai in fretta e furia, correndo verso la porta.
-Lin! Aspetta!- oddio!
-si?- chiesi annoiata giarandomi verso Cinzia.
-oggi hai detto che ci vedevamo-
-ci stiamo vedendo- risposi.
-ha ha, molto divertente. Intendo oggi studiamo insieme?-
-..oggi? Ehm..non credo sia posibile-
-perchè? Hai detto..-
-si Cinzia, ho detto ma forse mi sono sbagliata..facciamo un altro giorno- dissi.
-uff..quanto dovrò aspettare ancora?-
-non lo so ma questi giorni sono pieni-
-per fare cosa?- chiese con tono duro.
-per cose mie, non puoi capirmi. Ora si è fatto tardi..- in quel momento mi arrivò un sms, lo sapevo perchè avevo il cellulare in mano.
"Sono fuori, dove sei?"
-si ora devo assolutamente andare. Ti chiamo dopo se ho tempo-
-ma lin!- protestò lei.
-ciao- corsi via uscendo dalla scuola, ma appena aprii il portone andai a sbattere contro qualcuno.
-Lin!-
-Ellie- dissi a denti stretti. Da dietro apparve Paul sorridente come sempre insieme a John.
-ehi Lin- disse Paul.
-ciao..ehm ora se non vi dispiace ho fretta-
-aspetta..oggi c'è la partita finale di basket- disse Paul.
-no davvero ragazzi, non posso e non potrò mai. Ora se mi scusate..- mi feci largo tra di loro e uscii ( finalmente) dalla scuola.
Con lo sguardo mi misi a cercare Daniel, e lo vidi a pochi isolati da me che si fumava una sigaretta appoggiato a un muro. Era perso nei suoi pensieri a guardare per terra. Per un attimo rimasi a fissarlo: era così bello! Aveva una maglietta aderente nera con una scollatura a V e dei jeans sempre neri coi risvoltini sulle caviglie. Era., semplicemente sexi. Ed ero felice che quel ragazzi sexi era lì fermo, per me.
Dopo averlo osservato abbastanza, mi avvicinai a lui lentamente.
-ehi eccomi- dissi. Mi guardò serio.
-sei in ritardo. Come sempre- disse.
-scusa babbo- dissi. Lui scoppiò a ridere nervosamente passandosi una mano sui capelli.
-devi sapere che odio i ritardatari, impara ad essere più veloce-
-ero in tempo all'inizio ma le mie amiche, mi hanno fermato-
-sparale- disse scherzando. Ma io ero seria stavolta. Qualsiasi cosa riguardasse lo sparo, preferivo evitarlo. -ehi scherzavo!- disse accarezzandomi la guancia con la mano senza sigaretta. Tornai a sorridere a quel gesto così dolce. -vuoi?- chiese passandomi la sigaretta. Senza fare troppe scuse del tipo "non fumo, non so come si fa" presi quella cosa fumante e la infilai in bocca aspirando e ispirando, aspirando ispirando, aspirando ispirando..per poi buttarla a terra e rovinarla con le scarpe.
-sono sorpreso- disse Dan all'improvviso.
-da cosa?- chiesi.
- da te. Tu secondo i miei calcoli non hai mai fumato-
-mai, ma c' è sempre una prima volta no?- chiesi prendendolo per mano.
-come hai imparato?- continuò lui.
-da te. Tutto da te- gli stampai un bacio sulle labbra e ci incamminammo lungo il marciapiede.
-dove andiamo?- chiesi.
-decidi tu dolcezza-
-sto morendo di fame-
-allora so io dove andare..-

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