CAPITOLO 28

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-every night in my dreams, i see uou i feel you, that is how i know you go on..far across the distamce and spaces between us, you have come to show you..go on..near, far, where ever you are i belive that the heart does go on..and you are safe in my heart and my heart will go on and on..-  la canzone di Celine Dion, mi rimbombava nelle orecchie da ore.
Oggi non ero andata a scuola per evitare problemi. Nel senso di vedere Dan, o di vedere i miei ex amici divertirsi tra di loro senza di me.
La mia depressione era tornata e infatti ora me ne stavo sdraiata sul letto, coi gli occhi gonfi e la testa che girava per le troppe lacrime versate in questi giorni. Mia madre non so dove fosse perchè da quando mi ero alzata non avevo neanche minimamente osato uscire dalla porta della mia stanza. Tutti ce l'avevano con me e io ce l'avevo con tutti. Ora mi odiavo come odiavo gli altri. Ero persino riuscita a non pensare a Dan per sabato, domenica e oggi. Record! Ok scherzooooo! È assolutamente ovvio che il mio primo pensiero fosse lui. Per questi giorni che non l'avevo visto mi era mancato tutto di lui: le sue labbra, le sue mani su di me, i suoi occhi attraenti, le sue labbra e..le sue labbra e i suoi occhi attraenti e le sue labbra e le sue mani su di me, e le sue labbra e le sue labbra e..ho già detto le sue labbra? Si, ma non era abbastanza.  Io quel ragazzo dovevo vederlo. Non so bene che droga mi dia quando ci baciamo o quando mi offre le cose ma secondo me è una droga molto potente dato che non riesco a non pensarlo e a non pensarlo e a non..stavo diventando matta.
Mi tolsi gli auricolari e li arrotolai al cellulare e scesi dal letto. La mia schiena e le mie gambe erano veramente rigide. Le stiracchiai e mi trascinai in bagno.
Prima di tutto la mia faccia faceva schifo. Le mie occhiaie erano borse dove sarebbero centrate persino metà della mia valigia.
Sospirai mentre mi lavavo la faccia con la saponetta.
Ora andava meglio..mi pettinai i capelli, e andai a vestirmi.
Mmh..qualcosa di carino, brutto o casual? Meglio carino.
Presi dei jeans normali, e un maglione gigante che mi arrivava fin sotto il sedere. Ok, non era un abbigliamento carino ma era ok.
Aprii la porta di camera e nel corridoio non c'era nessuno. Superai l'ingresso ed uscii di casa tranquillamente.
Chissà dove era mia madre...sarà da sua madre probabilmente.
Attraversai la strada e iniziai a correre verso la London High street, cioè la via di Dan.
Non so bene perchè stessi andando da lui, ma la tentazione era fino le stelle. Non potevo ignoralo per sempre, non ce la facevo.

Arrivai davanti casa sua e bussai forte, impaziente di vederlo.
Nessuna risposta. Bussai ancora. E sentii dei passi venire verso la porta. Ma..aspetta..
-e tu chi saresti?- quello non era Daniel, ma bensì una ragazza addirittura con un accappatoio in casa del MIO ragazzo. -ho detto chi sei? Dov'è Daniel?- ero nervosa,  mi stavo arrabbiando.
Questa, intimidita arrossii.
In quel momento arrivò anche Daniel senza maglietta che si grattava la testa nervosamente.
-Cosa vuol dire?- chiesi con voce rotta guardandoli tutti e due.
-Lin, wow..cosa ci fai qui?- chiese Dan visivamente agitato.
-bhè ero venuta per farti una sorpresa, ma a quanto pare la sorpresa me l'hai fatta tu..-
-oh wow ok ehm..Jennifer devi andare, ci sentiamo un altra volta- disse a quella ragazza che sembrava sorda-muta. Questa annuii, prese la sua borsa e correndo uscii da casa. -vuoi entrare?- mi chiese Dan dopo un pò.
Per tutta risposta continuai a fissarlo incredula.
-ma che razza di domanda è?- ero disgustata. -cioè tu, tu Brutto pezzo di merda mi stai chiedendo se posso..ma sei impazzito?- portai l'indice alla tempia per dire che era pazzo.
-Lin, posso spiegarti-
-Dan semplicemente VAFFANCULO..io ho chiuso-
-aspetta..- lo sentii dire ma me ne ero già andata. Ero così nera, nera ma nera che andandomene diedi un pugno al muro e mi feci male da sola riportando una piccola ferita sulle nocche.
Ma ora non me ne fregava niente. Potevo aspettarmi tutto da lui ma..non questo. Però io..io..non ce la facevo ad essere arrabbiata con lui, ora tutto quello che volevo era tornare indietro e perdonarlo ma ormai le mie gambe erano sulle scale di casa mia.

Aprii con forza la porta e la sbattei. Forse feci troppo rumore perchè dalla cucina uscii mia madre preoccupata.
-Lin tutto ok?- questa non ci voleva. Non doveva vedermi in quello stato, non ora. Mi coprii gli occhi con la mano. -Lin ehi stai bene?-
-si mamma..sto bene- risposi tenendo lo sguardo basso -ah e comunque puoi stare tranquilla, non stiamo piu insieme- dissi prima di chiudere la porta della mia stanza e per poi rimanerci per le prossime 18 ore.

La notte, alle 3 di mattina, Dan mi aveva mandato più di 6 sms no stop:
"Possiamo parlare?"
"Lin, ti prego rispondi"
"Non è come pensi,  quella era una vecchia amica!"
Sms incazzati:
"Cazzo Lin rispondi!"
"Porcaputtana rispondi!"
"Mi sto incazzando, rispondiii" e io non avevo risposto. Avrei voluto tanto credergli ma non sapevo neanche se quello che mi stava dicendo era vero, non sapevo come era fatto Dan non sapevo niente di lui solo che si chiamava Dan. Ogni volta che volevo sapere qualcosa su di lui non rispondeva come se nascondesse qualcosa. Era difficile fidarsi cecamente di una persona che non ti dice mai niente di sè. Ma io ero innamorata davvero di lui e non potevo sopportare o tollerare che ci fosse un altra ragazza che non fossi io in casa sua in accappa..no no no. Questo è inconcepibile.
Con la rabbia ancora in corpo mi addormentai ovviamente dopo aver spento il cellulare e sprofondai in un sonno profondo.

**
Il mattino seguente, mi alzai con un dolore allucinante alla testa. Ultimamente soffrivo troppo di mal di testa, era insopportabile.
Con tutte le forze mi alzai dal letto e a passo svogliato, presi 2 vestiti al volo e andai in cucina.
Mia madre stava ancora dormendo. Non era da lei a quest'ora.
Presi un aspirina e la ingoiai bevendo dell'acqua.
Blè. Saporaccio. Odiavo le medicine. Quando ero più piccola e avevo la febbre, mio padre etrava in camera mia con 3 sciroppi e mi diceva di scegliere e se dicevo di no mi obbligava allora a berli tutti e tre, così dovevo per forza scegliere ( tanto poi lo vomitavo).
Presi lo zaino e uscii di casa infilandomi gli auricolari e facendo partire a ski full of stars dei coldplay.
Di solito non era da me ascoltare queste canzoni infatti non sapevo neanche perché ce l'avevo nel cellulare, ma quando mi sentivo depressa li ascoltavo.
Non credo avrei mai perdonato Dan molto facilmente stavolta.

Appena entrai in classe, Cinzia e Ellie erano già arrivate e si voltarono subito verso di me. Le ignorai completamente sospirando e andai a sedermi nel mio solito posto, da sola.
Quando alzai lo sguardo verso le mie ex amiche,  notai che mi stavano ancora fissando curiose e tristi allo stesso tempo.
Prima che potessi distogliere lo sguardo, le due si avvicinarono lentamente a me continuando a fissarmi quasi impaurite.
-ehm..Lin?- a parlare fu Cinzia. Non ci speravo neanche che sapesse più il mio nome. -tutto ok?- chiese con un filo di voce.
Le guardai per un attimo confusa, poi annuii lentamente.
-si- sussurrai -ma non capisco perché dovrebbe fregarvi dato che sembra stiate bene senza di me- dissi innervosita.
-non abbiamo mai detto questo- rispose Ellie.
-ma me lo avete fatto capire- ribattei.
-con questo cosa intendi?- chiese Cinzia smettendo di sorridermi affettuosamente.
-che potete anche andarvene- sputai acida. Cinzia era confusa e Ellie sorpresa.
-stai scherzando?- chiese Cinzia.
-ti sembra che scherzi?-
-io..io non ci posso credere Lin..noi siamo venite qui per tornare amiche e starti accanto e tu..-
-Certo starmi accanto- interruppi Cinzia incrociando le braccia al petto. Intanto alcuni dei nostri compagni di classe ci fissavano tutti borbottando qualcosa. -scommetto non ti sei neanche ricordata che meno di 5 giorni fa era l'anniversario della morte di mio padre- continuai.
-come puoi dire una cosa del genere Lin? Certo che me lo dono ricordata per questo sono qui adesso- rispose diventando rossa dal nervosismo.
-non ti ho chiesto niente sinceramente Rosley e neanche a te- dissi indicandole tutti e due -ah e se volete tanto saperlo io e quel cojone di Daniel come lo hai chiamato tu Ellie, ci siamo lasciati..spero siate felici- l'ultima parola la dissi con le lacrime ai occhi.
-mi dispiace- sussurrò Cinzia.
-certo come se ti fregasse davvero, Vaffanculo!-
-che succede?- parlo Jess intervenendo.
-ecco tornatene dall tua amichetta e lasciami stare..- dissi pulendomi le lacrime inutilmente, tanto scendevano lo stesso.
Spinsi la folla che si era formata intorno a noi e scappai in bagno.
Mi chiusi nella toilette per chissà quanto tempo ignorando la campanella, la ragazza che bussava alla porta, e tutto il mondo intero, lasciandomi cadere in una pozzanghera di singhiozzi.

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