CAPITOLO 32

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Esatto, quella persona la conoscevo molto bene e vederla in quelle condizioni era..a dir poco orribile.
-Signora Grosgov!- essa chiuse gli occhi e mi sorrise debolmente. Sembrava che non mangiasse da anni, era sporca in viso e non aveva più forze. -oddio..mio..chiamo l'ambulanza- presi il cellulare ma lei mi fermò.
-no, non farlo ti prego..devi andare..- disse facendo una pausa a ogni parola.
-ma è ridotta malissimo ha bisogno di un dottore- protestai.
-no davvero se lo scopre mi uccide-
-ma chi?- ero confusa.
-lui..ha detto che se la polizia lo scopre torna qui e mi finisce-
-non capisco..- con le mani provai a staccare il piccolo cancello che ci divideva ma era d'acciaio ed era impossibile da togliere. -per favore signora Grosgov lasci che l'aiuti e le giuro che chiunque sia questa persona non lo scoprirà- la pregai guardandola preoccupata. Alzò debolmente il viso verso di me e mi sorrise di nuovo chiudendo gli occhi. Non sapendo bene cosa fare, le strinsi la mano.
-Lin, ti prego non insistere, aprrezzo il tuo sforzo ma davvero se vuoi che viva vattene. Devi andartene e non dire a nessuno che sono qui..ormai ci sono abituata da qualche mese- mi disse non avendo neanche le forze di guardaemi in faccia. -ti prego promettimelo- annuii lentamente stringendo le labbra e la sua mano.
-lo..lo prometto- dissi.
-ti ringrazio. Ora vai che è tardi..- mi alzai da terra e presi Spinki in braccio che era più terrorizzato di me.
-arrivederci signora Grosgov- dissi.
-ciao..- tossì -ciao Lin- mi voltai di scatto e me ne andai correndo. Il naso mi pizzicava e gli occhi si facevano lucidi. Non sapevo cosa stava succedendo e non sapevo chi fosse quella persona che aveva ridotto la mia psicologa personale in quello stato ma l'unica cosa che sapevo era che lo avrei scoperto e l'avrei tirata fuo..
-Lin!- mi sentii prendere dal braccio ed essere sbaddutta sul muro in modo troppo brusco tanto che Spinki spaventato volò via a terra. Aprii gli occhi e mi apparve davanti un Dan inferocito che mi fissava in modo minaccioso.
-ma sei impazzito Dan?- urlai non capendo cosa stesse facendo.
-dove cazzo eri eh? Sei andata lì vero? Eh? Eh?- sbottò tenendo il collo della mia giacca e scuotendomi.
-ma di cosa stai parlando?- chiesi spaventata e confusa. Non era da lui essere così con me.
-lo sai bene di cosa parlo Lin, non fare la finta tonta..ti ho detto di non andare in quella via e tu..-
-sono andata lì per cercare il gatto cosa stai dicendo?- urlai.
Si spostò da me velocemente e si toccò I capelli imprecando a bassa voce. Mi sistemai la giacca e lo guardai confusa. -ma cosa ti prende Dan?- chiesi.
-no, niente lascia stare-
-no dimmelo perchè proprio non capisco il tuo problema! Arrivi così e mi sbatti contro un muro così?- urlai gesticolando.
Lo sentii sospirare.
-scusami ok? Ma..ma non puoi andare da sola in posti del genere senza una sicurezza-
-senza un cosa? Ma pensi che abbia 4 anni? So badare a me stessa grazie- ribattei non riuscendo a calmarmi.
-e invece no!- urlò.
-cosa?- ero incredula. Prima mi chiedeva scusa poi mi urlava contro di nuovo.
-dio scusa..- disse ancora innervosito -sc,scusa io non so..non so bene cosa mi sia preso-
-ti sei drogato?- chiesi.
-no ma..non è questo il punto..-
-e allora quale sarebbe il punto? Non ti capisco Dan-
-non c'è nessun punto lascia stare. È tardi, ti accompagno a casa- si incamminò lungo il marciapiede velocemente e io ancora shoccata lo seguii.
La sua macchina era a pochi isolati da lì.
Mi sedetti tenendo stretto tra le braccia Spinki che fissava in modo strano Dan. Chissà se aveva capito qualcosa..a volte gli animali erano più intelligenti dei esseri umani eh. Ma non era il momento di pensare a questo.
Per tutto il tragitto non feci altro che guardare pensierosa fuori dalla finestra. Le cose mi erano confuse ora come ora. Dan era impazzito, la signora Grosgov era rinchiusa in una specie di cella e non voleva che nessuno lo scoprisse e Dan..Dan..lo guardai mentre guidava nervosamente la macchina senza distogliere lo sguardo dalla strada. Sospirai appoggiando la testa al finestrino.
-stai bene?- mi chiese con voce roca. Chiusi un attimo gli occhi e li riaprii sospirando di nuovo.
-certo, stavo solo per essere uccisa dal mio ragazzo ma a parte quello sto benissimo- risposi ironicamente ma rimanendo seria.
Dan sospirò toccandosi i capelli.
-ti ho già chiesto scusa Linnie, poi decidi tu cosa fare-
-ma io non capisco- sbottai girandomi verso di lui. -non capisco che ti prende..è da un pò che sei strano e allora le opzioni sono 2: o stai facendo uso di qualche droga che ti fa rintontire o mi stai nascondendo qualcosa o..-non finii la frase che mi sentii le labbra di Dan sulle mie, ma il bacio non durò tanto perchè lo spinsi via bruscamente. -ma sei impazzito?- urlai guardando la strada. Per poco non andavamo a sbattere su un palo.
-eh calmati Lin, ho tutto sotto controllo, sono un professionista- ridacchiò. Ero senza parole. Quel ragazzo mi sorprendeva sempre. Come può uno essere prima nervoso, poi pazzo, poi incazzato e poi..dolce e poi calmo e..Cristo, non ci capivo niente.
-sei difficile da capire- gli dissi scuotendo la testa.
-me l'hai già detto- rispose.
Dopo pochi minuti arrivammo finalmente a casa mia. Credevo che non ci saremmo arrivati mai.
Scesi dalla macchina e subito dopo lo fece anche Dan sbattendo la portiera. Mi avvicinai alla porta e la stessa cosa fece Dan,
-ehm..non sapevo abitassi qui- dissi girandomi verso di lui.
-infatti non abito qui- rispose mettendosi le mani in tasca.
-mmh ok allora buona notte-
-e te ne vai così?-
-cosa?-
-insomma..ti ho accompagnato a casa e il minimo che potresti fare è ricambiare il bacio che..- mi circondò la vita con un gesto veloce -che..bhè che abbiamo interrotto- finii con voce maliziosa. Mi misi a ridere scuotendo la testa.
-volevi per caso morire?- chiesi.
-sta zitta e baciami- rispose. Senza farmelo ripetere ancora mi avvinghiai sulle sue labbra e così rimanemmo per dei minuti sotto casa mia, alle 11 e 30 di notte a baciarci appassionatamente e a toccarci in tutte le parti. Avevo perso la testa.
Iniziai a toccargli i capelli mentre lui mi toccava la schiena su e giù. Ormai quel bacio non era più dolce ma voglioso e più bagnato. In poco tempo mi ritrovai sbattuta contro la porta di casa con Dan che mi lasciava dei piccoli baci lungo il collo, l'orecchio, il petto.
In un fratto di secondo mi sembrò di sentire il mio nome ma forse stavo solo immaginando.
-ehm..ragazzi?- Dan continuava a succhiarmi il collo cercando di farmi un succhiotto e dovevo ammettere che per essere la mia prima volta era bellissimo. -ragazzi?- dopo che Dan finii col mio collo tornò alle mie labbra e..
-RAGAZZI BASTA INSOMMA!- mi staccai da Dan bruscamente cadendo di sedere su in cespuglio. Aia! Era pieno di spine.
-stai bene?- Dan mi pprse la mano e mi aiutò ad alzare. Ora toccava affrontare mia madre che mi cioè ci stava fissando in modo disgustato. In mano aveva le buste della spesa e le chiavi.
-signor Wesly!- disse Dan provando a sciogloere la tensione ma era initile. -ehm come sta?-
-molto bene grazie. Ora basta con le feste, è tardi torna a casa Dan e tu..entra subito dentro- disse guardandomi infuriata. Annuii e aprii la porta di casa.
Subito dopo entrò anche mia madre sbattendo la porta e poggiando le chiavi e la spesa sul tavolo. Come se niente fosse presi un bicchier d'acqua e lo finii tutto. Tanto per tenere la bocca occupata. -cosa cavolo era quello?- sbottò incrociando le braccia. Riempii il bicchiere di nuovo.
-cosa?-
-Lin dio, lo sai bene di cosa parlo non farmelo ripetere- rispose esasperata.
-ah intendi il bacio?- chiesi sorridendo -non era niente, solo un bacio della buona notte- risposi indifferente come se la cosa fosse normale.
-hai voglia di scherzare Lin? Stavate praticamente scopando per terra di fronte a tutto il vicinato dio santo! Ora farò una brutta impressione ai Lenninghton, i Riyans e alla famiglia Olivs- disse toccandosi la testa a ogni nome. Buttai l'acqua nel lavandino e posai il bicchiere con rabbia.
-ti frega solo delle tue stupide figure di merda? Se ti faccio così tanto schifo come figlia allora dimmelo e me ne vado dato che neanche tu sai accettare la mia felicità e la mia relazione con Dan. Tanto siete tutti uguali, tutti uguali. Scommetto che se era papà lo avrebbe accettato- dissi in un fiato con la rabbia che avevo in gola.Corsi subito in camera e sbattei la porta. C'erano stati troppi sbattimenti di porta per oggi e io ne avevo abbastanza del comportamento di mia madre.
Tirai fuori un borsone dall'armadio e ci misi dentro tutto quello che avrebbe potuto servirmi. Vestiti, cellulare, spazzolino, scarpe..
Dovevo andarmene. E al più presto.

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