CAPITOLO 1: Giorni Felici

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Prologo

Giulia, 18 anni, studentessa modello, figlia perfetta, capelli corti, castani, occhi castani, limpidi e luminosi nel guardare lui, Riccardo, 20 anni, capelli folti e neri, occhi profondamente neri, ribelle per natura, alto e ambizioso.

Giulia era felice, felice perché Riccardo rappresentava tutto ciò che lei avrebbe voluto essere e che non era mai stata; era come se lui le desse la possibilità di vivere due vite: quella da studentessa e figlia perfetta e quella da ribelle amante delle nuove avventure. Era l'Italia del 2013, un'Italia amara e cruda, un'Italia che, a causa della sua corruzione faceva soffrire chi, ancora, credeva nel futuro, un'Italia che costringeva i suoi cittadini ad andare via come una madre che costringe i propri figli ad abbandonare la propria casa. Così Riccardo descriveva l'Italia. Era bello stare con lui, lui che nonostante la sua provenienza era diverso da suo padre, lui che non aveva peli sulla lingua, che mostrava i suoi lati negativi senza preoccuparsi di quello che avrebbe pensato la gente, che odiava suo padre, lui che non piaceva ai suoi... lui che se n'era andato ma che era ancora con lei, dopo quasi dieci anni. C'era quando il buio della notte disegnava la sua immagine, quando il silenzio delle sue sere lasciava spazio al suono della sua voce, quando il suo ricordo riempiva la sua triste realtà, una realtà vuota e senza senso che aveva come unica soddisfazione l'utilità del suo lavoro di medico chirurgo. Se n'era andato, se n'era andato perchè le aveva chiesto di fare una scelta e lei aveva scelto, aveva scelto la sua famiglia incasinata pur sapendo che così lo avrebbe perduto per sempre. Adesso però aveva perso due cose: lui e suo padre. Già suo padre, ogni volta che lo guardava era come se sul suo volto Giulia leggesse la causa della sua infelicità. Chissà se anche Riccardo pensava ancora a lei.

Roma, 5 Giugno 2023

Sono nel mio studio, ho il turno di notte e, come ogni sera, mi lascio cullare dai ricordi.

Roma, 3 Luglio 2012

"Sicura che ai tuoi non darà fastidio il fatto che mio padre sia un mafioso?"

"Ma si, sono persone intelligenti, per loro certe discriminazioni non esistono, soprattutto se riuscirò a fargli capire che ti amo e che mi fai stare bene... vedrai che capiranno!"

Purtroppo così non fu. Chissà, forse sarebbe cambiato tutto se solo si fossero sforzati di capire, forse sarebbe cambiato tutto anche se io avessi avuto il coraggio di seguirlo... è tutta colpa mia, solo mia, la bellezza della seconda vita che mi faceva condurre, quella da ribelle, non era bastata a rendermi tale. Sono cresciuta in una famiglia con cinque figli, di cui quattro figli maschi che davano sempre problemi così, io che ero l'ultima, sono cresciuta cercando di dare ai miei genitori meno problemi possibile, quasi come a volerli ripagare di tutto quello che i miei fratelli gli avevano fatto passare, quasi come a volermi assumere la responsabilità degli errori degli altri. Così, io che avevo sempre fatto di tutto per loro, ho ricevuto un no a qualcosa che loro avrebbero potuto fare per me, per rendermi felice, per regalarmi il mio angolo di serenità e pace.

La mia vita era piena di successi ma senza senso: 10 a scuola e 0 nella vita, 10 in condotta e 0 in amore, 10 nella categoria i miei genitori sono fieri di me ma 0 felicità... insomma, una vita piena di dieci scontati ma anche piena di pesantissimi zeri, almeno fino a prima di conoscere Riccardo.

Riccardo, il primo giorni in cui ci siamo conosciuti mi ha dato uno schiaffo sostenendo che ero una falsa; secondo lui ero troppo calma, troppo perfettina; a suo parere era impossibile che una ragazza di diciott'anni si comportasse come me: sempre seria, con mille problemi, mai un giorno in discoteca, mai una stupidaggine... nulla. Lui che era una persona di pancia mi schiaffeggiò in reazione a qualcosa che avevo detto urlandomi, neanche troppo implicitamente, che ero una repressa del cazzo. Il giorno dopo era all'uscita della mia scuola in macchina ad aspettarmi sostenendo che doveva parlarmi e sei mesi dopo c'eravamo ritrovati in spiaggia, di notte, a fare l'amore. L'anno trascorso insieme a lui era stato il più bello della mia vita; lui il mio primo amore, il mio primo bacio, la mia prima volta... il mio primo tutto. Nella mia vita era arrivato tutto troppo tardi. Anche lui era arrivato troppo tardi, troppo tardi per cambiare me e i miei genitori. Era bello. La prima volta che lo vidi fu a scuola.

IndelebileWhere stories live. Discover now