CAPITOLO 43: Epilogo

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Punto di vista di Giulia


In questi giorni sono andata con mia madre a farmi stringere il vestito dalla sarta, ora mi calza a pennello. Ho colto l'occasione per dire a mia madre che le voglio bene; non gliel'avevo mai detto, sono felice di averlo fatto.

Il giorno del matrimonio arriva ma io non ho chiuso occhio, ho passato la notte a sfogliare il mio vecchio diario. Ho sempre avuto l'abitudine di scrivere il diario e adesso ne sono felice; attraverso quelle pagine rivivo gran parte della mia vita e mi rendo conto di quanto sono cambiata. Da adolescente scrivere mi piaceva molto. Ci sono momenti nella vita in cui scrivere diventa un'esigenza; la mia esigenza era quella di evadere ed entrare in un'altra dimensione.

Sui miei diari c'era tutto: le mie emozioni e ciò che avevo vissuto, ciò che mi aveva reso felice e ciò che mi aveva reso triste. Mi rendo conto di quanto Riccardo sia stato presente in tutta la mia vita. Non l'ho mai dimenticato e lo portavo sempre con me come un segreto prezioso da custodire con la massima cura.

La mattina del mio matrimonio inizio con il sistemare i gemelli. Una volta vestiti cerco di dedicarmi a me. Nel frattempo arriva mio padre.

"Giulia sei ancora in pigiama?"

"Papà i gemelli si sono svegliati poco fa!" dico in fretta e furia.

"Dammi i bambini e vestiti su..."

"Ok, ok... Riccardo?"

"Ha dormito da me ed è pronto da un'ora. Si vede che quel ragazzo non ha mai indossato una cravatta in vita sua..."

"Perchè?"

"Pur impegnandomi non riuscirei a fare un nodo più maldestro del suo!"

Sorridiamo.

"Dov'è mamma?" chiedo.

"Sta arrivando..."

Dopo qualche minuto entra mia madre con delle signore agitate che irrompono in casa mia. Devono essere la parrucchiera e l'estetista.

"Dov'è la sposa?"

"Di là" risponde mio padre sorridendo nel vedere mia madre super entusiasta.

Un nanosecondo dopo le tre donne irrompono in camera mia.

"Tesoro sei bellissima!" dice mia madre.

Io la guardo basita.

"Ma mamma, sono in mutande!"

"Vabbè dettagli... dai vieni qui" risponde mia madre afferrandomi e facendomi sedere su una sedia.

L'estetista appoggia sul letto una valigia con talmente tante tonalità di ombretto che sembra difficile anche distinguerli e vederne le differenze. La parrucchiera apre una valigia piena di spazzole, pinze, fermagli di ogni tipo...

Insomma, sembra uno di quei programmi in cui trasformano le ragazze da regine dei cenci in super fighe. Inutile dirvi che quei programmi mi hanno sempre fatto schifo!

In ogni caso mi prendono e mi travolgono con il loro entusiasmo, come se non ne avessi già abbastanza di  mio. Non sto più nella pelle.

Quando hanno finito di sconvolgermi cerco di guardarmi allo specchio ma me lo impediscono.

"Prima il vestito!" mi ordinano.

Entro nel vestito e mi guardo allo specchio.

Sembro un'altra persona, quasi non mi riconosco.

Sono tanto felice, tantissimo.

Sono pronta.

Mi dirigo nel salone e mio padre, quando mi vede, si commuove.

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