CAPITOLO 23: Il meglio di te

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Punto di vista di Riccardo


Comincio a parlare continuando a tenerla tra le braccia.

"Con le altre funzionava in modo diverso..." dico.

"Diverso come?" mi chiede.

Faccio un profondo respiro:

"Le legavo e le bendavo. Niente fruste o cose del genere, assolutamente. Solo le legavo e le bendavo perchè così mi sentivo più tranquillo. A loro dicevo che questo avrebbe aumentato il loro piacere ma non era così..."

La vedo sgranare gli occhi. Cerca di allontanarsi da me e io la lascio. Conoscendola la cosa deve averla sconvolta come se le avessi detto di aver ucciso un uomo.

"Le legavi e le bendavi?" chiede incredula.

Annuisco e ricomincio:

"A volte, mentre stavamo insieme pensavo anche a te in quelle situazioni, avrei voluto fare esattamente la stessa cosa e avevo paura che toccandoti e andando oltre mi sarei ritrovato a farlo senza neanche rendermene conto e senza avertene prima parlato. A quel punto mi avresti odiato. So cosa pensi di questi... diciamo di questi aspetti della sessualità! Ho provato a parlartene ma avevo paura di rovinare i nostri momenti insieme e così mi limitavo a starti lontano" dico senza smettere di guardarla.

Lei si guarda intorno con fare nervoso e prende un altro calice dal vassoio di un cameriere che passava tra la gente. Lo manda giù d'un fiato poi si passa la mano destra tra i capelli.

"Sei diventato una specie di pervertito o cosa?" mi chiede.

Mi fa sorridere il fatto che per lei la perversione sia questo.

"Lo trovi divertente?" mi chiede.

Cerco di tornare serio:

"No, è solo che non credo si possa definire perversione e comunque no, non sono affatto un pervertito. In questi giorni che siamo stati lontani ci ho pensato, ho pensato a come sarebbe stato se avessimo avuto un rapporto di quel genere..." dico.

"E...?"

"E ho capito. Credo che sarebbe orribile. Se ci ripenso capisco perchè mi sono comportato così in passato. Legavo e bendavo le donne che mi portavo a letto perchè non volevo essere nè guardato nè toccato. Mi illudevo che andasse tutto bene ma la verità è che niente andava bene. Avevo paura di trovare in qualcuna qualcosa di te: il modo di toccarmi o il modo di guardarmi o qualsiasi altra cosa. Non volevo perchè non volevo che venissi paragonata a loro. Ricordi quando da ragazzi ci rimanesti male quando ti dissi che avevo già fatto l'amore? Mentivo. Sesso, è stato solo sesso prima di te... e anche dopo. L'amore l'ho fatto con te, solo con te in tutta la mia vita Giulia e nonostante volessi dimenticarti non volevo che qualcuna prendesse il tuo posto. E' stupido, lo so ma è così. Portarmele a letto era uno sfogo ecco, e loro lo sapevano"

Mi avvicino a lei e la attiro a me, avvicino il mio viso al suo e lei non si oppone.

"Allora perchè volevi farlo anche con me e ora non vuoi più?"

"Perchè volevo non lo so, forse l'abitudine; quello che so perfettamente è perchè non voglio più: non potrei sopportare il fatto che non mi tocchi o non mi guardi mentre facciamo l'amore. Io ho bisogno di te Giulia" dico, dando voce alla mia fragilità tenuta accuratamente nascosta in questi anni.

Lei plasma il suo corpo al mio noncurante delle persone che ci sono intorno.

"Anche io ho bisogno di te" mi dice e il mio cuore si gonfia.

IndelebileWhere stories live. Discover now