CAPITOLO 38: Discrepanze

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Punto di vista di Giulia


Riccardo è uscito e anche io sono in ospedale. Gli ho appena scritto un sms. dopo qualche istante il cellulare squilla. E' un sms.

Vieni, devo parlarti. Ci vediamo al Parco del Pincio.

E' Riccardo. Come mai questo "tono"? L'ansia mi sale in un attimo. Tuttavia ho finito il turno, per cui mi tolgo il camice e mi dirigo alla porta ma non faccio in tempo a uscire perchè una figura maschile mi spinge nuovamente nel mio studio.

"Emiliano?" chiedo.

Lui per tutta risposta mi fissa incredulo la pancia. Ha gli occhi rossi, è anche fuori di se in modo abbastanza evidente.

"Quel bastardo, quel figlio di puttana..."

Mi si gela il sangue a sentire il suo tono.

"Che stupida, e io che pensavo fossi venuto per scusarti. Evidentemente non è così per cui lasciami in pace, ho da fare..."

Tuttavia non riesco ad oltrepassarlo perchè Emiliano mi blocca contro il muro.

"Hai bevuto" dico.

"E' stato tutto inutile, è stato inutile perchè lui ti perseguiterà sempre, non ti lascerà mai in pace quel bastardo!"

"Emiliano io lo amo, fattene una ragione!" dico dura.

"Non è così che doveva finire... non è così..." dice sbattendo un pugno contro il muro.

Io per tutta risposta mi porto le mani al ventre. Da quando aspetto i gemelli lo faccio spesso, come a volerli proteggere dal male del mondo.

Lui si avvicina spingendomi contro il muro e avvicina il suo volto al mio.

Ma che cazzo?

Mi sfiora le guance col dorso della mano ma il suo non è un gesto amorevole di un fratello nei confronti di una sorella il che mi inquieta.

"Emiliano cosa vuoi da me?"

"Se solo sapessi. Nostro padre si fa convincere con poco, è bastato raccontargli qualche cazzata su Riccardo per fare in modo che lo odiasse e che lo allontanasse da te. Non lo odia per suo padre..." dice sorridendo, maligno.

"Sono stato io a metterlo contro di lui, sono stato io Giulia, e c'ero riuscito. Ma ora quel bastardo è tornato, è tornato per cui è stato tutto inutile. Se quel bastardo non fosse tornato magari questo bambino sarebbe mio!"

Mi sale un conato di vomito.

"Emiliano cosa stai dicendo? Io e te siamo fratelli! Mi sale il ribrezzo anche solo a ripensare alle tue parole, lasciami!" urlo oramai ma lui non mi lascia.

"Tu dovevi essere mia! E ' una vita che ti desidero ma tu no, sempre a pendere dalle labbra di quello stronzo!"

Oh mio Dio aiutami.

"Emiliano sei fuori di te, non sai quello che dici!" cerco di rabbonirlo ma lui mi stringe le braccia in una morsa.

"Io lo so benissimo quello che dico. Io e te potevamo! Ci sono tante cose che non sai Giulia e la vita a volte ti riserva delle cose che non ti aspetti" dice al mio orecchio facendomi scorrere le dita lungo i fianchi.

Mio Dio mi sento male dal ribrezzo. Non posso credere che mio fratello stia facendo questo.

Sento bussare alla porta.

Grazie a Dio!

"Giulia ci sei, perchè ti sei chiusa qui dentro?"

Dottor Guglielmo, Grazie a Dio!

"Rispondi, dì che va tutto bene, forza!"

"Emiliano ti prego, parliamone con calma non così!"

"Forza!" ringhia, stringendomi ancora di più il braccio.

Stringo gli occhi e inizio, balbettando:

"V-va tutto bene. Esco tra un secondo..." ma non finisco la frase perchè all'improvviso la porta del mio studio viene tempestata di pugni.

"Giulia apri!"

E' Riccardo, si sarà preoccupato perchè non mi ha vista arrivare.

"Riccardo aiutami ti prego!" urlo a quel punto e subito dopo Emiliano inizia a strattonarmi.

"Ti avevo detto di tacere, Giulia. Ma se non posso averti io non ti avrà nessun altro!" dice estraendo una siringa dalla tasca.

Oh mio Dio, i miei bambini. Ma con che razza di mostro ho vissuto per tutti quegli anni?

Cerco di divincolarmi come posso fino a quando la porta del mio studio si apre di botto e vedo Riccardo corrermi incontro e il dottor Guglielmo gettarsi su Emiliano. In tutto ciò Francesco tenta di tranquillizzare mia madre che è visibilmente scossa alla vista di quella siringa con chissà cosa dentro.

"Cosa ti ha fatto, Giulia?"

Io non riesco a rispondere, riesco solo a vedere il dottor Guglielmo inveire contro Emiliano in un modo che non si addice per niente ad un uomo del suo calibro e, soprattutto, detto molto onestamente, senza che ci siano dei validi motivi o interessi in ballo. In fondo si, ci conosciamo da molti anni ma non credevo ci tenesse fino a questo punto a me.

"Ti prego, fermali!" dico a Riccardo.

Mi guarda contrariato ma mi accontenta, palesemente controvoglia.

Emiliano ha il labbro sanguinante e un ematoma sta circondando la sua mascella.

"Tu sei un bastardo, non ti permettere mai più a toccare mia figlia hai capito? Tu non devi toccare mia figlia, bastardo!" lo sento urlare.

"Emanuele, ti prego" sento dire a mia madre che, finalmente e al contrario di me, reagisce anche se è in lacrime. Non vorrei trovarmi nella sua posizione in questo momento.

Riccardo riesce a tirar via il dottor Guglielmo che mi guarda ma nel mio cervello sento riecheggiare solo le sue ultime parole.

Non ti permettere mai più a toccare mia figlia hai capito? Tu non devi toccare mia figlia... mia figlia, mia figlia...

Mi lascio andare contro il muro e crollo, finendo con il sedermi sul pavimento. Alla fine Emiliano se ne va e tutti gli altri mi guardano, confusi. Io guardo mia madre, ho gli occhi sbarrati e lei lo sa cosa voglio sapere.

"Si Giulia, Emanuele è tuo padre, il tuo vero padre!"




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