CAPITOLO 32: Tutto l'amore del mondo (II mese)

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Punto di vista di Giulia


Quando faccio ritorno a casa Riccardo non c'è. Mi richiudo la porta alle spalle e lascio le buste della spesa sul tavolo. La mia pancia cresce sempre più e sta diventando più faticoso fare le cose quotidiane. Mi verso un bicchiere d'acqua, mi tolgo le scarpe e la giacca e, a piedi nudi, mi metto a gironzolare per casa. Sono in corridoio quando vedo Riccardo. Allora è in casa. Faccio per salutarlo ma mi blocco intenta ad osservarlo. E' seduto nella stanza del bambino che nel frattempo avevamo arredato, è lì, sul lettino, intento a guardare una foto. E' così silenzioso in questo giorni, a volte anche distante. Non so che darei per sapere cosa lo tormenta.

Alza lo sguardo e, quando mi vede, nasconde la foto.

Ma che cazzo?

"Ciao, non ti ho sentita rientrare!"

"Ovviamente, credevo non ci fossi" dico.

"Si ci sono... ehm..." cerca di inventarsi qualcosa mentre noto che in realtà sta infilando la foto nella tasca posteriore dei suoi pantaloni. Viene verso di me e mi saluta con un bacio.

"Ciao amore"

"Ciao" rispondo, fredda.

Il mio sguardo è quello che, in gergo, si definisce sguardo indagatore ma lui fa finta di non notarlo.

"Ho finito prima all'Università e così..."

"Dammi quella foto!" dico risoluta.

Lui si gira di scatto e mi guarda con occhi sbarrati.

"No senti, aspetta..."

"Dammi quella dannata foto! Perchè cazzo l'hai nascosta appena mi hai vista? Cosa nascondi?"

"Non è nulla che riguarda noi!"

"Mi stai fottutamente prendendo in giro? Se non riguarda noi perchè l'hai nascosta appena mi hai vista? Dimmi, ti aspetti che io ti creda, davvero? In questi giorni praticamente è come se non ci fossi: sei distratto, assente. Poi vengo qui e ti ritrovo a guardare una foto che nascondi immediatamente non appena mi vedi... ora dimmi, se io fossi te e tu me, mi crederesti?"

Non risponde.

"Dammi quella dannata foto" ripeto.

"No, discorso chiuso!" risponde allontanandosi da me.

Mi sale una rabbia assurda, mi fiondo su di lui intenta a prendere la foto con la forza ma lui, tenendomi a distanza, fa la foto a pezzi e la getta nel water tirando lo sciacquone.

"Discorso chiuso!" mi ripete.

Lo fulmino con lo sguardo. Che avesse un'altra donna? Magari si e non me lo dice perchè sono incinta. Non mi viene in mente altro, mi da fastidio il suo avere segreti con me, sono sempre stata una sorta di diario segreto per lui, ora che diavolo è questa storia? Siamo a quota due: prima non vuole parlarmi di quello che succede tra lui e mio fratello e ora questo. Mi sono stancata. Ho bisogno di uscire. Lo spingo via e mi dirigo verso la cucina.
Lui mi segue. Io rindosso la giacca e le scarpe che mi ero tolta poco fa.

"Dove stai andando adesso?"

"Indovina, se stare con me ti provoca tanta sofferenza ti risparmio la fatica, me ne vado!" dico, velenosa.

"Stai facendo un casino per niente. Se è solo per quella dannata foto beh..."

"Foto? Quale foto? Non so di cosa parli!" dico con finta noncuranza e poi continuo.

"D'altronde niente di ciò che riguarda te riguarda anche me, giusto?"

"Adesso smettila!" alza la voce.

E' davvero troppo, cioè fammi capire, lui mi nasconde le cose e adesso l'incazzato è lui? Non resisto più.

"Smettila? E di fare cosa? Sai che ti dico? Che non me ne frega un cazzo di quello che c'era su quella fottuta foto! Per me puoi fare quello che ti pare da oggi in poi: nascondermi le cose, stare con chi vuoi, scoparti una donna diversa a sera se la cosa ti manca... tutto! Ma non ti aspettare che io stia qui zitta e buona. Se è quella la vita che vuoi devi starmi alla larga, e non è solo per me, è anche per mio figlio!"

"Nostro figlio, quel bambino è anche mio!" dice e inizia a innervosirsi sul serio, lo conosco ma non me ne frega un cazzo.

"E' qui che ti sbagli, finchè non ti comporterai come si deve questo bambino sarà solo mio! Non permetterò mai che questo bambino soffra le pene e i litigi che ho sofferto io!" dico e, senza aggiungere altro esco sbattendo la porta. Mi precipito in macchina e faccio perdere le mie tracce cosìcche non possa seguirmi. Alzo il volume della radio e mi dirigo a Trastevere. Una volta arrivata parcheggio, ho voglia di camminare. Infilo le cuffie e inizio a passeggiare. Non capisco, non capisco cosa gli succede. Se ha davvero un'altra donna giuro che non rispondo più di me. Davvero non voglio la sua pietà; quello che gli ho detto è vero, se gli costa fatica stare con me vuol dire che me ne andrò io. Torno a casa mia, non ho nessuna voglia di condividere la mia vita nè, tantomeno, il letto con una persona che non fa che escludermi dalla sua di vita. Continuo a camminare, la testa sta per esplodermi ed inizio ad aver freddo. Tutto l'amore del mondo a volte non basta. Decido di entrare in un ristorante, non ho fame ma almeno qui dentro non soffrirò il freddo. Sono passate due ore da quando sono uscita. Ordino qualcosa a caso e dell'acqua che arriva quasi subito.

Sarà una magnifica cena a tre: io, il mio bambino e la sfiga!


IndelebileWhere stories live. Discover now