CAPITOLO 6: Ed io tra di voi

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Prescrivo a Riccardo altre analisi per essere più sicura della diagnosi, avviso gli altri colleghi dello scambio che ci è stato e chiamo il dottor Guglielmo, il cardiologo che era in sala operatoria con me quando abbiamo operato Riccardo, in cui ripongo la massima fiducia.

Bussano alla porta del mio studio.

"Avanti..."

"Ciao Giulia" dice il dottor Guglielmo.

"Salve, dottor Guglielmo. Venga pure..."

Lui entra e si siede di fronte a me.

"Che succede?"

Sono imbarazzata per il mio errore, però ho bisogno di un suo parere.

"Ehm, in realtà c'è un problema. Si ricorda del ragazzo che abbiamo operato giorni fa, Riccardo Celetti?"

"Si, certo. Allora?"

"Ha avuto un arresto cardiaco, stanotte"

"Com'è possibile?"

"La verità è che c'è stato uno scambio, le analisi nella sua cartella clinica non erano sue ma di un altro paziente e viceversa. Ho già avvisato gli altri. Io non me ne ero accorta prima di ieri notte quando, ricontrollando le cartelle in mio possesso, mi sono accorta dell'errore. Così sono andata in laboratorio e ho rimesso tutto in ordine..." dico imbarazzata.

Lui mi osserva senza dire nulla. Io continuo, sempre più in imbarazzo.

"Ecco, gli ho prescritto delle altre analisi e un RX al torace. Credo già di sapere cosa gli ha provocato l'arresto"

"E cioè?" mi chiede.

"Osservando le sue analisi, quelle giuste, e le lastre, mi sono accorta che il suo livello di colesterolo, in particolare i trigliceridi, è molto più alto rispetto al normale mentre, nelle lastre, ho notato un'ostruzione che provoca la diminuzione del flusso sanguigno al miocardio, il tutto provoca uno squilibrio di richieste di ossigeno da parte del cuore. Credo si tratti di cardiopatia ischemica, provocata dai trigliceridi molto alti e, il fatto che non lo sapevamo e di conseguenza non abbiamo prestato attenzione a tenerla sotto controllo, lo ha portato ad avere un arresto" spiego.

"Posso vedere le lastre?" mi chiede.

"Certo" gli rispondo, porgendogliele.

Lui le osserva e mi fa un cenno di approvazione.

"Credo che la tua diagnosi sia giusta"

"Mi dispiace così tanto. E' imperdonabile la mia distrazione. Se fosse successo in un altro caso più grave sarebbe stato il peggio. Sono così mortificata..."

Lui, dal canto suo mi guarda con dolcezza, temo molto il suo giudizio; dopo un tempo che sembra interminabile, finalmente parla:

"Non stare qui a tormentarti, Giulia. Faccio questo lavoro da 25 anni ed ho l'esperienza necessaria per affermare che, in certi casi, la tempestività è l'unico modo per evitare il peggio. Il caso di Celetti era disperato e dovevamo intervenire subito. Certo, è importante prestare attenzione però questo non vale solo per noi. In fondo le analisi ci vengono consegnate dal laboratorio quindi lo scambio deve essere avvenuto lì. Nei giorni successivi qui c'è stato il delirio, abbiamo lavorato molto. Abbiamo osservato decine di cartelle cliniche diverse ogni giorno. Ormai è andata così, per fortuna ce ne siamo accorti e a nessuno dei due pazienti è successo niente di male. Sei così giovane, sei un medico da pochissimo tempo e qui tutti riponiamo in te la massima fiducia. Sei un chirurgo eccezionale e, il caso di Celetti, me ne ha dato ulteriormente prova. Non lasciare che questo episodio ti sconvolga, il fatto di prestare più attenzione vale sia per te che per me; in fondo, neanche io me n'ero accorto. Piuttosto, dobbiamo pensare ad avvisare il paziente. Questa è la cosa più importante, adesso..." mi dice.

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