CAPITOLO 39:Legàmi di sangue

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Punto di vista di Giulia


Torniamo a casa e io mi faccio immediatamente una doccia, voglio levarmi di dosso tutti i residui di questa giornata: il fatto che quello che consideravo mio padre non lo è, il fatto che l'uomo che credevo un amico è collega sia il mio vero padre, le mani di Emiliano guidate dalla sua mente malata... tutto!

Emiliano, già proprio Emiliano. Come ha potuto arrivare a tanto? Anche se il padre non è lo stesso siamo comunque per metà fratelli! Dio mio, tutto questo non può essere reale, sembra un terribile incubo e spero di svegliarmi al più presto! Ha detto di essere stato lui a spingere mio padre... anzi, l'uomo che mi ha cresciuto contro Riccardo; io però conosco quell'uomo: se non gli fosse stato comodo in qualche modo non si sarebbe fatto convincere così facilmente. In fondo, per un uomo che dà molta importanza all'opinione della gente, il fatto che sua figlia stesse col figlio di un poco di buono  non  sarebbe stato  certo motivo di vanto. Diciamo che Emiliano gli ha fornito un buon motivo per agire e che, in fondo, non gli è dispiaciuto.

E poi mio padre, quello vero. Il dottor Emanuele Guglielmo, ancora non riesco a crederci! Certo abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, mi è sempre stato vicino per consigliarmi, aiutarmi, sostenermi senza che io glielo chiedessi. Effettivamente questo suo interessamento mi è sempre sembrato strano ma mai mi sarei aspettata una cosa del genere.

"Giulia? Posso entrare?" sento chiedere da fuori la porta.

E' Riccardo. Lui lo sapeva, lo sapeva e non mi ha detto niente. Ecco cosa lo preoccupava tanto, almeno credo e spero... anche perchè se dovesse esserci dell'altro non sono sicura di farcela fisicamente a reggere qualche altro colpo di questa portata. Io però avevo il diritto di sapere, tutti mi hanno tenuta all'oscuro di tutto. Non rispondo. Non mi va di parlargli. Chissà se sapeva anche di Emiliano. Improvvisamente mi viene in mente quello che Riccardo ha detto ad Emiliano il giorno in cui dissi alla mia famiglia che ero incinta:

Fosse solo l'amore fraterno a spingerti a comportarti così ti capirei ma sia io che te sappiamo che non è così, vero Emiliano?

Si, indubbiamente lo sapeva. Mio Dio che situazione!

All'improvviso sento la cabina della doccia e subito dopo Riccardo. Entra in doccia con me e inizia ad accarezzarmi.

"Volevo dirtelo..."

"Non mi importa in questo momento, non mi importa di niente! Siete tutti dei bugiardi! Se penso a tutto quello che ho dovuto sopportare a causa di quell'uomo e ora? Scopro che non aveva nessuna autorità, nessun diritto di farmi soffrire! E mia madre poi? Come ha potuto permetterlo? Lei sapeva tutto, sapeva di come soffrivo perchè non potevo stare con te e ciononostante ha permesso che lui facesse quello che voleva con la mia vita!"

"No, non è così! Lei ha provato a..."

"Taci, non provare a difenderla! Non ho intenzione di giustificare più nessuno, mi sono stancata! E Emiliano poi? Tu lo sapevi, sapevi che aveva degli interessi perversi e poco sani nei miei confronti e nonostante tutto dieci anni fa mi hai lasciata qui da sola con lui? E' questo l'amore che dici di provare?"

"Adesso basta! Stai mettendo per l'ennesima volta in discussione i miei sentimenti per te senza sapere cosa è successo davvero!"

Non gli do il tempo di finire, esco frenetica dalla doccia e mi avvolgo un asciugamano intorno; anzi, cerco di avvolgermelo ma in realtà non riesco a fargli fare un giro completo. Il pancione è bello abbondante. 

Nello specchio vedo Riccardo sorridere mentre, molto goffamente, cerco di coprirmi totalmente. 

Questo non fa altro che farmi incazzare ancora di più, cosa sono un pagliaccio forse? Oppure un giocattolo con cui tutti possono permettersi di giocare?

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