CAPITOLO 36: Cara mamma (V Mese)

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Punto di vista di Giulia


I giorni trascorrono e certo che fare un figlio di questi tempi è veramente un atto di coraggio e non dal punto di vista economico, mi riferisco all'ansia che ti mettono addosso i medici quindi, in questo caso, me stessa. Ci sono malattie che possono contrarre le donne incinte i cui nomi fanno paura anche solo a sentirli. Ovviamente le so tutte, paranoica come sono. Le differenze sono evidenti, e parlando con mia madre lo diventano ancora di più facendo il confronto tra le mie gravidanze e le sue.  Ultimamente io e mia madre parliamo spesso, ho trent'anni e solo adesso mi rendo davvero conto di quanto voglia bene a mia madre. Le ho sempre voluto bene, sempre, e ne sono sempre stata fiera. Solo adesso, però, mi rendo conto che l'amore che provo per lei va oltre ogni confine. L'amore tra madre e figlia è inevitabile secondo me, anche se, nel nostro caso, credo che ad unirci sia soprattutto il fatto che sono sempre stata solidale con lei a causa di mio padre.  La stimo, e la stimo molto per il fatto che sopporta mio padre e le sue alzate di testa, la stimo perchè soffre in silenzio, la stimo perchè mi capisce e dieci anni fa ha cercato di fare tutto ciò che era in suo potere per aiutarmi, la stimo perchè quando mio padre lavorava lontano da casa lei badava a tutto e cresceva i figli da sola e, devo dire, che fino a quel punto andava tutto bene, le cose sono degenerate poi. Quando mio padre lavorava fuori io dormivo con mia madre e non perchè avessi paura a dormire da sola ma perchè volevo farle compagnia. Sono tanti i ricordi che mi legano a mia madre, in particolare ricordo di averla vista piangere di nascosto per qualcosa di brutto che aveva combinato mio fratello e mio padre, invece di consolarla, andava giù pesante nei confronti di Emiliano; l'avevo vista mortificarsi dopo una discussione con mio padre e subito dopo sorridere davanti a me per non farmi preoccupare; per questo ho sempre cercato di dare il meno problemi possibile, per lei ho sacrificato molte cose ma non mi importa.

Sono sempre stata del parere che mio padre non merita una donna come la mamma, per mamma avrei voluto un uomo diverso, un uomo che la sostenesse e che fosse capace di amare come lei; insomma, un uomo che la considerasse e la amasse per quello che era: una donna bella, forte, dolce e simpatica... diciamo pure che per mia madre avrei voluto un uomo alla sua altezza!

So che non è bello da parte mia pensare queste cose di mio padre ma non posso farne a meno. Penso a mia madre e provo a mettermi nei suoi panni e più cresco più mi chiedo come abbia fatto a stare con mio padre per tutto questo tempo; io non credo ne avrei avuto la forza.

Guardo indietro nel mio passato e mi rendo improvvisamente conto che, se dieci anni fa non sono partita con Riccardo, è stato solo perchè non volevo lasciare mia madre da sola, sola in mezzo a gente che non si prendeva cura di lei. Oh mio Dio, ecco finalmente svelato tutto, ecco la verità! Non mi importava degli altri, se non ho seguito Riccardo e di conseguenza ci siamo allontanati è solo per mia madre. Non l'avevo mai capito o forse non avevo mai voluto ammetterlo. Aveva ragione Riccardo dieci anni fa, sono proprio una falsa, la falsa più pericolosa di tutti in quanto lo sono con me stessa.

Se odio tanto mio padre perchè lo considero causa della mia separazione da Riccardo, ora che mi sono resa conto che la causa è la mamma dovrei odiare anche lei.

No, non ce la faccio a odiare mia madre, in fondo non mi ha chiesto lei di restare, l'ho scelto io.

Riccardo nel frattempo rientra in casa e mi trova sul divano, in lacrime, con in mano una tazza di cioccolata calda diventata ormai fredda e il televisore acceso senza che nessuno lo guardasse.

Corre da me.

"Che succede?"

"Ti prego abbracciami!"

Lo fa e mi stringe.

"Cosa è successo? Perchè stai così?"

"Avevi ragione, hai sempre avuto ragione. Sono una falsa, ho mentito a me stessa per anni pur di non ammettere la verità!"

"Di che parli?" mi chiede dolcemente.

"C'è un motivo ben preciso per il quale non ti ho seguito!" dico, staccandomi.

Lui si raddrizza di fronte a me pronto ad ascoltarmi.

"Mia madre, l'ho fatto per mamma, non volevo lasciarla in quella situazione di merda. Ho voluto continuare a credere che fosse per mio padre perchè avevo paura che ammettendo a me stessa la verità avrei finito per odiare mamma ma io non ci riesco, non ci riesco proprio a odiarla!" dico in lacrime.

"Giulia amore mio calmati, è una cosa bella non hai motivo di piangere!"

"Invece si e no, non è una cosa bella, è una cosa orribile perchè sono stanca di fare questa vita e sono stanca che lei continui a vivere così! Mia madre merita di essere felice; in questi anni non lo è mai stata! Ha sempre vissuto di dispiaceri, di umiliazioni con un uomo che  anzichè sostenerla non perde occasione per farla star male. Mi spieghi che vita è questa? Che vita è Riccardo, come si sente mia madre ogni volta che va a dormire al fianco di un uomo che secondo me non la ama?"

"Magari lei lo ama" risponde lui scrutandomi.

Non ci avevo pensato.

"Non credo sia così"

Riccardo abbassa la testa in segno di resa.

Tiro su col naso e mi stringo nuovamente a lui.

"Adesso devi stare calma e devi essere felice; hai fatto chiarezza e tua madre è una donna stupenda che merita ogni bene. E poi ti ama,  ti ama incondizionatamente come solo una madre sa fare.

"Lo so e anche io la amo altrimenti non avrei mai rinunciato a seguirti, mai devi credermi! Sono stata una stupida, avrei potuto capirlo prima e parlarne con te, magari avremmo trovato una soluzione. Invece no, per colpa mia, a pagare le conseguenze di tutto questo sei stato solo tu!"

"Ora basta... basta passato e basta con tutto questo. Siamo qui adesso, insieme" dice baciandomi il collo.

Ho voglia di fare l'amore con lui. Mi ci lancio sopra, mi metto a cavalcioni su di lui e inizio a sbottonargli la camicia, sfilandogliela e gettandola sul pavimento. Anche lui inizia a spogliarmi, Il ritmo dei nostri respiri è frenetico come i nostri movimenti.

"Ti voglio da impazzire" gli dico.

"Anche io" mi dice, posizionandosi sotto di me.

Entra dentro di me piano, il suo autocontrollo andrebbe premiato. Mi sento riempita in un attimo e inizio a muovermi su di lui, prendo le sue mani e le poso sui miei seni che lui accarezza e bacia mentre sposta le sue mani sui miei fianchi per aiutarmi a muovermi. Ondeggio su di lui che getta la testa all'indietro urtando contro lo schienale del divano. Sono bloccata, non riesco a sciogliermi, mi sento così in colpa. Mi getto sulle sua labbra continuando a muovermi.

"Perdonami amore mio, perdonami" sussurro al suo orecchio.

Per tutta risposta lui mi morde la spalla e mi prende il sedere tra le mani spingendo un pò di più.

"Lasciati andare, lasciati andare per me. Non pensarci!" mi dice.

Le sue parole mi sciolgono, inizio ad accelerare.

"Sei così forte, così caldo, così uomo!" dico tra un sospiro e un altro.

"Sono tuo, sono solo tuo" dice spingendo un altro pò ai limiti del possibile per la mia gravidanza.

"Ah" gemo a inizio a tremare.

"Non lasciarmi Giulia, qualsiasi cosa accada. Non mi importa del passato!" mi dice mentre lo sento irrigidirsi e stringermi di più il sedere.

"Mai, mai amore mio!"

Lo sento emettere un gemito roco, affonda il viso nel mio collo e viene, implorandomi di non lasciarlo mai.

Trema, mi stringe e respira forte.

"Mi prenderò cura di te" mi sussurra, accarezzandomi i capelli mentre sono ancora su di lui.

"Dimmi la verità, voglio solo che mi dici cosa ti tormenta" dico prima di addormentarmi, la mia voce è un sussurro, sembra quasi che abbia espresso un desiderio ad alta voce.

Riesco a sentire Riccardo che mi porta a letto e si sdraia vicino a me.

"Lo farò, te lo giuro!"




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