CAPITOLO 17: (Ri)conoscersi (Seconda parte)

592 32 4
                                    

Punto di vista di Riccardo


La guardo fare colazione e sembra una bambina. Quando metà del biscotto le cade nel caffelatte facendoglielo schizzare addosso l'unica cosa che vorrei fare è andare verso di lei, attirarla a me e raccogliere quelle gocce una a una con la mia bocca. Lo faccio. Mio Dio non smetterò mai di volere questa donna... mai! Lei chiude gli occhi e si abbandona a me, non ha più paura ma, il ricordo di come l'ho ridotta ieri sera e l'ombra del segreto che c'è tra me e lei sceglie questo momento per tornare. Mi fermo e la blocco nel momento in cui cerca di slacciarmi i jeans. Mi allontano e torno in camera da letto per rindossare la mia camicia. Sono fottutamente confuso. Devo uscire, allontanarmi da lei, riuscire a pensare lucidamente a come fare e il modo migliore per dirglielo ma, se rimango qui, l'ultima cosa che riuscirò a fare è pensare lucidamente.

"Allora usciamo o no?" le chiedo rientrando in cucina.

"Ho fatto qualcosa che non va?"

"No"

"Se vuoi si, usciamo" mi dice.

"Bene, io passo a casa a farmi una doccia, ci vediamo al Colosseo, vuoi?"

"Si" mi risponde.

"Bene" dico a mia volta e, dopo averle posato un bacio sulla fronte, vado via.

Una volta fuori respiro profondamente. Devo accendermi una sigaretta. Lo faccio e do una boccata intensa. Devo calmarmi cazzo, stavolta non è colpa sua. Per dieci anni non ho fatto altro che prendermela con lei ma ora? Ora lei non ha colpa anzi, semmai è la vittima; una vittima di me, di quel tiranno di suo padre, di tutti! Mi fa rabbia pensare che tutta questa sofferenza si sarebbe potuta evitare. Non riesco neanche a guardarla negli occhi senza che mi assalga il senso di colpa per tutto quello che le ho fatto passare. Mi sento il peggiore dei vermi, un imbecille. La verità è che l'ho lasciata da sola quando aveva più bisogno di me e, cosa ancora peggiore, lei sembra avermi riaccettato senza battere ciglio riguardo all'argomento. Per non parlare del crollo che ho avuto ieri; non voglio essere debole davanti a lei, non voglio esserlo davanti a nessuno. Tuttavia non sono più lo stesso, non per quanto riguarda noi almeno. Le immagini di me e di Giulia del passato si fondono a quelle del presente e quasi faccio fatica a riconoscere le stesse persone. Non so niente di lei oggi, dobbiamo ricominciare daccapo. Spengo la sigaretta e mi avvio verso casa, faccio una doccia veloce e mi avvio per raggiungerla. Devo trovare il momento e il modo giusto per parlarle, mi è stato chiesto aiuto e non posso nè tantomeno voglio tirarmi indietro; preferisco farlo io. Arrivo e la vedo, è appena arrivata e si guarda intorno. Dio mio quanto la voglio! Tuttavia non voglio trattarla come una qualunque anche perchè non lo è mai stata e voglio che lei lo sappia. Ho dovuto fare uno sforzo enorme oggi per staccarmi da lei. La verità è che in questi anni sono cambiato e non solo caratterialmente; anche a letto sono cambiato. Quando guardo Giulia mi viene voglia di prenderla in tutti i modi che conosco, e ne conosco tanti. Lei però è così dolce che anche solo pensare determinate cose mi fa sentire in colpa, come se volessi usarla anche se so perfettamente che non è così. Ma lei? Lei lo capirebbe o come al suo solito si farebbe mille paranoie? E' così frustrante. Se davvero non voglio perdere il controllo farò meglio a tenermi alla larga da lei anche perchè controllarmi con lei tra le braccia è impossibile. Mi fa diventare pazzo e, inevitabilmente, mi incazzo perchè non ho più il controllo di me stesso. Nonostante tutto sono felice, incredibilmente felice cazzo. Lei è mia. Sembra una ragazzina con le Converse e quei jeans che le stringono le cosce e i fianchi in quel modo che mi fa impazzire. Fermo la macchina, cerco di intimare al mio uccello di darsi una calmata almeno per un pò e scendo. Quando mi vede le si illuminano gli occhi. Me lo merito tutto questo? Mi merito il fatto che in questo preciso istante lei sta correndo verso di me con quel sorriso meraviglioso?

Riccardo Celetti, sei fottuto!

Si, sono fottuto, di nuovo; o molto semplicemente non ho mai smesso di esserlo!

Mi salta addosso e mi allaccia le gambe ai fianchi. Dal canto mio la afferro e la tengo stretta a me, non posso evitare di sorridere come un coglione.

"Hey beauty!" le dico. Non so perchè mi esce in inglese.

Lei si lascia andare a terra e mi scompiglia i capelli. Neanche quando eravamo adolescenti facevamo queste scene del cazzo.

"Hi boy" sta al gioco.

"Andiamo?" le chiedo.

"Si, dove?"

"Tu vieni con me" le dico trascinandola in macchina.






IndelebileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora