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Non ho mai viaggiato in aereo prima d'ora e devo dire che sono emozionatissima. Io sono dalla parte del finestrino. Ho il cuore che batte a mille. E di fianco a me c'è Amy.
<<Evviva! Non vedo l'ora>> batte le mani dall'entusiasmo. Ma come fa lei a essere sempre così entusiasta per tutto? La invidio.
<<Sono le 6:57 e l'orologio è davanti di te, se non lo vedi sei cieca>> ironizzo pur sapendo che il suo fosse solo un modo di dire.
<<Simpatica...>> dice senza alcun entusiasmo e io faccio una risatina. Mi piace  prenderla in giro. L'aereo inizia a prendere il volo e quando siamo in salita mi viene la nausea. Aiuto! Mi mancherà New York!
Mando un messaggio alle mie amiche per avvisare che sono partita. 'Sto partendo con l'aereo, addio ; ('
'Non dire così Ari! Ci verrai a trovare :3' scrive Carmen
'Già.  Ti voglio tanto bene' scrive Gemma, Honey invece non risponde. Sarà occupata.
Le saluto e ci mandiamo delle faccette con i cuoricini. Mia sorella tenta di guardare i messaggi,  ma io giro il cellulare dalla mia parte e sbuffa.
Mando un messaggio anche a Jack e lui mi risponde con un semplice 'Ti amo a presto'. Sarà occupato anche lui. Metto nella tasca il cellulare e nel giro di due minuti sono già addormentata con la testa appoggiata al finestrino a forma di oblò.
"Addio New York" dico tra me e me "Ciao Los Angeles"

<<Aria! Terra chiama Aria!>> urla mia sorella facendomi svegliare nel modo più schifoso che si possa immaginare. Questa nuova vita sta iniziando male già ora.
<<Okay sono sveglia smettila di fare la bambina di cinque anni>>
Sbuffa e fa il broncio. Ormai sbuffare fa parte della sua routine quotidiana.
<<Come stai tesoro? >> chiede mia mamma avvicinandosi a me.
<<Benino>> ho ancora un po' di mal di testa, ma è sopportabile.
<<E tu Amy?>>
<<Benissimo! È stato figo!>> si slaccia la cintura e scende
<<Tu non vieni Aria?>>
<<Ora arrivo>>
Quando scendo dall'aereo respiro un' aria diversa. 4493 Km da New York a Los Angeles. Non posso crederci di essere così lontana dalla mia città, dove da lì non mi sono mai mossa.
Subito andiamo a prendere un taxi che ci porterà nella nostra nuova casa. Spero almeno che sia decente.
Quando scendiamo fa molto freddo, mi vengono i brividi così mi prendo una felpa dalla valigia.
<<sei arrabbiata con noi?>> chiede mia madre con aria triste.
<<No...>>  rispondo con altrettanta tristezza. Sono triste solo del fatto che abbiamo dovuto trasferirci per colpa del vosto stupido lavoro.
<<Lo so che New York ti manca...ma vedrai qui sarà meglio>>
<<No. Non sarà mai perfetto qui a Los Angeles>> sbuffo, credo di aver imparato da mia sorella
<<Ecco quella è la nostra casa!>> esulta mio padre indicandola. È molto grande e ha un giardino mozzafiato.
<<Wow!>> Amy si avvicina per vederla meglio. Credo che le piaccia più del dovuto.
<<Sei sicuro papà?>>
<<Certo che Sì >>prende una chiave dalla tasca e apre il cancelletto.
Amy corre subito a vedere il giardino. Io la seguo e il mio sguardo finisce sul meraviglioso panorama di Los Angeles. "Che città fantastica" " ma non sarà mai come New York"
<<Quante camere ci sono?>> domanda mia sorella
<<Quattro...c'è una camera in più che possiamo usare per gli ospiti>> dice mio padre scaricando le valige. Sono curiosa di vedere l'interno.
Mio padre afferra la chiave e apre la porta d'ingresso rossa.
Apro la porta lentamente e devo dire che l'arredamento non è niente male. Il divano alla nostra destra è bianco e in pelle e la televesione davanti e' gigantesca. La cucina è carina e ha una finestra con il panorama di Los Angeles.
<<Le camere sono di sopra>>
Io corro subito di sopra per evitare che Amy possa rubarmi la migliore. Lei mi guarda con occhi di sfida e io ricambio il gesto. Corro nel corridoio e trovo la camera più grande con una tv abbastanza decente. Il letto è a baldachino. Wow. Anch'io ho la vista di Los Angeles.
<<Non è giusto però! Tu hai il letto a baldachino e la tv!!!!>> frigna Amy con una voce da bambina.
<<Chi primo arriva meglio alloggia>> rido e la prendo in giro
<<Stronza!>> borbotta e se ne va incazzata.
Se lo merita perché stamattina mi ha fatto impazzire con tutte quelle domande.
Spero solo che anche il liceo dove andrò sarà accogliente. Ma l'importante è trovare amici, il resto non conta.
Decido di disfare le valige e poi crecare di dormire, anche se non sarà facile.
Devo dimenticarmi New York e pensare al futuro sennò se sono imbronciata tutti i giorni nessuno vorrà essere mio amico.
Cerco di non pensare a questa storia degli amici e mi concentro sulle valige che aspettano solo ad essere aperte. Sono davvero molte, più gli scatoloni.
Meglio mettersi al lavoro.

ChillsWhere stories live. Discover now