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Un mese dopo

Aria
L'aria condizionata mi ha completamente reso la vita più fresca. Fuori ci saranno più di quaranta gradi e si sa che io non sopporto il caldo afoso dell'estate. Sono appena ritornata dal Canada, una vacanza niente male con la mia famiglia, devo ammettere che ci voleva. Mio padre era sempre fuori casa, mia madre era sempre fuori città, mia sorella aveva i suoi "impegni" e io avevo i miei problemi morali, quindi la vacanza è servita a tutti.
Per cercare di non pensare ai miei problemi, sono andata a trovare Tania a Seattle. Le ho fatto compagnia per circa una settimana, è stato molto divertente, è una città trafficata e camminare sui i marciapiedi può essere difficile, ma con lei tutto diventa semplice. Ha una casa, anzi una villa gigante proprio in centro, di notte non si può dormire benissimo per via dei clacson o delle musiche a tutto volume dei locali, ma presto spero che ci si abituerà.
Mia sorella era un po' giù per via della partenza di Harry, all'ultimo momento si è ricordata che poteva venire anche lei con me a Seattle con la scusa di voler vedere Tania -anche se io sapevo chi voleva vedere realmente-. Anche Justin si è svegliato il giorno prima "sul serio vai da Tania?" mi aveva chiesto elettrizzato, con un luccichio di speranza "Domani parti? ....e se venissi anch'io?" con la faccia da cucciolo piagnucoloso mi scongiurava di poter venire a Seattle con me. La voce si è sparsa ed è venuta a sapere della mia partenza anche Jess e di seguito Carly. Così alla fine, dalla mia vacanza "rilassante con la migliore amica" è diventata una vacanza "ultra divertente con amici". Il lato positivo è che mi sono sballata sul serio: senza genitori potevo ritornare a casa alle due di notte o addirittura fare after come ogni adolescente. Mi sono sentita libera, una sensazione così strana, mai provata. È come sentirsi leggeri e poter volare nel cielo sapendo che nessuno di giudicherà o ti sgriderà per ciò che fai. Ritornando a casa da Seattle, i miei genitori mi hanno comunicato che saremmo partiti per tre settimane in Canada dai vecchi amici di lavoro di mio papà. Ma il lavoro in questo caso non c'entrava nulla. Anche i miei genitori si sono rilassati e per una volta non li ho sentiti parlare di clienti, soldi, lavori rimandati, ritardi...ecc.
Io e mia sorella ci siamo legate un po' di più, non tanto quanto prima perché quel qualcosa di forte fra sorelle si è spezzato, purtroppo. Abbiamo fatto nuove amicizie, abbiamo trovato ragazzi carini, anche se lei li scartava tutti perché non erano all'altezza del suo Harry. Io invece li scartavo, o almeno, dicevo loro che volevo essere solo un'amica, perché...non mi andava di avere storielle passeggere con tipi appena conosciuti.
Così siamo ritornati dalla vacanza e il caldo della California mi ha praticamente spiazzata.
<<Andiamo a fare shopping>> propone mia sorella uscendo dal bagno già preparata e truccata alla perfezione. Immagino già che io debba scegliere fra il sì e il sì...oddio che scelta complicata!
<<Con questo caldo?>> sbuffo alzandomi dal divano. Tanto non avrei fatto niente qua a casa, a poltronire come un ghiro.
<<Hanno aperto un nuovo centro commerciale e hanno detto che è strafigo>> okok convinta tu. Non che vada pazza per lo shopping, ma almeno ci sarà l'aria condizionata.
<<Andiamo>> esclamo afferrando le chiavi dell'auto dei miei genitori. Mi guarda disgustata. <<Ho detto "andiamo">> ripeto nel caso fosse sorda.
<<E vieni via conciata così?>>
<<La mia canottiera e i miei jeans vanno più che bene>> esco di casa prima che possa ribattere altro.
<<Parlo del trucco, mettiti un po' di mascara o...>>
<<Amy, non iniziare e sali in macchina>>
Sbuffa, come suo solito e mi guarda storto per tutto il tragitto finche non arriviamo davanti al centro commerciale gigantesco nuovo di zecca. Le si illuminano gli occhi e il disgusto le passa.
Le porte si aprono automaticamente, c'è molta gente, siamo domenica quindi non mi aspettavo di meno. L'aria condizionata mi fa sospirare, finalmente!
<<Entriamo in quel negozio!>> mi prende per il polso e mi scaraventa dentro a un negozio di abbigliamento, uno di quelli alla moda. Io non ho intenzione di comprare nulla quindi mi limito a guardarmi le unghie e a dare consigli alla mia sorellina.
Le magliette le stanno tutte a pennello, i pantaloni le stanno tutti perfetti, quindi prederà tutto. Immagino già la faccia dei miei genitori quando arriviamo a casa con un marea di sacchetti.
<<Io voglio anche quella!>> indica la maglietta rosso bordeaux da 30$.
<<Spieghi tu alla mamma che sei troppo viziata>>
<<Sono sicura che mi capirà>> si spera...non sono proprio in vena di sgridate o roba simile.
Arriviamo alla cassa, rimango a bocca aperta quando la commessa dice <<358 $>> . Mia sorella mi guarda con un sorrisetto falso e pago tutto più in fretta possibile.
<<Tu sei matta>>
<<Era tutto così bello!>> saltella qua e là e appena esce dal negozio già guarda in giro per vederne altri. Forse non è stata una buona idea andare a centri commerciali.
<<Hai intenzione di comprare altro?>>
<<Sì! Andiamo in quel negozio laggiù!>>
Uff. Sarà una lunga giornata.
Ci sono un sacco di persone, quasi non si riesce a camminare, praticamente ci spingiamo l'un l'altro per riuscire a passare.
Appena riusciamo a uscire dall'accumulo di folla, raggiungiamo l'entrata del negozio. Calvin Klein. Vuole che lasci ai commessi anche il taccuino?!
<<Sei fuori?!>>
<<Facciamo solo un giretto>> da "giretto" poi diventa "compriamo una maglia, anzi due, anzi cinque, ah anche quella felpa! Visto che ci siamo perché non compriamo l'intero negozio o compriamo la Calvin Klein!".
All'entrata inizio a vedere dei volti familiari, che ho già visto da qualche parte. Oh certo... un moro con i capelli ricci. Josh. E un ragazzo con i capelli neri, oddio Kevin. Jeremy, Matt, Brice...e uno che conosco meglio di tutti vestito in nero. Uno che avrei dovuto non conoscere mai nella vita. <<Entriamo su>> mia sorella mi vede a disagio e mi spinge dentro al negozio. Non so perché ma sto sudando sebbene l'aria condizionata sia altissima.
<<Tu...non hai visto niente...okay?>> per quanto possa essere stupida, io ho l'ho visto eccome. Mia sorella vuole solo evitare altre depressioni morali o cose simili. Non solo lei, ma anche i miei genitori - ho dovuto raccontare tutto a mio padre e non è finita bene- quindi è meglio lasciar perdere e non frequentare più quella gente e nemmeno lui.
Amy compra solo un top, che costa 25$, -accipicchia- e appena usciamo da Calvin Klein la avverto che non ho più intenzione di spendere altri soldi per i suoi capricci.
Però le viene fame e mi tocca portarla al Mc Donald's per farla stare zitta.
La coda alla cassa non è poi così lunga, dovrò aspettare solo qualche minuto, ma ho visto di peggio. Mentre mia sorella ha preso il posto per sedersi, io devo ordinare e ovviamente pagare.
Quello davanti a me sta ancora aspettando il suo ordine, che da quel che ho capito sono 4 coca cola, così si mette da parte e il commesso intanto mi fa ordinare.
Il tipo dietro a me sbuffa perché il cassiere se n'è andato e non lo ha più servito, quando ritorna lo guarda malissimo e vedo il disagio negli occhi del cassiere. Sorrido, perché è una scena veramente buffa.
Le 4 coca cola arrivano, mi chiedo come faccia a portarle tutte e quattro con solo due mani, ma ci riesce e mi stupisco. Però non si accorge di me e una di quelle gli scivola dalle mani, la afferro prima che cada a terra e faccia disastri.
<<Mi scusi>> dice il... oddio, conosco questa voce. Alzo la testa e degli occhi azzurri incontrano il mio sguardo lasciandomi spiazzata. Come ho fatto a non accorgermene prima? È Chris?? Invece di stare qui impalata sarebbe meglio dire qualcosa. <<Non preoccuparti, devo stare più...attenta>> balbetto, riuscendo a percepire anche la sua sorpresa. Dopo un mese, sento ancora che fra noi due c'è qualcosa.
<<Signorina!!>> mi chiama il commesso. Oh cavolo! Chissà da quanto tempo è arrivato il mio ordine! Prendo il vassoio ma quando mi giro, lui in un battibaleno non c'è più. Una specie di riassunto di quel che è accaduto un mese fa.

ChillsWhere stories live. Discover now