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Aria
Trovo mia sorella in camera, a leggere un libro sui vampiri, mi ricordo di averlo letto anch'io tempo fa.
Entro un po' indecisa e incapace di formulare una frase di senso compiuto. Mi chiedo come potrei iniziare a interagire con lei. Non ci parliamo quasi mai, come se avessimo dimenticato di essere sorelle.
<<Ciao...>> mi saluta interrogativa. Non si aspettava una visita da parte mia, ma intendo essere breve e sbrigativa.
<<Ciao>> la saluto anch'io, mettendo il suo diario sopra al letto <<perché lo hai messo in camera mia?>>
Non risponde, non credeva che ci sarei arrivata? Che l'ultima parte scritta in penna blu l'ha aggiunta al momento solo per farmela leggere?
<<Volevo farti leggere alcune cose>>
<<Non mi interessa della tua vita, piuttosto fallo leggere ai nostri genitori, se tu sei felice con Harry...allora okay>> mi alzo dal letto pensando di aver già finito la conversazione.
<<Non solo quello, hai letto la parte in cui si cita Betty?>>
Annuisco con la testa.
<<È stato Christian ad ucciderla>> no, non è stato lui, non lo farebbe mai.
Chiudo la porta della sua camera mettendo fine alla conversazione, torno in camera e mi preparo per uscire con Chris.

Non sono mai stata così distaccata con mia sorella, vedo che sta soffrendo della mia assenza, dei miei consigli, ma forse questa distanza serve a tutte e due. È abbastanza grande per decidere da sola, senza avere qualcuno che le dice cosa è meglio o cosa non è meglio fare.
Afferro dei jeans corti e una maglietta rosa chiaro - Tania la definisce "tumblr"- e lego i capelli in una coda alta. Metto un po' di mascara, un po' di rossetto rosa e mi osservo allo specchio. Niente male.
Aspetto Chris nel marciapiede, dove mi ha chiesto di aspettarlo, ma è in ritardo di dieci minuti. Clicco il suo nome sullo schermo mezzo rotto del mio cellulare per scrivergli se si sta preparando o se ha cambiato idea.
Mi viene una fitta al petto, un brivido forse, quando delle mani tatuate mi abbracciano. Mi giro e vedo Chris. Bellissimo come sempre. Ha una canottiera nera, molto larga, dei pantaloni corti dell'Adidas neri e le sue solite scarpe nere della Convers. Si è rimesso l'orecchino all'orecchio e anche il piercing sul labbro.
<<Ciao>> lo saluto, senza mai staccarmi dal suo abbraccio. Sembra sia passata una vita dall'ultima volta che l'ho visto, in realtà era solo ieri.
<<Ciao bellissima>> mi punta gli occhi addosso, dalla testa ai piedi. Non mi ha mai visto in jeans corti? Beh mi ha vista nuda... non c'è nulla di nuovo. <<Lo fai apposta a vestirti così?>> si passa una mano fra i capelli. C'è qualcosa di strano in questo "appuntamento" ma non riesco a capire cosa. <<Vieni con me>> mi prende la mano e camminiamo insieme lungo il marciapiede. Ecco cosa è stano: farci vedere davanti agli altri, insieme, senza litigare.
Parcheggiata davanti alla sua casa c'è una moto, molto grande e...nera. Dobbiamo andare in moto? Oh no ho troppa paura. L'ultima volta che ci sono stata avevo otto anni e mio padre voleva farmela provare. Insistevo così tanto che ho voluto guidarla io, mio papà si è distratto un momento, ne ho approfittato per accelerare, così sono finita a terra, come un pero spiaccicato. Mio padre ha iniziato ad agitarsi, pensava mi fossi rotta una gamba, mia madre arrivò con la valigetta del pronto soccorso e mia sorella si limitò a osservare la scena. Non mi ero rotta la gamba, però mi faceva male e avevo graffi ovunque. Andata in ospedale capii che avevo rotto il polso, anche se non mi faceva molto male.
Rimango impressionata quando i ricordi mi affiorano alla mente.
<<No...>> dico senza rispondere a una domanda precisa. Intendo che non voglia andare in moto, piuttosto vado via con la sua macchina da un milione di dollari.
<<Perché no?>> vedo che ha capito subito il mio disagio. Inizio a tremare mentre mi ricordo io che faccio il volo, dal sedile della moto al giardino. Io che piangevo, disperata.
<<Ho paura>> mi lamento mordendomi un unghia.
<<La vita è fatta di rischi, Aria. C'è sempre una prima volta per tutti>> dice come se fosse un'insegnante o qualcosa del genere. Sale sulla moto e si mette il casco.
<<A otto anni sono caduta dalla moto, ci sono già andata, non è la prima volta>> gli faccio capire mentre mi viene la tremarella alle mani.
<<A otto anni!>> sghignazza sfogliando uno dei suoi soliti sorrisi sexy <<Non ci sei mai andata con un ragazzo carino, eh?>> ragazzo carino? Quanta autostima. Io lo definisco figo, sexy, provocate...
<<Ti definisci "carino"?>> gli chiedo senza rispondere alla sua domanda.
<<Lo sono>> okay okay ha troppa autostima.
Mi mette il casco fra le mani e con gli occhi mi prega di metterlo, così obbedisco e mi siedo dietro di lui. Meglio pregare...
Dovrei mettergli le mani intorno alla vita? Oh certo, sennò faccio un volo dalla moto e non ne ho bisogno. <<Posso...?>> gli chiedo riferendomi al permesso di poterlo toccare. Cazzo l'ho fatto centinaia di volte, quanto stupida sono?
<<Ma certo che puoi>> prende le mie mani e se le mette sul petto, muovendole su e giù come un massaggio. <<Andiamo>> dice ad un certo punto. Annuisco con la testa, mi chiede se sono pronta, ma non rispondo, perché è già partito.
Non ho idea di dove voglia portarmi, ma qualunque cosa succeda con lui so che posso fidarmi.

ChillsWhere stories live. Discover now