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D...d...dove sono? Dove mi trovo?
Apro gli occhi, sento un dolore forte alla testa, così mi metto una mano dove mi fa male per capire cosa succede. Perdo sangue.
Intorno a me c'è una pozza di sangue.
Mi metto a sedere con la paura di trovarmi dentro un film horror.
Cerco di ricordare gli ultimi istanti di quello che ho fatto prima di prendere questa testata...oh già quel casino con Molly e il suo amichetto.
Guardo attorno a me, siamo in una specie di cantina dove c'è solo un tavolo, un armadio e un lenzuolo con qualcosa sotto. Un lenzuolo? Con qualcosa sotto? L'atmosfera è più horror di quanto non mi fossi immaginata.
Mi avvicino e sposto lentamente il lenzuolo.
Non posso credere ai miei occhi.
<<Christian!>> urlo sperando mi risponda. Ha un taglio proprio sul fianco, lo hanno accoltellato.
<<Oddio>> per terra è completamente pieno di sangue e inizio a sentirmi a disagio.
E se fosse morto?
Lo scuoto ma niente.
Cammino avanti e indietro...cosa faccio? Sono in un bel casino.
Apro l'armadio nell'intento di trovare qualcosa di utile per mediacare Christian (sperando sia vivo).
Faccio per aprire la porta quando sento dei lamenti. È vivo! Che fortuna.
<<Cazzo>> dice alzandosi e poi ricadendo a terra. Sembra stupito, come se non si ricordasse di essere stato accoltellato.
<<CHE MALE>> si lamenta urlando come un matto. Che faccio?
<<Christian...>> mi avvicino, è tutto sudato. Perchè ci troviamo qui dentro? Noi due? Al buio e con ferite sanguinanti?
<<chiama qualcuno>> dice con un filo di voce. <<siamo rinchiusi qui>> gli faccio notare indicando la porta bloccata.
<<sto morendo>> sembrava più un affermazione che una domanda.
<<no, devi resistere>> mi faccio avanti per vedere se dentro l'armadio c'è qualcosa. Christian perde un sacco di sangue. Trovo solo due bottigliette di acqua e degli utensili per fare pulizie.
Servirebbe uno straccio...qualcosa...il lenzuolo! Prima che possa accorgermene se lo è già messo vicino alla ferita, anche se continua a sanguinare.
Prendo le bottigliette sperando servano a qualcosa. <<Cosa pensi di fare con quelle?>> domanda lamentandosi del dolore. Un po'mi fa pena. <<provo a bagnare la ferita>>mi avvicino.
<<no>>sbotta
<<Sì >> dico a mia volta
<<ti ho detto di no>>
<<voglio aiutarti>> tolgo il lenzuolo pieno di sangue e verso un po' d'acqua sulla ferita. Urla ancora di più dal dolore.
<<se vuoi aiutarmi non rompermi le palle>> UN GRAZIE BASTAVA EH , ALLORA VAI A CURARTI DA SOLO E MUORI. Lo guardo male, ma lui è impegnato a lamentarsi. Mi servirebbe un fazzoletto, il lenzuolo è pieno di sangue e serve qualcos'altro. Prendo il mio golfino e glielo metto nella ferita. Lui sembra sorpreso dal mio gesto.

<<Ma cosa fai...?>> perde sempre meno sangue, la cosa è positiva, però è sempre più pallido e questa cosa, invece, è negativa.
<<cerco di salvarti la vita>> mi guarda con affar interrogativo e io lo ignoro.
<<perché dovresti?>>
<<perché io non sono come te, io penso anche agli altri>> sembra offeso della mia risposta, ma poi ci ripensa e mi guarda male.
Passano i minuti. Christian si sta già riprendendo. Io sono seduta per terra a fissare lo schermo del mio cellulare che non ha né connessione né campo per fare chiamate. Christian a volte mi lancia delle occhiate malvagie e io le ignoro come sempre.
È già pomeriggio, la scuola è finita da un'ora. I miei genitori saranno su tutte le furie se non mi vedono tornare a casa, o meglio saranno preoccupati! Di questo non ci avevo pensato. E se rimango chiusa qui per sempre?
Devo cercare di trovar qualcosa per aprire quella maledetta porta di ferro. Cazzo che situazione difficile.
Io mi chiedo perché Molly e il tizio ci abbiano rinchiuso, e soprattutto: io cosa c'entro?
<<non dici nulla?>> chiede Christian seccato.
<<che cosa dovrei dire?>> rispondo con cattiveria. Rimane in silenzio a braccia conserte a fissare il pavimento.
<<È tutta colpa tua se siamo in questa situazione>> ribatto mettendomi a gambe incrociate.
<<mia? Io sapevo che prima o poi doveva succedere. Lo sapevo che loro tramavano qualcosa. Tu ti sei immischiata in affari che non ti riguardano, non è colpa mia>>
<<Sì invece. Se tu non mi avessi preso a botte io non sarei rimasta in bagno con te>>
<<e se tu non fossi intervenuta mentre litigavo con uno del primo anno non saresti in questo casino>> mi sta facendo impazzire.
<<e se io non ti...>> si alza di scatto interrompendomi.
<<mi fai sempre innervosire! Sono stufo di te! Sei una stronza! Non è colpa mia se sei in questo casino, porca puttana>> si passa la mano tra i capelli e rimane fermo immobile in piedi, non può muoversi per via della ferita.
<<Sai solo immischiarti in affari altrui. Lo sapevo che le novelline portano solo a questo: intrigare agli altri, per poi farsi vedere fighe>> sento le lacrime salirmi agli occhi<<tu sei una di quelle, cazzo, è proprio meglio che stai zitta>> si siede ancora a terra. Una lacrima scende lungo la guancia, non sono riuscita a tenerla a freno.
Christian non mi guarda nemmeno. Lui e le sue parole mi fanno veramente male. Come una pugnalata al cuore, o molto peggio.
Nessuno mi ha mai detto cose simili in vita mia, lo odio, lo odio da morire, ma non credevo che potesse arrivare a questo. Ma tutto è possibile in questo mondo di merda, purtroppo, e le persone come questo coglione che ho davanti potrebbero fare molto di più di questo. Me lo sento. Chissà lui cosa ha fatto nella sua vita, quante ne ha passate, quante cazzate ha fatto, quante volte è stato arrestato... Non voglio nemmeno pensarci.
Questo mostro che ho davanti mi fa ribollire il sangue, ma una cosa che non mi torna è: perché ce l'ha proprio con me?
Forse perché sono una novellina, perché sono bionda e non ho i capelli colorati, perché non ho le tette rifatte, perché non porto la minigonna, perché non metto i tacchi...d'altronde quasi tutte le studentesse della nostra scuola sono come me...
Ma io cosa ho che non va?
Forse ha ragione Christian: sono veramente una novellina che pensa solo ad intrigare gli altri. Forse è vero che voglio farmi vedere figa...anche se non lo sono.
Le sue parole non hanno tutti i torti, quelle parole mi hanno insegnato che devo ragire invece di stare qui imbambolata. In questo modo Christian potrebbe credere che è riuscito ad ottenere quello che vuole: la mia tristezza.
Ma le sue parole mi hanno fatto capire che è ora di vendicarsi. Proprio ora.
Mi alzo di scatto e lui mi guarda sorpreso.
<<Hai ragione. Hai ragione. Rompo il cazzo a  tutti in questa scuola. Intrigo anche ai topi che ci sono negli spogliatoi in palestra. Sono una novellina, sono una ficcanaso. Ho sempre qualcosa da ribattere. Su questo non hai tutti i torti, Christian>> mi muovo verso di lui. Sento un'energia dentro di me. Potrei dire e fare qualsiasi cosa <<Ma tu...tu sei peggio. Tu picchi quelli del primo anno, rompi le palle a quasi tutte le persone, sei malvagio e non ti va mai bene nulla. Sei un pervertito del cazzo e in più cerchi di ferirmi con le parole>> lo guardo con sguardo assassino <<hai altri difetti, potrei star qui un mese ad elencarli tutti. Pensavi che con quelle parole mi avresti cambiata. No. Io sono fatta così: sono sensibile. Tu puoi dire tutto quello che vuoi a me, ma sappi che so vendicarmi>> alzo il tono di voce e sospiro. Lui mi guarda sbigottito. Sembra sul punto di...piangere? Christian che piange?
<<Ho finito>> mi metto con le spalle addosso all'armadio e aspetto che reagisca, anche se credo stia ragionando su ciò che ho detto.
<<Cazzo, hai ragione>> si alza velocemente da terra. Sta piangendo
<<quello che hai detto su di me è tutta una balla. Ammetti che sono un coglione, un bastardo, uno stronzo...>> lo interrompo <<ehmm>> lui capisce e continua.
<<sono molto peggio di ciò che hai detto. Peggio. Ma non è stata colpa mia. Non è stata una scelta mia!>> il suo tono di voce spacca i timpani, corre verso la porta e inizia a prenderla a pugni e a calci. Non è nelle condizioni per fare questi movimenti.
<<Christian fermati!!>> urlo cercando di fermarlo. Il rumore metallico della porta mi risuona in testa.
<<sono un coglione!>> urla.
<<fermati!!!!>> gli prendo un braccio e lui subito cade in ginocchio a terra. Io mi abbasso con lui.
<<non è colpa mia, Aria>> dice a bassa voce. Si siede con la testa appoggiata al muro, io mi siedo affianco a lui. Colpa sua di cosa?
<<ora calmati >> sussurro e lui si appoggia con la testa nella mia spalla e chissà come, si addormenta. Ho esagerato?

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