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Una foglia mi cade in testa, la scaccio via con la mano, mugugnando irritata sottovoce.
Presumo sia uno stupido scherzo di mia sorella...quella combinaguai non mi lascia mai in pace nemmeno quando dormo.
<<Dove sei?>> apro gli occhi per cercare la canaglia ma...non sono a casa mia! Sono in un prato e poco più in là c'è il locale della festa. Che è successo?
Cerco di scervellarmi per ricordare alcune informazioni di ieri sera: Jeremy che mi dice di stare attenta e che poi se ne va, io che perdo il cellulare, Christian che me lo riconsegna, Molly che mi rompe le scatole, i biglietti scomparsi misteriosamente....sì ricordo tutto.
Avrò avuto un momento di svenimento e sarò caduta in questo strano prato pieno di fango.
Prendo il cellulare dalla tasca e noto che si è rotto ancora di più! Dalla caduta di ieri sera, sicuramente. È ora di prenderne uno nuovo.
Controllo l'ora. Le 2:56, le tre del pomeriggio?? Cavolo i miei genitori saranno su tutte le furie o magari sono pure preoccupati. Solo che non ho la più pallida idea di come tornare a casa dato che è stato Jeremy ad accompagnarmi alla festa e io conosco le strade di Los Angeles a malapena. E se lo chiamo?, no lui no, mia sorella?, oh no sennò dovrei darle troppe spiegazioni, e Tania? no poi le rompo le scatole.
I miei sono esclusi ovviamente.
E se chiamo Christian? no, forse non mi capirebbe. Eppure una vocina nella mia testa mi dice che sarebbe la cosa migliore.
Premo il pulsante verde della chiamata mentre mi chiedo come abbia fatto a convincermi a chiamare proprio lui. In quel drink di ieri mi avranno messo qualcosa anche per diventare pazza: ho un sacco di persone di cui potermi fidare eppure chiamo l'unica persona inaffidabile che finora ho conosciuto a LA. Fantastico.
Ma è l'unico che saprebbe mantenere il segreto senza ripercussioni.
<<Pronto>> risponde Christian sorpreso <<Vuoi sapere i compiti che hanno dato oggi?>> lo sento ridere dall'altra parte del cellulare.
<<no>>dico cercando di pensare come iniziare il discorso. "Ehm sai sono bloccata in mezzo al nulla e ho bisogno di un autista che non faccia la spia ai miei, però dopo questo piccolo favore potremmo continuare ad odiarci come sempre".
<<Strano da parte tua marinare la scuola, dove sei novellina?>> ma che cazzo gliene frega...beh in realtà l'ho chiamato solo per digli dove sono e di aiutarmi ad andare a casa, ma detto da lui in prima persona si potrebbe dire che vuole stalkerizzarmi.
<<In uno strano posto>>
<<ahah cioè?>>
<<non c'è niente da ridere Christian, ieri sera sono svenuta e ora mi trovo in un posto strano>>
Non risponde, sospira e intuisco si sia passato la mano tra i capelli. <<Non è colpa mia se i furfantelli ti mettono cose strane nei drink presi ad una festa>> ride <<dovresti sapere a cosa vai incontro quando bevi, pff>>
<<Queste cose le sai bene perché tu sei uno di loro>> sbotto irritata. Che grande sbaglio chiamarlo, era meglio andare a casa a piedi e chiedere un passaggio ad uno sconosciuto.
<<Nah, non ho bisogno di approfittarmi di ragazzine senza motivo. Io ho il dono della persuasione e poi nessuna ha il coraggio di dire di no ad un tipo sexy come me>> dice con orgoglio. Non lo sopporto, ma ho bisogno di questo dannato passaggio a casa e lui ha la macchina e non conosce i miei. Devo convincermi che questa è solo una soluzione a breve termine per poi poter tornare a far finta che non esista. Sopportare la sua arroganza è più pesante di un intero giorno di studio.
<<Senti...>> inizio con il mio discorso di aiuto, però mi interrompe.
<<sei vicino alla festa?>> la sua voce ritorna seria; penso abbi capito cosa mi serve.
<<sì, io non so tornare a casa da qui, perché mi ci ha portato Jeremy...>>
<<okay okay arrivo>> mette giù la chiamata. Non mi aspettavo una reazione del genere da parte sua. Tuttavia meglio una risposta rapida e chiara piuttosto che un'ennesima battutina sarcastica.

<<Sicura che non ci fosse qualcosa in quella vodka?>> era vodka quel liquido rosso? Si capisce che non me ne intendo di alcolici. Chris è venuto a prendermi e ora mi sta portando a casa, giustamente spero faccia il più presto possibile per non destare troppi sospetti ai miei e per evitare qualsiasi suo commento offensivo sulla mia attuale situazione.
<<ma che ne so io...mi sentivo bene e poi sono caduta per terra...>>
<<te l'ha data Jeremy la bevanda, vero?>>mi chiede alzando la voce. Vorrei dirgli di calmarsi, che sono solo svenuta e che non sono morta, ma dal suo tono sento che è incazzato con Jeremy. E poi la calma non è il suo forte.
<<sì beh...ma non è colpa sua, non lo avrebbe mai fatto>> giustifico Jeremy, che è espressamente il contrario di questo stupido che ho davanti, anche se ieri il comportamento di Jeremy mi ha un po' spiazzata.
<<perché lo difendi sempre?>>
<<gli voglio bene e si comporta sempre...a volte...cioè quasi sempre bene con me>> mi sento confusa dopo quello che è successo ieri, quando mi ha abbandonato in mezzo al locale per fumarsi una canna.
<<Lo sapevo che era uno stronzo, tu non puoi sapere certe cose ma stai lontana da lui>> certe cose...cosa intende per "certe cose"?
<<ovvero?>>
<<Non sono cazzi tuoi>> risponde sbattendo la mano sul volante. Si passa la mano fra i capelli. Ha gli occhi rossi, quasi imbrattati di sangue, i vestiti sono tutti spiegazzati e le scarpe sono piene di fango. Ha fatto una rissa o cosa?
In ogni caso è ubriaco.
Non è prudente stare in macchina con uno sbronzo...
<<Hai bevuto?>> chiedo, anche se so già la risposta.
<<un po'>> un po' tanto direi.
<<perché bevi sempre?>> mi sfugge questa domanda, non sono interessata alla risposta, però non mi piace rimanere in silenzio: ogni volta che siamo in silenzio se ne esce con una delle sue battutine offensive, così mi invento qualcosa.
<<Boh non so, mi piace>> all'inizio rimane sorpreso, poi risponde, ma non proprio sinceramente. <<Ah>> rispondo non sapendo che dire.
<<Perché non bevi?>> chiede facendo un sorriso. Che domanda del cazzo.
<<Fa male e non ha senso>> rispondo onestamente e fiera di me.
<<Pff...tipico delle sfigatelle come te>> mi prende in giro con una risatina. Che arrogante...non riesce a resistere per più di due minuti senza dire qualcosa di offensivo.
<<Perché tu ti credi figo solo perché bevi?>>
<<Ma ovvio>>
<<Beh non lo sei>> ammetto.
<<Ahah>> ma cosa c'è da ridere?? Ride per ogni cosa. <<Che ironica>> apre il finestrino e sputa una gomma da masticare sulla strada.
<<Non sono ironica, dico la verità>>
<<Sisi come no>>
<<Sei uno stronzo>> dico sulla difensiva
<<Dimmi qualcosa di meno ovvio>> dice ridendo.
<<Cioè vuoi parlare del tuo ego smisurato?>>
<<Anche quello è ovvio. Dai, Aria Johnson, puoi impegnarti di più>>
<<Ti piace essere insultato? Sei un masochista?>>
<<No, sono realista. So di essere un po' complicato per gli altri, ma io così ci sto bene. Non ho paura di ammettere di essere un coglione>> risponde con nonchalance.
<<Hai avuto un'infanzia difficile?>>
<<Ahaha "infanzia difficile" è un eufemismo>>
Okay non mi interessa la sua vita, voglio solo tornare a casa sana e salva, così mi limito a guardare fuori dal finestrino senza dire più nulla.
<<Perché mi hai analizzato così bene? Intendo...sono praticamente l'ultima persona con cui parleresti eppure sei qui con me e mi stai giudicando come se mi conoscessi da sempre>>
<<E quindi?>> chiedo irritata perché stavo bene in silenzio.
<<Quindi vuol dire che il mio carattere ti sta intrattenendo con una curiosità ambigua...>> mi incalza guardandomi per qualche secondo.
<<Mi sto solo limitando a descrivere chi ho davanti. Non so a cosa vuoi arrivare>> spero non pensi cose strane...
<<Dai, Aria Johnson, ammetti che hai una cotta per me>> io? Che? Cosa?? Questo qui sta dando i numeri. Ha bevuto troppo.
<<Hai bevuto fin troppo per i miei gusti>>
Accosta la macchina in un parcheggio vicino a un negozio di elettrodomestici, che mi risulta familiare, ci stiamo avvicinando a casa.
<<Io sono abbastanza consapevole anche quando bevo>>
<<"Abbastanza">> gli faccio notare.
<<Non cambiare discorso>> mi guarda cercando di individuare un qualcosa...un segno...un'emozione da parte mia. Ma niente. Rimango indifferente.
<<Non sono una di quelle che si innamora dopo aver parlato 2 volte con una persona e non sono nemmeno come le tue ragazze che ti porti a letto una volta alla settimana>>
<<Una volta al giorno>> mi corregge. Ha superato il limite, mi sto arrabbiando.
<<Se devi proprio rompermi il cazzo in questo modo era meglio che non ti chiamassi>> ribatto fulminandolo con gli occhi. Faccio per uscire dalla porta, ma la blocca.
<<mmm e quelle parole? Chi ti ha insegnato a dirle? >> si avvicina lentamente verso il mio posto...ma che intenzioni ha?
<<Apri subito questa porta se non vuoi che mi metta ad urlare>> giuro sarei capace di farlo.
<<No.>>
<<Chris!! Apri la porta! Mi hai stancata!>> urlo sperando che ceda, ma è troppo testardo. <<È la mia macchina e decido io>> sbotta sorridendo compiaciuto.
Bene Christian Scott. Te la sei cercata.
Apro la bocca per urlare, ma lui mi zittisce con una mano e si avvicina con il corpo a me.
Abbiamo le nostre bocche a pochi centimetri di distanza...riesco a vedere i suoi occhi azzurri che mi fissano, cazzo sono troppo belli. Belli? Ma cosa...? Cerco di allontanarmi prima di fare qualsiasi cazzata, ma lui si avvicina a me, sempre di più...vorrei davvero tirarmelo via di dosso ma sono bloccata qui come una stupida.
Si avvicina rapidamente e le nostre labbra si sfiorano. Chris mi mette due dita sotto il mento per guardarlo dritto negli occhi e poi d'un tratto le nostre labbra si toccano. Ma che sto facendo??
Il mio cervello ordina ai muscoli delle braccia di tirarmelo via o di fare qualcosa, ma non rispondono ai comandi, mentre il mio cuore batte a mille, in un modo quasi insopportabile, però allo stesso tempo piacevole. La sua lingua sfiora la mia e infine riesce a raggiungerla e si muove allo stesso ritmo della mia. Io alla fine lo lascio fare, forse sono ancora sotto effetto di quella strana droga di ieri sera. Quando mi mette la mano nella guancia per spingere di più contro la mia bocca, inizio a provare un'emozione ignota...diversa.
Non so di preciso cosa sia...ma sento qualcosa accendersi dentro di me. Mi morde il labbro inferiore, mi accarezza i capelli mentre si scontra contro di me. Cazzo è vero che ci sa fare. Poi mi prende per i fianchi e senza staccare la bocca dalla mia mi mette sopra di lui. Mi ritrovo seduta nelle sue gambe. Continuo a baciarlo, lui si muove con i fianchi per strusciarsi contro di me, proprio in quel punto, provocandomi dei brividi.
<<Mm>> gemo mentre mi alza lentamente il vestito.
Un gemito? Ma che cazzo???
<<Fermo Christian fermo!>> urlo andando nel mio posto. Stiamo limonando nella sua macchina, con le mie gambe aperte sopra alle sue e in mezzo ad un parcheggio.
<<Lo sapevo>> dice compiaciuto
<<No tu non sai proprio niente, e ora portami a casa>> sbotto irritata.
<<Tu provi qualcosa per me>>
<<Sì esatto, odio, odio profondo>> mi giustifico.
<<E quello che è appena successo cos'era? Eh?>> mi incalza facendomi arrossire. Non lo so nemmeno io se è per questo, ma non lo voglio sapere. Sono successe fin troppe cose.
<<Apri la porta, proseguo da sola così ti lascio a pavoneggiarti davanti allo specchietto>> Tutta questa situazione è stata davvero una cazzata, un errore ingiustificabilmente, e di certo non avrà fatto che alimentare la sua strana autostima da stronzo conquistatore. Non perdonerò mai me stessa per questo.
<<Dove vuoi andare?>>
<<A casa, sono stanca: per ieri sera e per i tuoi discorsi>> sbuffo e lo guardo male.
<<Capisco...da qui non sai tornare a casa>>
<<Sì invece, ho presente dove sono, quindi lasciami andare>>
Sbuffa e poi mette in moto la macchina senza ascoltarmi e prosegue. Io non ribatto, ho ancora le guance rosse per quello che è successo e l'ambiente qui dentro è troppo caldo. Devo prendere una boccata d'ossigeno e stare da sola in modo da dimenticare non solo questi ultimi minuti ma anche la serata precedente.
Il resto del tragitto lo passiamo in silenzio, finché non arriviamo a casa mia.
<<Non mi ringrazi?>> chiede mentre io esco dalla macchina. Finalmente aria respirabile e non inquinata dalla sua arroganza.
<<Di cosa? Per avermi costretta a rimanere in macchina con te?>>
<<Tu mi hai chiamato in soccorso>> in effetti ha ragione...ma non volevo che mi baciasse.
<<Sì ma per portarmi a casa, non per...per...>>
<<...Pomiciare?>> ride <<Mi hai preso per un taxi?>>
<<Un taxi con 0 stelle. Ti ringrazio del passaggio okay? Però non rompere più>>
Chiudo la porta in faccia a Christian prima che possa ribattere qualcosa e mi incammino verso la porta di casa.
Sento la sua auto che si ferma proprio qua vicino...ah, quasi dimenticavo che siamo vicini di casa.

Non so cosa abbia provato oggi.
Ma nulla di buono, sicuramente.
Però mi è piaciuto...e questo non è da poco.

ChillsWhere stories live. Discover now