•Capitolo VII

1.2K 87 13
                                    

Uno sbadiglio rimbomba nella mia gola mentre mi stiracchio, cercando di scacciare anche le ultime tracce di sonno. Guardo l'ora, osservando con imbarazzo i pixel lampeggiare sulla sveglia le cinque del pomeriggio. 

A che ora è l'appuntamento con Derek? Appuntamento, poi... come se assistere ad un processo di un gran bastardo fosse una cosa romantica.

Chissà che ha in mente... dalla sua reazione, comunque nulla di buono. E se lo giudicassero innocente? Questo sarebbe il colmo.

Ondeggio verso il bagno con passo strascicato, sciacquandomi il viso con schizzi d'acqua ghiacciata. Era alle... oh diamine, è fra un quarto d'ora!

Prendo possesso di tutti i vestiti presenti, facendoli librare in aria e volteggiare all'unisono. Al diavolo... non è importante. Mi infilo un tubino aderente color verde petrolio, mettendomi al volo le scarpe: devo sembrare seria, quindi meglio tacchi.

Nel frattempo apro il frigorifero, ingurgitando con la grazia di un elefante un succo di frutta; pesca, bleah.

Mentre scappo da una parte all'altra del salone, mi domando dove siano Alya e Thomas, ma non ho il tempo di preoccuparmene.  Pettino i capelli alla rinfusa, notando che sono un po' più scuri del solito.

Alzo le spalle e mi smaterializzo di fronte a casa di Derek, dove lo vedo sostare; a quanto pare ho fatto bene a vestirmi elegante, visto che lui non è da meno: lo smoking gli calza a pennello, donandogli un'aria più matura e decisamente più fascino.

Diamine, mi sento così in soggezione di fronte a tanta bellezza. Non mi sorprenderei se ora mi sciogliessi al suolo, ma mi costringo ad alzare il mento e a sembrare sicura di me per evitare di sembrare un'idiota.

— Ciao — affermo con finta indifferenza, schiudendo le mie labbra in un sorriso, a cui risponde altrettanto.

Mentre i miei pensieri saettano a toccare corde nascoste nel mio cervello, mi ricordo che può leggere nella mente. Accidenti!

Dettaglio interessante. Reprimo un mezzo singulto quando me ne rendo conto, e, per una banale e stupida psicologia inversa, i miei pensieri inseguono un binario a dir poco osceno. Basta!

Derek schiocca le dita di fronte al mio viso, dalla sua espressione annoiata capisco che non è la prima volta. — Ci sei oppure no? — domanda alzando un sopracciglio. — A cosa pensi?

È meglio che tu non lo sappia, te lo assicuro. — Al succo alla pesca. — prorompo, dando voce al mio primo pensiero. D'altro canto mi fissa con un'espressione che grida: "Ma sei seria?" — Comunque, se proprio ci tieni, puoi sempre leggermi nella mente — avanzo. — Ma se mi vuoi bene... ti prego, non farlo — chiarisco, terrorizzata dal fatto che lo possa fare sul serio.

— Non lo farò... — Lascia la frase in sospeso, come se ci stesse ancora riflettendo. — Ma potrei sempre ripensarci — aggiunge infatti.

Mi mordo leggermente le labbra, soffocando un sorriso. — Peggio per te, allora — sussurro, ma non gli lascio il tempo per rispondere: — Quindi... dove siamo diretti? — domando incuriosita.

— Nel mio mondo — afferma tranquillamente, facendomi rabbrividire: sono stata rinchiusa in quel luogo, e devo ammettere che il soggiorno non è stato dei più piacevoli. Mi chiedo che cosa provi lui nei confronti del mio mondo. Notando il mio viso sbiancato, riprende a parlare: — So che l'ultima volta che ci sei stata eri rinchiusa in prigione, ma ti assicuro che non ti verrà tolto nemmeno un capello. — chiarisce.

AshedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora