•Capitolo XXVI

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Derek annuisce, anche se piuttosto sconcertato, così lascio ciondolare la gamba sullo scalino e lo seguo salire le scale per ritornare al quarto piano, nell'aula in disuso che stavamo utilizzando prima. ― Alya, eh? ― domanda, poco davanti a me. ― Sinceramente, che cosa credi di scoprire?

― In che senso?

― Non lo so... credi che in qualche modo possa essere coinvolta in tutto ciò?

― Cosa? Assolutamente no! È Alya, Derek, è la mia migliore amica. Non farebbe mai male a...

Nessuno? Ma per favore. L'hai vista anche tu con Cathrin, e non credo che le sue fossero solo minacce a vuoto. L'avrebbe davvero uccisa, se non fosse stata per noi. Era impazzita, Abigail, totalmente fuori di testa! Chi ti dice che non abbia già fatto una cosa del genere in passato? Quando né io, né te potevamo...

Derek apre la porta dell'aula e lascia la frase in sospeso. A questo punto, presa da un moto di stizza, do una spinta alla porta che si spalanca. Alya è seduta su un banco in prima fila e osserva la lavagna – con ancora scritti gli appunti di Derek – con aria assorta. Quando si accorge della nostra presenza volge il viso alla sua sinistra e si apre in un dolce sorriso. ― Ehi! Di che parlate? ― domanda incuriosita. Osservo Derek con un sopracciglio inarcato ma lui, inchiodando lo sguardo su Alya, non accenna ad aprire bocca. ― Ci siete?

― Va bene, devi sentire questa ― inizio, piuttosto divertita. ― Stavamo discutendo sulla tua fedina penale e, in particolare, la sfuriata che hai avuto con Cathrin e come volevi ucciderla.

― Oh, okay ― Alza le spalle.

― E ha detto: «Chi ci può assicurare che non lo abbia già fatto in passato?»

Alya sfarfalla le ciglia un paio di volte e, all'istante, io e lei scoppiamo a ridere. In realtà ridiamo piuttosto sguaiatamente e senza alcun contegno. Alya si rotola su un banco con le lacrime agli occhi.

― Che vuol dire? ― sbotta Derek, confuso.

Alya si asciuga gli occhi e si rivolge a lui: ― Oh, tesoro, ma è ovvio che abbia già fatto cose del genere. Credo di avere più o meno quarantadue ergastoli sulle spalle. I privilegi di essere la migliore amica della Regina di una monarchia assoluta ― mormora, mentre io alzo le spalle.

― Cosa?! ― replica, spalancando gli occhi. ― Tu lo sai e resti comunque accanto a questa serial killer?

― Ehi! ― sbotto. ― Ognuno ha le sue croci.

― Parla lo sfigato ― bisbiglia, alzandosi una ciocca di capelli. ― Io davvero non so come fai a uscire con lui!

― Ma prima... prima hai detto che non farebbe male a nessuno!

Sbuffo. ― Non ho finito la frase. Prima stavo per dire che non farebbe mai del male a chi non gliene dà un motivo. È per questo che so che non c'entra con l'epidemia.

― Quale epidemia? ― interviene Alya, avvicinandosi a noi. ― Che sta succedendo?

Derek sta per prendere la parola, ma io lo precedo: ― Nel nostro regno, beh... si è scatenata un'epidemia che sta decimando la popolazione, è per questo che l'altro giorno sono stata assente. Stiamo cercando le cause.

― E ci potrebbero essere analogie con quella avvenuta circa diciotto anni fa, soltanto che certi particolari rimandano a quello accaduto quindici anni fa, in particolare a due villaggi...

― Derek ― lo interrompo.

― In che senso? ― bisbiglia. Il suo volto si è svuotato. ― Io non capisco cosa possa c'entrare questo con... con il villaggio ― La sua voce è improvvisamente rotta.

AshedWhere stories live. Discover now