•Capitolo XXXIX

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Ehi ragazzi! A fine lettura mi farebbe piacere sapere la vostra opinione su questo capitolo. Scusate per il ritardo ma il Wi-Fi mi ha abbandonato... e niente, buona lettura!

*  *  *

― Sì, certamente... Avrai a disposizione moltissimi benefici. Non... non lo so... Preferirei non rispondere a questa domanda.

Ascolto a singhiozzi il colloquio che si sta prolungando da più di un'ora, immersa in un'altalena straziante tra il sonno e la veglia. Il mio riposo, nonostante sia quasi inconsistente, è continuamente tormentato da incubi che al risveglio non ricordo. Resto intinta della sensazione di vuoto e con il cuore in tachicardia. Poi dimentico e mi addormento di nuovo. E il ciclo ricomincia.

Tuttavia questa sembra la volta buona, poiché persino la mia mente sembra troppo stanca per creare degli incubi convincenti. Scivolo lungo lo schienale del divanetto con così tanta fiacchezza da cadere quasi per terra. Per non so quale legge della fisica la mia testa si blocca tra un pesante cuscino e il bracciolo del divano, impedendomi di rovesciarmi rovinosamente al suolo come un sacco di patate.

Quando mi risveglio una densa coltre di confusione aleggia intorno a me. Fatico per un istante a mettere a fuoco dove sia e che giorno sia. Non dormivo da troppo tempo... quanto? Un giorno, forse due?

Uno sbadiglio mi costringe a spezzare il fragile filo dei miei pensieri. Mi scosto dal volto qualche capello rimasto appiccicato mentre noto qualcosa che ho dato per scontato fino ad ora: c'è un silenzio di tomba. Dunque Derek deve aver finito con Cathrin. Per quanto tempo ho dormito?

Mi alzo dalla seduta barcollando e mi pongo di fronte alla porta della camera in cui risiede Cathrin, constatando che non è più chiusa a chiave. Avvolgo la maniglia e spingo, fin quando la visione di Cathrin che legge tranquillamente un libro, sdraiata sul letto modesto, appare di fronte a me.

Mi siedo sulla prima poltrona che trovo e i miei movimenti mi appaiono stranamente meccanici. Anzi... quasi impacciati.

― Che cosa stai leggendo? ― domando, schiarendomi la voce poi con un colpo di tosse.

― Buffy, un investigatore a quattro zampe... anzi no, tre. Il malefico Dottor Miao gliene ha appena... accidenti. C'è parecchia violenza per essere un libro dai quattro agli otto anni ― bisbiglia, coinvolta nella lettura. D'un tratto però chiude il libro con un colpo secco e poggia il romanzo sul comodino. ― Me l'ha dato Derek. Io non so che età o che QI pensa che io abbia ― sorride.

― La domanda che dovresti porti è che età o che QI abbia lui ― mormoro. ― A proposito...

― Se n'è andato parecchio tempo fa ― mi precede di un bel po', tanto che ne rimango stupita. ― Pensavo vi foste incrociati lì fuori.

― Stavo dormendo ― asserisco imbarazzata. La tensione sguscia tra noi come una serpe silente.

Dopo un po', Cathrin prende parola: ― Beh, allora? Che aspetti a propinarmi un discorso con i fiocchi, Regina?

Già, che aspetto? Entrambi faremo il nostro dovere.

Derek l'ha fatto. Ora tocca a me.

Al solo pensiero sento la gola seccarsi. ― Non ho intenzione di farlo ― dichiaro, con tono più tranquillo di quanto pensavo. ― Non credo serva a molto. Le cose sono semplici: se scegli Derek, io, mio padre e Alya moriamo tra atroci sofferenze. Se invece scegli me, mio marito e tutta la sua famiglia faranno la medesima fine. La situazione non ruoterebbe comunque a mio vantaggio. Per non contare i milioni di innocenti, tra cui donne e bambini.

AshedWhere stories live. Discover now