•Capitolo XXXVIII

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Derek ed io siamo seduti sui nostri troni. Per dirla tutta, in realtà non sono i nostri. Sono troni che si trovano in una sala del palazzo che non è neanche quella principale. Entrambi siamo silenziosi sebbene non ne capisca il motivo. L'espressione di Derek è anche piuttosto grave.

Chiudo gli occhi e sospiro. Dopo qualche secondo, li spalanco di nuovo. La sua mente, volente o nolente, è ormai un libro aperto per me. ― Non guardarmi così. Mi offende sapere che tu pensi che voglia manipolare la ragazza.

Derek non si scompone. Tipico di lui. Resta impassibile mentre mi osserva. ― Perché allora hai detto che Avior era dalla tua parte?

― Perché è così.

― Come fai a saperlo?

Sospiro. ― Lui è il bambino del quadro.

La sorpresa s'impossessa di lui e il suo volto percorre ogni stadio di essa, lasciandolo in meno di un secondo totalmente sconvolto. ― Che cosa? ― grida, con occhi spalancati. ― E quando speravi di dirmelo?

― Tralasciando il fatto che non ero obbligata a farlo, ti chiedo scusa se avevo qualcos'altro da fare, tra cui scoprire che sono una noxious oppure assimilare la mia imminente morte. Diciamo che Avior non era al centro dei miei pensieri ― ribatto, forse fin troppo secca.

Derek non fa caso al mio tono brusco e con uno slancio mi afferra il viso tra le mani. ― Ascoltami bene ― mormora tuttavia, con voce decisa, ― tu non morirai. Hai capito? Lo impedirò a qualsiasi costo.

Mi apro in un sorriso dalle sfumature nostalgiche. È quasi ironica la situazione: colui che, pur contro la sua volontà, mi distruggerà si sta battendo per la mia salvezza. Contro la sua volontà... che crudele, il destino. Sembra che ogni cosa adesso non sia nelle nostre mani, contro la nostra volontà. Pedine che seguono un percorso già tracciato. Mi chiedo solo chi farà scacco matto in questa partita fatale. ― Apprezzo la tua determinazione, ma né io né te possiamo fare miracoli, Derek.

Le sue labbra si piegano in una smorfia affranta. Dura solo un istante, tuttavia. ― Voglio che tu sappia che, malgrado tutta questa storia della Scelta, io sto dalla tua parte. In ogni senso ― sussurra. Vorrei annullare la distanza tra di noi. Ma non so chi dei due crollerebbe prima in pezzi. Lo sguardo di Derek diviene stranamente criptico. ― Che dici di illuminare anche me con tutta questa storia di Avior?

Con un cenno di assenso, inizio a raccontargli delle ricerche e delle informazioni che mi hanno condotto a tale scoperta, illustrandogli ogni più piccolo particolare insignificante. Nonostante sia chiaramente diventata logorroica, Derek sembra ascoltarmi con interesse. ― Quando l'ho incontrato, tutto ciò che mi ha detto è stato: «Al posto di indagare nel mio passato, faresti meglio a farlo nel tuo.» ― M'interrompo e alzo le sopracciglia. ― Credi si riferisse a... lui... lo sapeva?

Derek non sa come ribattere. ― A cosa si sarebbe dovuto riferire, altrimenti? Sa che sei una noxious. Magari lo ha sempre saputo. Abigail, io non so chi sia Avior, o come si chiami in realtà, ma sono certo che oltre a questo ci sia di più. Ancora una volta, non è chi dice di essere.

Avior... l'essere più angosciante che abbia mai incontrato. E non perché sia particolarmente potente, né crudele. Ma perché di lui continuo a non sapere nulla. E l'ignoto mi terrorizza.

― Dobbiamo fare qualcosa ― bisbiglio. ― Lui è... pericoloso.Che ne pensi?

― Può darsi... magari lo stiamo sopravvalutando. Magari non è una minaccia. Rilassati, credo che adesso sia il minore dei nostri problemi ― mormora, e tutto ciò che riesco ha pensare, l'unico pensiero a cui riesco ad aggrapparmi è: «Spero abbia ragione.»

AshedWhere stories live. Discover now