•Capitolo XL

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Un'intensa luce filtra dalla finestra spalancata poco davanti a me, ma non è naturale, poiché accecante. Quasi trasparente. Mi copro gli occhi, ancora sigillati, riversando sul mio volto la mia cascata di capelli. Tentativo piuttosto inutile.

Mi apro in un sospiro e mi rassegno ad aprire gli occhi. Appena il mio sguardo inizia a distinguere ciò che mi si pone davanti, le mie labbra si stendono in un sorriso involontario. Osservo Derek, girato verso di me, dormire beatamente fra le lenzuola che gli coprono la parte inferiore del volto. Mi giro totalmente verso di lui e inizio a disegnare il profilo del suo viso con la punta delle dita, accarezzando la sua pelle che è ancora gelida come il ghiaccio.

A un tratto apre lentamente gli occhi, puntando il suo sguardo assonnato verso di me. ― Perché sorridi?

― Perché sono felice ― mormoro sulle sue labbra, lasciandogli un lieve bacio. Mi allontano da lui e noto che il suo volto si è rabbuiato. ― Va tutto bene? Ho forse detto...

― No ― m'interrompe all'istante. Sospira pesantemente e si passa una mano sul viso. ― Oggi è il giorno ― bisbiglia dopo qualche secondo di silenzio, alzando il busto e fissando il paesaggio indefinito che si staglia al di fuori della finestra.

Faccio lo stesso e gli appoggio una mano sulla schiena. ― Ti prego, ti prego... ― sussurro, posando la fronte sulla sua spalla. ― Non preoccuparti. È l'ultimo favore che ti chiedo.

― Di non preoccuparmi? ― Alza un sopracciglio.

― E di sorridere ― dichiaro. ― Hai un sorriso meraviglioso ― sussurro, mentre vedo le sue labbra incresparsi di conseguenza in una smorfia ancora più distrutta. ― Va bene, ammetto di essere stata davvero melensa... ma insomma, ti saresti dovuto aspettare che dicessi qualcosa del genere prima di mori...

― Non dirlo ― bisbiglia.

― Derek ― lo chiamo, questa volta più seria. ― So che adesso ti sembra la tragedia più ingiusta e orribile che possa accadere, ma, non dico ora, prima o poi ti dimenticherai persino che tutto ciò sia mai accaduto. Ti dimenticherai di me. Ti prego, non guardarmi così... non te ne sto facendo una colpa. Il tempo lenisce ogni ferita, anche la più grave. Pregi e difetti dell'eternità, mio Re. In fondo viviamo tutti per quel margine di cielo sopra le nostre teste ― mormoro assorta, chiudendo gli occhi. Tutto ciò mi riporta alla notte in cui ero certa di stare per morire, in cui la pioggia crollava sui miei occhi. ― Ti prego, non dimenticarmi ― dissi, con la gola secca nonostante continuassi a singhiozzare. Ricordo ancora il suo viso attonito bagnato dalle lacrime e dalla pioggia. ― Non mi lasciare andare.

― Non lo farò ― asserisce, con voce concisa. ― Non ti lascerò andare. Mai.

Il suo tono di voce secco mi spiazza. Inizio a respirare pesantemente mentre lui mi osserva con sguardo glaciale, per poi voltarsi e guardare davanti a sé. Quando si sta per alzare tuttavia mi aggrappo alla sua schiena e lo attiro a me. China il volto e si abbandona al mio abbraccio. Restiamo così per molto tempo.

― Dovremmo andare ― spezza il silenzio dopo un po' e io annuisco lievemente.

Mentre mi rivesto a un tratto mi volto verso di lui. ― Hai mai pensato che se mio padre non se ne fosse andato dal regno dei noxious, io sarei stata la tua promessa sposa?

― Come fai a dirlo?

― Mio padre faceva parte di una delle casate più importanti del regno ed era il migliore amico di tuo padre ― mormoro, mentre nella mia mente si prospetta questo scenario. Io, nobile noxious, avrei sposato il tanto sospirato Principe Derek per diventare Regina al suo fianco. Chissà se tra noi sarebbe cambiato qualcosa. Alzo il volto per cercare il suo sguardo e lo trovo fisso nel vuoto, probabilmente perso a fantasticare questa ipotesi come me.

AshedWhere stories live. Discover now