•Capitolo XLI

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Sgrano gli occhi, mentre la figura di Clelia, la figura di mia madre, si erge imperiosa sul palco. È minuta, delicata, ma in questo momento non credo di aver mai visto una forza più spaventosa di questa.

Sento il sangue gelarsi nelle mie vene e raschiare contro di esse fino a fare male. Le mie labbra si schiudono ed espiro debolmente.

No, no, no! È tutto sbagliato! Se questa donna dovesse scegliere il regno delle streghe sarebbe la fine. Io mi salverei e non me lo perdonerei mai. Mi volto verso mio padre che, a braccia incrociate, lascia che un lieve sorriso si dipinga sulle sue labbra mentre osserva mia madre.

― Padre? ― sbotto. ― Tu lo sapevi?

Sposta lo sguardo annoiato su di me e alza il sopracciglio sinistro. ― Ovviamente.

― Dirmelo era troppo complicato, non è vero, cazzoni? ― esclama Victor. Il suo sguardo saetta freneticamente sui miei genitori.

Il mio respiro è affannoso, perfino troppo. Fatico a controllarlo. Il mio sguardo vola su Derek, la cui unica reazione è di aprirsi in un ampio sorriso.

Perché, perché diavolo stai sorridendo? E perché non posso fare a meno di bearmi e di straziarmi allo stesso tempo di questa visione meravigliosa?

La voce di mia madre interrompe il corso dei miei pensieri. Stringo i denti per evitare che le lacrime che ho negli occhi non riescano più a celare il mio dolore. Non ho tempo di scandire i secondi precedenti alla sua sentenza di morte come poco fa. Il tempo si accavalla nella mia mente confuso come lo scorrere tempestoso di un fiume. ― L'universo mi chiede di scegliere. E io l'ho fatto ― Il silenzio sembra vibrare nell'aria. Credo che la tensione sia a un livello così alto che, per assurdo, si sia dissolta. ― Io mi astengo. Questa è la mia scelta.

Una volta che le parole lasciano le sue labbra, solo la nostra metà di pavimento inizia a tremare.

― Cosa? Che significa? ― grida Clelia, terrorizzata. Questa volta anche mio padre sembra attonito. ― Ho detto che mi astengo, mi astengo!

I noxious gridano di gioia. Continuano a gridare anche quando il terreno sprofonda sotto i loro piedi. Ma non c'è più nulla di gioioso nelle loro urla. Una profonda spaccatura percorre il loro pavimento e s'inabissa, creando uno scivolo verso la morte.

Mi apro in un grido disperato mentre corro verso la loro fazione. Afferro la mano di Eric prima che precipiti. ― Dov'è Derek? ― gli urlo addosso, cercando di sovrastare il caos creatosi in un secondo. Eric scoppia a piangere. Le sue lacrime cadono nel vuoto.

― È caduto ― singhiozza. ― Ti prego... lasciami andare.

Una mia lacrima gli macchia il viso. Sento ogni fibra muscolare del mio braccio allungarsi per provare a sorreggere il suo peso con una sola mano e ogni fibra muscolare del mio cuore corrompersi e spegnersi adesso.

Alzo il viso e mi giro, incapace di guardare ancora Eric, specchio delle mie emozioni. Osservo Alya correre verso di me. ― Vattene! ― esclamo a pieni polmoni. Il pavimento intorno a me si sta crepando. Lei può ancora evitare di cadere. Lei può ancora salvarsi.

― No! ― replica, ma fortunatamente la zolla di pavimento in cui mi trovo cade prima che possa raggiungermi.

Mentre sto cadendo sento le lacrime sfregiarmi le guance. Mi sento una pulsazione di vita e di morte. Grido finché ho fiato mentre sento la mia anima fratturarsi a poco a poco. Il dolore rende anima e corpo una cosa sola, aveva detto Derek. Non ho mai trovato nulla di più vero.

Mentre sto cadendo, capisco che non volerò mai. Ma posso sempre evitare lo schianto a terra. Stringo Eric a me e rallento la nostra caduta fino a quando il dolore inghiottisce anche l'ultimo bagliore di volontà nel mio cuore.

AshedWhere stories live. Discover now