Capitolo diciasette

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Capitolo Diciasette
Cinque passi a diritto

Magari il tempo passasse più in fretta, come in un film di Harry Potter, se prendiamo come esempio il primo in due ore di durata passa un intero anno scolastico, magari tutto andasse veramente così veloce.
Sono passate solo due settimane dall'ultima volta che ho visto Aden, e sono state le più lunghe, le più noiose, che nemmeno la vista in persona di Leonardo di Caprio a torso nudo avrebbe potuto cambiare il mio umore sotto i piedi, ma oggi mi sento stranamente positiva e allegra.


"Ora io me ne vado a letto prima che a uno di voi venga un'altra brillante idea per farci uccidere o peggio...espellere!" La voce acuta e precisa di Emma Watson mi arriva diretta alle orecchie facendomi ridere per la risposta che la maghetto rosso della scuola di magia più famosa nel mondo della tv, diede.

Hermione, forse doveva rivedere le sue priorità, ma almeno lei ne aveva una.
Io invece? Quale è la mia priorità?!
Lo studio ?
Il lavoro?
L'amore?

È così difficile fare una scelta, ma se la mia priorità non fosse tra le mie scelte?
Do un altro morso alla mia tavoletta di cioccolata col biscotto, una delizia per il mio palato che credo potrei morire anche solo per un pezzo di questa prelibatezza.
Mi distendo, sistemandomi al meglio senza mai staccare gli occhi dallo schermo del computer personalizzato da tanti adesivi colorati, frutto di viaggi e di anni di concerti.

Ovviamente però, la fortuna non gira mai dalla mia parte perché il campanello suona.
Sbuffo alzandomi dal divano, senza nemmeno curarmi del mio abbigliamento esteticamente poco bello, dirigendomi verso quella fonte di disturbo.

Arrivo davanti alla porta pronta per inveire contro qualsiasi persona che mi abbia disturbato: vecchietto o postino che sia.
"Porca miseria é possibile che-" mi interrompo.

Davanti a me, proprio difronte a me c'è l'ultima persona che potrei mai immaginare di vedermi davanti: NICK, quel Nick, il mio Nick, lo stesso essere vivente che non mi ha rivolto la parola nelle ultime settimane, che si è sposato.

"Ciao!" Sussurra così piano che quasi non lo sento.
"Nick, non ti aspettavo!" Dico io con la voce più acida e forte che possa aver trovare nel mio armadio dei toni.
"Mi fai entrare?" Mi domanda facendomi segno con la mano.

Vuole entrare?! Dopo che ha messo un punto alla nostra storia e che ha deciso di venire qui, dopo che se n'è andato in viaggio di nozze per due settimane...
Col cavolo che lo faccio entrare.

"Entra pure!" Ma che cazzo Allison ma ti sta andando in fumo il cervello?! Dove lo hai lasciato il polso fermo, la fermezza?

"Cosa vuoi Nick?" Domando diretta riacquistando la ragione quando lui si è seduto sul divano, stravaccandosi come se fosse a casa sua con la sua amata moglie.
"Fare pace con te!"
"Haha questa è bella, riformulo, cosa vuoi da me?"
"Allison per favore non fare la bambina!" Risponde fermo.

Bambina... a me?

"Scusa cosa hai detto? A chi hai dato della bambina, perché a me sembra che il bambino sia qualcun'altro!" Lo attacco.
"Vedi come sei? E poi ti domandi perché non ti abbia chiamato per le riunioni, metti in imbarazzo, non riesci a tenere per te ciò che pensi, devi dire sempre tutto!" Mi insulta.

Ah tesoro non sai quante cose mi stia tenendo dentro, ora!

"Sai tesoro- lo prendo in giro- io credo che tu abbia bisogno di alzarti in piedi fare cinque passi davanti a te due a destra e poi un altro fuori dalla porta, perché io in casa mia non le accetto queste persone!" Ribatto, indicando la porta.
"Nessuno mi dà ordini, nemmeno mia mamma, tu, sei ancora meno importante di lei, perché dovresti averlo tu questo diritto?" Una lama da dieci centimetri oltrepassa il mio cuore in un colpo secco, come programmato.

"Nicolas ribadisco, VATTENE! Capisci il significato di Vattene? Lo trovi dopo Vaffanculo e il dizionario come spiegazione ti dà: prendi la porta e esci per sempre!" Dico spiritosa mettendo le mani sui fianchi a mo di sfida.
"Mi spiace!" Sussurra poi come risposta, abbassando lo sguardo.
"Non puoi pensare che con un misero mi dispiace tutto sia perdonato, Nick tu mi hai ferito, pensavo fossi diverso, ma invece hai pensato solo a te stesso, abbandonando per strada la nostra amicizia, se non vuoi più essere mio amico, okay me ne faccio una ragione, ma non puoi venire qui dopo quattro settimane che non ti fai sentire."

"Mi manca la mia migliore amica, mi manca e non so che fare!" Scuoto la testa.
"Sono stanca di essere la tua ruota di scorta, sono stanca dei tuoi tira e molla!" Lo guardo negli occhi, per la prima volta li rincontro dopo tanto tempo, troppo forse.
"Sei importante per me Allison, lo sai. Quel giorno secoli fa quando ti ho incontrata, una bambina un po' impacciata, che sembrava così timida, ma allo stesso tempo così esuberante che alla fine si è dimostrata la più grande delle migliori amiche, non potrei mai desiderare un'altra amica. Non ti voglio sostituire con nessuno, non c'è nessun altro con cui ti potrei sostituire, sei la mia unica ruota, nessuno è alla tua altezza."
Le sue parole mi colpiscono dritte al cuore curando quella ferita che avevano aperto precedentemente.
Non so se con quel discorso volesse ipnotizzarmi, oppure no, non so quel che volesse fare ma ci è riuscito alla grande.

Scuoto la testa mentre mi avvicino a lui con passi decisi, fiondandomi fra le sue braccia muscolose.

"Allora come è andato il viaggio di nozze?" Domando senza staccarmi da lui.
"Malissimo... Il bambino" Dice prima di scoppiare in lacrime.
Non l'ho mai visto piangere...
Le stelle comete sono la dimostrazione che si può essere bellissimi anche quando si cade, e lui, il mio Nick, è la più bella stella cadente che abbia mai visto....






Ehhhh hanno fatto pace... weeeee cosa vi aspettate For the next chapter?

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