Capitolo cinquantanove

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Capitolo Cinquantanove
Riprovare...

Ascolto ciò che mi circonda...
Non voglio aprire gli occhi, ho paura, non ho idea di cosa mi troverò davanti quando lo farò e soprattutto come sarò io: ancora incinta?!

Odio l'idea che la mia bambina sia già fuori di me, odio l'idea di non poterla più proteggere dal mondo, di non avere più un compito essenziale.

Un rumore assordante e persistente mi sta dando i nervi come il ronzio di una mosca che gira in camera quando stai per addormentarti, ma non ci riesci perché quell'insetto ti sta altamente rompendo.

Sento dei passi, alcuni più pesanti, altri più veloci...ma dove sono?!

La schiena mi fa male, sono scomoda e la voglia di girarmi a pancia in giù é grandissima, ma non ci riesco.
Sono come immobilizzata nel cemento.

Sensazioni contrastanti mi formano, mi sento leggera ma pesante allo stesso tempo, felice ma triste, mi sento coraggiosa, ma intimorita.
Tutte queste sensazioni mi fanno sentire come in alto mare.
Voglio scoprire cosa é successo, ma la paura mi blocca.

Allison...buttiamoci.

Tento di aprire le palpebre, cercando di scacciare l'oscurità che mi circonda, ma sono pesanti.

Allison dobbiamo farcela, dobbiamo affrontare la realtà a testa alta e se non mi aiuti, se non sei convinta anche tu di questo continuando a nasconderti per paura non riusciremo mai ad aprire gli occhi e scoprire.

Paura vattene.
Abbandona il mio corpo e lasciami libera di vivere la vita o di vivere la morte.

Riprovo.
Le palpebre sono pesanti, sono come incollate, la voglia di strusciarmi gli occhi é tanta, ma anche le braccia sono scollegate dal cervello.

Allison libera la mente, pensa a qualcosa di bello e mantieni quell'idea viva.

Nick.
Gli occhi blu di Nick, i suoi capelli sempre davanti agli occhi, il suo sorriso: bianco, perfetto, ammaliante... la sua bocca: morbida, carnosa, da cui escono parole fantastiche capaci di far impazzire ogni donna sulla terra e non.

Sollevo le palpebre, intontita dalla luce, mugugnando parole senza senso tra me e me.

Una luce bianca mi avvolge, non riesco a definire nulla intorno a me.
Tutti i rumori che mi circondavano sono spariti e ora sono sola e accecata, ma accompagnata dal silenzio.

Chiudo gli occhi, non é stata una buona idea, tutto questo é una cattiva idea.
La paura mi avvolge, ho paura della verità.
Non voglio sapere, non sono pronta ad abbandonare tutto senza nemmeno averla mai presa in braccio...la mia piccola Evangeline.

Evangeline?!

Ripercorro ogni mia immaginazione, capelli rossi occhi azzurri: le caratteristiche principali mie e di Nick, quelle che io voglio che appartengano alla mia piccolina.

"Diciamo che ci conosciamo abbastanza bene... Però per adesso ricorda sono solo frutto della tua immaginazione!"

Per adesso.
Quindi vuol dire che é una cosa che ancora non si è realizzata... la mia bambina non l'ho ancora vista però la conosco abbastanza bene dopo mesi e mesi che condividiamo lo stesso corpo.

Apro gli occhi.
Mi alzo di scatto, la testa mi fa male, ho il respiro affannato, la gola secca e gli occhi appannati.

Vedo sfocato, una coperta verde mi copre le gambe, sento il cotone morbido a contatto con le gambe nude.
Le braccia mi fanno male, come se fossero piene di lividi, sento i peli del braccio tirarmi ad ogni minimo movimento.

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