Capitolo quarantatre

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Capitolo Quarantatre
Sono Allison Aurora James...

"Ciao mi presentono tutti: sono Allison Aurora James e ho un tumore. Ho un tumore e ho ventidue anni. Ho un tumore e non credo ci sia molto altro da dire.

Ho sempre creduto di avere un cervello brillante, di essere il piccolo genietto della famiglia. Mi sbagliavo. Ho un tumore al cervello e le mie ultime analisi mi hanno in un certo senso fatto vedere che questo cavolo di tumore non vuole proprio smettere di crescere.

Ho ventidue anni, un tumore al cervello al terzo stadio, ho iniziato il primo ciclo e la chemio sta facendo l'effetto contrario a quello che dovrebbe.

Ho ventidue anni, mi chiamo Allison e sono incinta, diciassette settimane domani.

Mi chiamo Allison e sto aspettando la morte.
Aspetto la morte a braccia aperte, perché so anche se i dottori ci girano un po intorno che io morirò e non lo avrò fatto invano perché avrò donato la mia vita al frutto del mio amore.

Mi chiamo Allison, amo le stelle e il gelato al cioccolato, ma non quello troppo fondente, ma neanche quello troppo al latte una via di mezzo.

Mi chiamo Allison e ho un tumore, come quasi ogni persona di questa stanza, e ho lottato tutta la vita per l'amore, ma esso mi é scappato dalle mani proprio quando si stava finalmente avvicinando.

Ho un tumore maligno al terzo stadio, sono incinta di sedici settimane e ho paura, ho paura della morte, ma mi faccio forza e l'aspetto a braccia aperte, pronta per abbracciarla perché io amo gli abbracci e in questi giorni non molti me li danno.

Mi chiamo Allison e ho litigato con la mia migliore amica, mi ha deluso, e io ho deluso il mio più grande amore e lui se n'è andato, ma in queste ultime settimane l'ultima persona che mi aspettavo di avere accanto, mi ha rialzato in piedi, mi sta aiutando ed é per questo ora sono qui: perché ho capito che ho bisogno di qualcuno, che ho bisogno di sostegno e perché non posso farcela da sola, ma non voglio che le persone soffrano attorno a me, quindi ho deciso che soffrirò in silenzio." Mi rimetto a sedere con le lacrime agli occhi, non guardo le persone attorno a me i loro visi sono mangiati dal cancro, ma un sorriso sincero aleggia sul viso di ogni persona che mi circonda.

"Siamo con te Allison!" Ripetono tutti in coro, seguendo lo psicologo.

In queste ultime tre settimane ho lavorato, lavorato e lavorato, ho spento il telefono, la mente e mi sono dedicata solo al lavoro. Angelique mi ha sostenuta: é venuta con me alla visita, mi ha asciugato le lacrime mentre il dottor Millivan, mi diceva che il tumore si era espianto, ma mi assicurava che con il secondo ciclo il suo processo si sarebbe fermato.

Tutto questo é pesante da digerire, tutto questo è così pensante che non credo di riuscircela a fare, i capelli iniziano già a cadere, il mio marchio di riconoscimento sta cadendo ed ho paura di non essere più la stessa persona.

"Allison le notizie che devo darti non sono delle migliori!"

Ha esclamato così, ma la domanda che mi pongo realmente é: quante altre volte sarò costretta ad ascoltare questa frase prima che le cose migliorino?!

"Allison sono qui!" La voce di Angelique mi arriva forte e chiara alle orecchie quando esco dal centro messo a disposizione per questo gruppo di sostegno.

"Come è andata?" Mi domanda appena entriamo nella sua lussuosa macchina nera, che mi ricorda molto quella che Nick mi aveva regalato al mio compleanno.
"Beh, diciamo bene!" Sbuffo.
"Cosa c'è?!" Domanda mettendo in moto.
"Andiamo a comprarmi una parrucca!" Esclamo convinta, la psicologa ci ha detto che la prima cosa per vivere é smettere di sopravvivere e anticipare ogni passo che il cancro vuole fare prendendolo in contropiede rubandogli la palla e andando in porta.

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