Capitolo settantasei

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Capitolo Settantasei
Incubo senza fine

Un attimo e tutto cambia...
Un attimo e un cuore smette di battere,
Un attimo e una casa esplode,
Un attimo e un onda ti travolge,
Un attimo e cadi giù affidandoti unicamente alla forza di gravità,
Un attimo e due mani forti ti bloccano,
Un attimo e le stesse mani ti stringono a te,
Un attimo e sei di nuovo al sicuro.

"Se non lotti tu per te, mi toccherà pensarci a me!"
"Perché non te ne sei ancora andato via?" Sussurro singhiozzante.

"Perché sono tuo fratello e non ho intenzione di lasciarti andare ora.... hai capito? Tu adesso alzi il culo e cacci indietro le lacrime, apri il cassetto dove hai chiuso la forza di vivere e di andare avanti, la tiri fuori e vai da tuo marito, poi ti occuperai di tua figlia che è stata presa in collo da tutti tranne che da te. Hai capito Allison?" Il suo tono é autoritario, ma pienamente funzionante nel suo scopo; infatti qualcosa dentro di me si smuove e ritrovo finalmente la forza per asciugarmi le lacrime e stare in piedi...da sola.

Faccio una smorfia con le labbra, cosa che dovrebbe sembrare più un sorriso che a una smorfia, ma valutate le circostanze il viso di mio fratello si addolcisce lo stesso capendo la situazione e mi abbraccia calorosamente, come non faceva ormai da tempo.

"Non mi lasci più vero?" Sussurro speranzosa.
"Non ci penso proprio!" Ridacchia invitandomi poi a scendere le scale per ritornare alla realtà.

Non c'è scena peggiore che quella di vedere il proprio marito praticamente morto in un letto d'ospedale col viso illuminato dal sole che lo fa sembrare un angelo, facendomi capire sempre di più quale sia il suo destino.

Quel destino che mi sta giocando brutti scherzi che io non voglio più affrontare, non riesco più a giocare questa partita con lui, mi sto veramente arrendendo.

Appoggio la testa al vetro freddo e osservo quel corpo, quel corpo sempre bellissimo che mi fa battere il cuore, all'interno della stanza.
Ho le gambe molli e sudo freddo tutto introno a me scorre a rallentatore mentre i miei occhi si riempiono di lacrime, ma esse non cadono restano lì, ferme senza osare mostrarsi agli altri, senza mostrare al mondo la mia debolezza.

Mi faccio forza e apro la porta con delicatezza, quasi come se avessi paura di svegliarlo, come se fosse soltanto addormentato.

Mio marito é così bello che quasi non capisco il perché la sua vita debba terminare, non ha fatto nulla di male é buono e mi ama.
Santo cielo lui mi ama, lui finalmente mi ama e qualcuno ha anche il coraggio di portarmelo via.

Questa è cattiveria, chi lo sta facendo é una persona insensibile.

Le lacrime trovano finalmente una via d'uscita e il bisogno di abbracciarlo cresce ogni minuto di più, corro da lui entrando nella stanza senza una benché minima discrezione e mi accascio ai piedi del letto dando sfogo alle mie lacrime, alla mia rabbia e al mio amore...
Un amore quale matrimonio é durato solo un unico giorno.

"Amore mio!" Sussurro singhiozzante baciandogli la fede.

Tremo dalla paura, ma soprattutto tremo perché non so più cosa aspettarmi dalla vita... Aristotele diceva é possibile che succeda l'impossibile ed é vero io sono viva quando dovevo essere morta e lui è morto quando dovrebbe essere vivo.

Scossa dalle lacrime alzo gli occhi e li volgo a lui, riconoscendo quei tratti che tanto amo nel viso del mio amato ora segnato dalle ferite, la sua bocca carnosa che mi provoca sempre tante emozioni ora abbraccia il tubo d'ossigenazione, sua unica fonte di vita.

"Ti ricordi, amore quando per San Valentino dieci anni fa, dopo che Edward mi aveva lasciato e io ero triste mi hai portato quel muffin al cioccolato?" Gli domando tirando su col naso, stendendomi accanto a lui beandomi del calore del suo corpo e del profumo, ancora presente, del suo dopobarba.

Gli bacio il collo e appoggio la testa sul suo petto possente, appoggiando la mano sopra al cuore, che batte costante.

Mi scappa un singhiozzo.

"Era immangiabile...avevi sbagliato ricetta ed era diventato come uno di quei cibi per vegani che tua madre ama mangiare!" Ridacchio asciugandomi le lacrime.

"Ma io... l'ho mangiato lo stesso perché ti amavo già... in realtà Nick...non ero triste perché quel ragazzino mi aveva lasciato, ma solo perché tu eri fidanzato con Samantha e le avevi fatto un regalo...e ero così tanto gelosa di lei, gelosa della sua fortuna, quella fortuna che io non ho mai avuto e che mai avrò!" I miei discorsi senza senso iniziano e il panico si rimpossessa del mio corpo, scuotendomi di spasmi.

"Non puoi lasciarmi ora che ti ho appena avuto! Tu devi stare con me, devi invecchiare con me e morire nel sonno con me fra 70 anni: quando saremo vecchi e pieni di nipoti. Tu devi diventare un artista mondiale e la tua attività sta già dando i suoi frutti e sonno in molti a volere le tue opere.
E noi... noi Nick, dobbiamo crescere la nostra bambina!" Mi appoggio a lui completamente e provo ad addormentarmi come se fossi appena rientrata da lavoro dopo una giornata piena e mi sono buttata nel letto accanto a mio marito, l'ho baciato e poi sono caduta nel sonno con lui pronta per svegliarmi nella stessa posizione il giorno dopo.

Ma questo non avviene sono più sveglia di un gufo la notte e non credo che questo incubo finirà presto.

"Allison!" Mi richiama la voce di Cassandra.
Mi alzo di scatto e corro fra le sue braccia e insieme crolliamo in un pianto disperato e senza fine, questo incubo non ha fine.





Eccomi qui.... adesso non é semplice.... inizia la parte triste, ma avremo il lieto fine? Commentate lasciate un like e al prossimo capitolo

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