Capitolo cinquantotto

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Capitolo Cinquantotto
La mia oscurità

La testa mi pulsa, le orecchie si tappano e la vista mi si appanna.
Oggi non sto tanto bene...é l'ultimo giorno di chemio e mi sento così sollevata, leggera, ma allo stesso tempo mi sento dolorante e stanca.
La chemio mi prosciuga.

"Allison!" Mi richiama Sophia, dall'altra parte della stanza, risvegliandomi.
"Dimmi Soph" Mi giro verso di lei, velocemente e la testa inizia a girarmi, gli occhi mi si chiudono, ho bisogno di dormire.

Sento la voce ovattata di Mitchel, sta parlando con Bryan sull'ultima partita di mio padre, ride e questo mi rallegra.

Sento l'infermiera spingere il carrellino con i medicinali, le due ore sono passate così velocemente oggi, che ho quasi paura ad andarmene, come se avessi bisogno non so di un'altra dose, per sicurezza.

"Allison come é andata oggi con la nausea?!" Debora, l'infermiera, si avvicina a me, sorridendomi mettendomi un cerotto sopra il piccolo buco attraverso il quale fino a pochi minuti fa, il liquido giallognolo entrava dentro di me.

"Meglio di altre volte, tu come é andata ieri con Chad?!" Le domando, sforzandomi di farle il sorriso più sincero che ho.

Alza la mano mostrandomi il grosso diamante che giace sul suo anulare, ma non c'è la faccio tutto é cossi pesante che ho come la sensazione di star per cadere in avanti.

Allungo la mano, prendo la borsa dal comodino e mi alzo, devo andare a casa a riposarmi devo dormire; le gambe non mi reggono sembra come se stessi camminando su degli stecchini, pronti a spezzarsi a metà.
"Allison stai bene?!" Mi sento domandare da una voce lontana.

"Si...benissimo!" Balbetto muovendo un passo avanti.
Dai Allison un piede dopo l'altro non è difficile, lo fa da anni continua a farlo.

Sono stanca, le forze che ho in corpo mi stanno piano piano abbandonando, la testa mi scoppia, il cuore batte all'impazzata così forte che ne sento il rimbombo nelle orecchie.

Mi sembra come di non avere più il controllo del mio corpo, adesso sono così stanca di controllarlo.

Le gambe mi cedono e sento degli urli intorno a me, passi veloci rimbombano e la testa mi fa male mentre un liquido caldo mi bagna la fronte.

La vista mi si appanna, ma riesco a vedere il dottor Millivan, puntarmi una luce negli occhi e gli sorrido.
"Allison mi senti?!" Mi dice, ma la sua voce è così lontana che riesco a sentirla a malapena.
"S..si!"
"Allison ti ricordi quanti anni hai?!" Continua a guardarmi fisso negli occhi mentre delle mani possenti mi spostano su una superficie più morbida.
"Vent...due!" Sussurro, la gola é secca e mi fa male a parlare, gli occhi sono troppo pesanti, li devo chiudere.

"Allison resta con me!" Lo guardo, tentando con tutte le mie forze di aprire gli occhi.
"Allison guarda me. Concentrati su di me!" Mi urla battendomi la sua mano sulla guancia.

Lo fisso.
"Chiama Angeliq.." Mi blocco, incapace di continuare per il dolore.
"Si adesso la chiamo, tu dimmi come si chiama l'amore della tua vita!" Cerca di continuare a farmi parlare,
"Nick!" Fremo per il dolore quando mi fanno appoggiare la testa.

"Ha la febbre...prelevatele del sangue e fatele le analisi del sangue voglio sapere tutti i valori, veloci!" Urla il mio dottore.

"Dottore salvi la bambina!" Sussurro.
"No, salverò entrambe ancora non é arrivato il tuo momento piccolina!" Mi sussurra prima che io chiuda definitivamente gli occhi.

Occhi blu e capelli rossi, sono sempre quelle le caratteristiche della ragazza che ho davanti...
É seduta accanto a me con le cuffie nelle orecchie e la musica é così alta che riesco a sentire le note scandite della canzone anche da fuori.
"Puoi anche smettere di fissarmi...sono sempre la stessa persona e per tutte le volte che ormai ci siamo viste dovresti aver memorizzata il mio corpo!" Mi canzona acida.
"Già però non ti ricordavo così acida!"
"Un mio gene nascosto...lo tiro fuori solo quando sono arrabbiata fortemente con una persona, mi sa di aver ereditato questo carattere dai miei genitori!"

"Sei arrabbiata con me?!" Domando sorpresa, non comprendendo il motivo della sua furia.
"Che grande genio... non ti immaginavo così intelligente!" Mi dice sarcasticamente.

"Posso sapere chi sei?!"
"Diciamo che ci conosciamo abbastanza bene... Però adesso ricorda sono solo frutto della tua immaginazione!"
"Che?!"

"Sono qui perché ho la sensazione che tu stia abbandonando la vita!" Cambia argomento.
"Non é vero!" Mi inalbero.

"Fa come vuoi, ma devi capire che se ti arrendi così facilmente la morte arriverà prima del tuo giorno...con essa non si scherza, ma se sei tu la prima a voler morire lei ti accontenta, anche molto volentieri..." Urla puntandomi il dito contro, arrabbiandosi.
"Sembri mia madre e per quel che so non lo sei!"

"Già non lo sono, infatti la situazione dovrebbe essere inversa!" Sussurra.
"Cosa intendi?!"
"Nulla di importante, lo capirai e lo scoprirai solo lottando e vivendo smettila di fare la bambina capricciosa, sii la donna che tanto dici di essere!"

"Mnnmh mi dai il nervoso. Perché non mi vuoi dire cosa intendi? Non dire le cose se non vuoi spiegarne il senso é una cosa illogica. Aprire la bocca a casaccio non é intelligente."

"Senti tralasciamo... Non sono qui per parlare con te, ma sono qui per parlare di te!" Ammette con voce più dolce.

"Perché vuoi parlare con me, come mai ti vedo in continuazione? Perché non vuoi dirmi chi sei!" Scoppio in lacrime distrutta, tutte queste emozioni, queste domande...non ce la faccio.

"ALLISON RESPIRA CON CALMA!" Mi urla e solo allora mi rendo conto di non avere più aria nei polmoni.
Annaspo e apro la bocca cercando di respirare ma non entra nulla.

Mi sembra come di essere sotto acqua, incapace di tornare a galla.

La vista mi si appanna e piano piano mi sento meglio sprofondando nella mia oscurità.





Commentate, lasciate un like e hahahhahaha adesso iniziò a divertirmi

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