☾03.

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[03:00-The Weird Neighbour.]

Minseok si imbarcò, lasciando la sua terra natia per i seguenti cinque mesi. Sperava davvero che la permanenza in Cina sarebbe stata piacevole, o almeno senza alcun'esperienza troppo negativa. Insomma, Sehun gli aveva detto che le persone lì erano tranquille, perché preoccuparsi tanto? Non doveva pensare in modo tanto negativo e drastico, sicuramente sarebbe stata piacevole la sua permanenza lì. Avrebbe avuto modo per sperimentare una nuova lingua, una nuova cultura e magari avrebbe finalmente fatto amicizia con qualcuno. E poi non aveva affatto l'aspetto di sfigato che aveva avuto fino a quel punto, non l'avrebbero preso di mira, no? Doveva solo smetterla di pensare così negativamente e rilassarsi. Proprio quando stava per addormentarsi, però, il suo telefono squillò; era Sehun.

"Minseok-ssi? Mi senti?" sentì dire.

"Hun! Sei arrivato? Ti piace la casa?" domandò subito.

"è enorme! Non mi avevi detto di essere ricco"

"non volevo fare la figura di quello che si vanta" sbuffò leggermente "ti piace la tua camera?"

"ancora devo vederla... A proposito di camere: da quando la tua camera è nera e da quando ti piace Michael Jackson? Non mi avevi detto di aver ridipinto."

"a me non piace Mic- oh cavolo, no" imprecò mentalmente. Non poteva essere successo davvero. Non doveva iniziare così.

"Sei entrato nella stanza sbagliata! Quella non è la mia camera, esci subito da lì: è la camera di mio fratello" urlò disperato.

"cosa?! Cazzo, per fortuna che-" si interruppe "ehm... Minseok? Penso che ci sentiamo dopo, okay?" rispose nervoso attaccando la chiamata.

Il ragazzo non ebbe tempo di rispondere che sentì che aveva attaccato. Non era un buon segno. Era sicuro che aveva appena fatto la peggior conoscenza che avrebbe potuto fare una volta arrivato lì. Sperava non sarebbe andata troppo male. Infondo l'aveva appena visto, no? Magari l'avrebbe lasciato stare e basta. Sospirò, sapendo di non poter fare nulla per aiutarlo, e chiuse gli occhi, nella speranza di addormentarsi.

[....]

Quando arrivò lì trovò subito la madre di Sehun ad aspettarlo. Era veramente una donna bellissima. Non se l'aspettava proprio così bella. Sapeva che era sicuramente di bell'aspetto, a giudicare da come era il figlio, ma non pensava fosse così. La donna si era rivelata molto simpatica ed affabile. E a quanto aveva capito suo figlio le aveva apertamente detto che anche il suo amico, ossia lui, fosse gay. Non che gli desse fastidio la cosa, ovviamente Sehun si era raccomandato con sua madre di non dire nulla, ma si sa: le madri non sanno stare zitte. Gli faceva piacere, comunque, sapere che la donna non aveva problemi con l'omosessualità del figlio. Ecco perché Sehun e sua madre avevano un rapporto tanto bello, adesso se lo spiegava. I due arrivarono a casa in poco tempo. La casa di Sehun era totalmente diversa dalla sua: era piccola, ma non angusta, era quel piccolo che dava l'idea di famiglia, quel piccolo che è caloroso ed accogliente. La sua casa, al contrario, era enorme, ma era vuota. I suoi genitori erano sempre impegnati per il lavoro, e li vedeva a stento, e suo fratello... Quello era un caso a parte. Forse gli sarebbe davvero piaciuto abitare lì per un po'.

"casa nostra è piccola, ma spero possa piacerti" disse la donna, aprendo la porta.

"non si preoccupi, è accogliente" il ragazzo sorrise, entrando. La casa era per davvero accogliente. Profumava di dolce, di vaniglia, di calore. Quelle cose che mancavano da lui.

"mamma, mamma!" due bambine corsero verso la donna, abbracciandola forte.

Quelle dovevano essere le sorelle di Sehun, quelle di cui gli aveva parlato a lungo. Erano veramente identiche, non le avrebbe riconosciute tanto in fretta.

"loro sono Hani e Kimi, Sehun te ne avrà parlato" la donna sorrise.

"Sì, me ne ha parlato spesso" sorrise alle bambine.

"tu sei il fidanzato di Sehun oppa?" chiese una delle due, in tono timido.

"Hani! Non dire sciocchezze" la madre la richiamò "perdonala, non sa stare zitta"

"È okay" sorrise "Io sono Minseok, ma puoi chiamarmi Xiumin, e sono solo un amico di Sehun" mostrò il sorriso più dolce che possedeva, abbassandosi alla loro altezza e tendendole una mano. La bambina la strinse, un po' insicura, ricambiando il sorriso.

"io sono Hani"

"posso toccarti i capelli?" l'altra bambina intervenne facendosi avanti.

"Kimi! Non dire così. Scusala Minseok" la madre pareva mortificata dal comportamento delle bambine.

"Non si preoccupi, Sehun mi aveva detto che sarebbe successo" ridacchiò "e non c'è problema" chinò il capo, e la bambina toccò delicatamente i capelli, che ai suoi occhi sembravano zucchero filato.

"sono morbidi!" urlò felice, facendo aggregare anche la sorella. Le due presero a giocare col ragazzo, che perse l'equilibrio e cadde a terra, fra le risate delle bambine.

"bambine, per favore! Lasciatelo stare! È appena arrivato, sarà stanco"

"scusa" si allontanarono, rispondendo in coro.

"sei simpatico! Sehun non ci fa giocare con i suoi capelli" disse Hani.

"Non si preoccupi, signora Oh, i bambini sono adorabili"

"tu hai fratelli o sorelle?"

"non esattamente... Cioè Sì, ne ho uno, ma ha un anno in più a me... E non è esattamente adorabile" rispose.

"sarai un fratello migliore di Sehun, sicuramente. Lui odia i bambini, e litiga sempre con le gemelle" sospirò la donna "comunque, fa come se stessi a casa tua. La tua camera è la seconda a sinistra, non puoi sbagliare! Riposati e fa tutto ciò che vuoi, ti chiamo quando la cena è pronta" sorrise gentilmente.

Il ragazzo ringraziò e salì le scale in fretta, portando con sé le valigie. Aprì la porta della sua camera, che si rivelò molto luminosa e spaziosa. Si ricordò subito che Sehun gli aveva lasciato un regalo, ed andò in camera sua a prenderlo. La busta era a dir poco enorme, si chiedeva cosa potesse contenere. La poggiò sul suo letto e la aprì subito. Rimase stupito quando notò che il contenuto era identico al regalo che lui aveva fatto a Sehun: un Kigurumi, con la differenza che quello che il biondo aveva regalato a lui era a forma di gatto. Lo adorava, era bellissimo, e lo avrebbe aggiunto alla collezione dei suoi. Lo ripose sul letto, e iniziò a riporre le sue cose negli armadi. Quando ormai aveva finito, notò che c'era una finestra che dava su un balcone. Così, incuriosito, la aprì e vi si affacciò. La vista dava su un'altra villetta, uguale a quella in cui si trovava. Notò che di fronte alla sua finestra c'era quella di un'altra camera, che pareva essere quella di un ragazzo. Non voleva davvero sbirciare, ma era sin troppo curioso. Notò che c'era un ragazzo all'interno, che stava ascoltando della musica; lo poteva notare dalle cuffie che portava. Minseok stava per rientrare,ma il ragazzo uscì improvvisamente e si sedette sulla ringhiera, in un modo a dir poco precario, così rimase a guardarlo. Che fosse pazzo? Lui non l'avrebbe mai fatto. In compenso, però, poteva osservarlo bene, adesso: era totalmente vestito di nero, e il colore dei suoi capelli era identico. Le sue labbra gli ricordavano vagamente un gatto, aveva un volto abbastanza felino, ma pareva inespressivo. Non c'era accenno di alcuna emozione sulla sua faccia. Sembrava così strano, c'era qualcosa in lui che non lo convinceva. Minseok avrebbe voluto distogliere lo sguardo, ma proprio non ci riusciva: era come ipnotizzato da quel volto inespressivo. Improvvisamente però il ragazzo dal nome sconosciuto alzò lo sguardo e lo puntò nel suo, che non riuscì a distoglierlo. Il ragazzo continuò ad osservarlo, ma improvvisamente sul suo volto si dipinse un'espressione stranita. Scosse il capo, come a chiedere a Monseok perché lo stesse fissando, e si alzò, rientrando dentro. Minseok era rimasto lì imbambolato, a pensare a quanto fosse stato strano il suo comportamento. Dopo un po' scosse il capo, e decise finalmente di rientrare. Quel ragazzo avrebbe potuto descriverlo solo con un aggettivo: strano. Era veramente strano. Avrebbe chiesto a Sehun se ne sapeva di più, perché quel ragazzo dal volto inespressivo, non gliela contava giusta.

[A/N]

Capitolo ponte, scusatemi

Mayday [Sekai.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora