☾30.

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[30:00-Blue Sky.]

Il ragazzo respirava lentamente, con gli occhi socchiusi. Era notte fonda, e si era ripreso da poco. Sentiva ancora il calore corporeo aumentato, dovuto forse ai troppi drink, ma era sicuro di essere sobrio, anzi, forse anche più che sobrio... A dire il vero forse non tanto, dato quello che aveva intenzione di fare. Forse non era né sobrio né lucido, e la cosa peggiore era che non gliene importava minimamente. Era ritornato a casa per miracolo senza schiantarsi da nessuna parte, ma invece di entrare, farsi una doccia e riprendersi, era rimasto in auto a rimuginare. Era sicuro che non fossero né l'alcool né alcuna sostanza presa ad averlo ridotto così, perché il problema non era come stesse fuori, ma quello che stava provando dentro. Si sentiva così frustrato, che neanche quello che solitamente gli avrebbe concesso qualche ora di pausa lo stava aiutando. E così era rimasto semplicemente lì, a pensare, al buio, per cercare di capire cosa non andasse in lui per essersi ridotto così. E alla fine capì semplicemente che non andava nulla in lui, effettivamente. Non c'era una singola cosa in lui che andasse o che fosse normale, ed era questo il motivo principale per cui stava in quelle  condizioni. Il problema non era se stesso, il problema era lui. Ecco perché lo odiava. Odiava... Certo. Se ne sarebbe voluto tanto convincere, in quel momento. Convincersi del fatto che lo odiasse, che non fosse diventato un chiodo fisso, che non si era ridotto così a causa sua, che fosse tutto uno scherzo della sua mente. Sapeva che non era così, e la cosa lo faceva imbestialire ancora maggiormente. Non riusciva a trovare alcuna soluzione, per quella situazione, e non ne avrebbe trovata certamente una riducendosi così ogni notte per colpa sua. Apparentemente però non aveva intenzione di cambiare metodo. Forse gli sarebbe potuto andare anche bene così, però. Dimenticarsi di tutto per qualche ora, giusto il tempo in cui l'alcool e il fumo erano in circolo, e poi riprendere a pensare. Il problema era che anche in quel modo non riusciva a smettere;  nulla lo allontanava dalla realtà. Si vedeva stretto all'angolo, veramente. Quella domenica aveva cercato in ogni modo di ignorarlo, perché il suo orgoglio non era pronto ad affrontarlo. Sapeva cosa aveva fatto, lo sapeva benissimo, e sapeva che anche lui ne era al corrente, ma non aveva ancora trovato il coraggio per mettere insieme le carte in tavola e tirare le somme. Così, aveva optato per l'alternativa più codarda: ignorarlo e sparire, per non vederlo. E pareva anche aver funzionato, per quel poco di tempo, ma sapeva che non avrebbe potuto continuare così per sempre. Adesso era lì, poggiato contro il sedile, con lo sguardo perso nel vuoto, a capire cosa fare. Alla fine si decise: si alzò da lì e iniziò a camminare spedito, a grandi falcate, verso casa dell'unica persona che alle tre del mattino l'avrebbe ricevuto senza urlargli contro. Camminava con lo sguardo basso e le mani nelle tasche della felpa. A volte perdeva leggermente l'equilibrio. Forse quella volta aveva esagerato. I suoi neuroni ne avrebbero risentito sicuramente. Quando arrivò sotto casa del ragazzo, scavalcò il cancello d'entrata e si diresse verso il balcone della sua camera. Si calò per raccogliere dei sassolini per svegliarlo, e li lanciò contro la finestra, producendo un rumore secco. Il ragazzo dai capelli rossi, sentendo un fastidioso ticchettio proveniente da fuori, si alzò, sbadigliando, e si affacciò. Quando vide qualcuno nel suo giardino, inizialmente, si spaventò quasi, ma poi riconobbe il suo amico ed aprì la finestra. Proprio in quel momento, Kai stava per lanciare un altro sasso, quando Chanyeol lo fermò.

"hey! Vuoi uccidermi?! Fermati" gli disse, cercando di non alzare troppo la voce.

"Scusa" farfugliò, lasciando cadere gli altri sassi che aveva in mano.

"Cosa ci fai qui?!"

"Controllavo che dormissi" ironizzò "fammi salire"

"Ti apro sul retro, aspetta" il rosso roteò gli occhi, chiedendosi quanto dovesse stare fuori di sé l'amico per essere andato da lui a quell'ora della notte. Perché Chanyeol lo sapeva benissimo che non era lucido; lo conosceva come le sue tasche.

Mayday [Sekai.]Where stories live. Discover now