☾40.

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[40:00-I'm a ruin.]

Nei giorni a seguire, il ragazzo era come morto. Non parlava, non dormiva, non faceva nulla. Niente. Era un'anima morta in un corpo vivo. non riusciva neanche ad uscire da casa. A stento metteva piede a scuola. Si odiava, non si era mai odiato tanto. Voleva distruggersi, disintegrarsi, nel peggiore dei modi, voleva soffrire, stare male; Era ciò che meritava. E così lo fece, iniziò a distruggersi lentamente, a farsi del male in qualsiasi modo gli fosse possibile, e l'unico ad essersene reso conto era Chanyeol. L'aveva osservato a lungo, e aveva capito che qualcosa non andava. Non l'aveva mai visto così. Occhiaie a parte, aveva lo sguardo perso, perennemente assente, gli occhi morti, contornati perennemente da occhiaie e spesso contornati di rosso, che era certo non essere dovuto ad alcuna allergia conosciuta. Probabilmente neanche mangiava a giudicare dal suo aspetto. Era semplicemente morto. Chanyeol era più che preoccupato. Non l'aveva mai visto in condizioni simili. L'aveva visto stare male, certo, ma non così. Era sull'orlo del baratro, se ne era reso conto, ma non sapeva cosa stesse passando, cosa gli fosse accaduto, né cosa l'avesse portato a stare male fino a quel punto. Doveva parlargli, doveva farlo parlare, non poteva osservare il suo migliore amico mentre si distruggeva lentamente con le sue stesse mani. Così decise di andargli a parlare, nella speranza di ottenere qualche informazione, anche minima.

"Hey" gli poggiò una mano sulla spalla. Il ragazzo stava seduto su un muretto in un parco poco lontano dalla scuola. Rivolse uno sguardo a Chanyeol, per poi tornare a fissare il nulla.

"Kai, che ti sta succedendo?" il ragazzo gli si sedette accanto.

Non ricevette risposta. Semplicemente, l'altro si era limitato a scrollare le spalle.

"Ti prego, di' qualcosa, parlami"

Di nuovo nulla.

"Non puoi comportarti così. Ti rendi conto delle tue condizioni?! Guardati, ti stai distruggendo!" il ragazzo alzò la voce.

L'altro gli rivolse lo sguardo, per poi abbassarlo nuovamente, e prendere qualcosa dalla tasca; un pacchetto di sigarette, quasi finito, fra l'altro, in un giorno. Ne accese una, aspirando, osservandola bruciare.

"È ciò che voglio" rispose flebilmente, senza rivolgergli lo sguardo.

"Cosa... Che succede?"

"Nulla"

"Certo. Nulla. E io sono una ragazza. Non prendermi per il culo, ti si legge in faccia che sei a tanto così dal finire in ospedale per chissà cosa, o in obitorio, o insomma in entrambi i posti. Non ho intenzione di venire al tuo funerale, né di prepararmi un discorso o di leggere il tuo nome scritto su una lapide, quindi dimmi che cazzo succede" il ragazzo alzò di qualche tono la voce, nella speranza di far svegliare in qualche modo l'amico.

"Nulla, te l'ho detto. Voglio semplicemente sparire"

"Guardami" il ragazzo ordinò.

L'altro si voltò, lo guardò per un attimo, e poi tornò a fissare il nulla, fumando ancora, prima di lanciare via la cicca.

"C'entra Sehun?"

A quella domanda il ragazzo deglutì rumorosamente, sentendo un macigno gravargli sul petto. Le mani gli presero quasi a tremare, così le mise nelle tasche della felpa.

Mayday [Sekai.]Where stories live. Discover now