☾27.

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[27:00-Fake your death.]

Passò qualche giorno da quel litigio. Sehun e Jongin neanche si guardavano più in faccia, uno troppo ferito, l'altro troppo confuso. Uno non poteva credere alle parole tanto cattive che il ragazzo aveva detto sul suo conto, l'altro non poteva veramente credere di aver fatto ciò che aveva fatto. Insomma: erano come due muri sollevati e coperti da filo spinato, posti l'uno contro l'altro. Le cose parevano tornate punto e da capo, anzi, forse erano peggiorate addirittura: fra i due c'era tensione, la cosa era quasi palpabile. Non restavano mai soli insieme e, se proprio capitava, uno dei due andava via e basta. Eppure Sehun era più che convinto del fatto che Jongin avesse qualcosa da dirgli. Ne era certo, doveva essere così, perché ciò avrebbe spiegato il perché dei suoi sguardi nascosti. Infatti, Sehun aveva trovato più di una volta il moro a fissarlo, ad osservarlo, ed il suo sguardo era così loquace che aveva quasi voglia di andargli a chiedere cosa diamine volesse dirgli. Poi però, qualcosa lo bloccava... Forse l'orgoglio, anzi, quasi sicuramente era proprio quello. E così Sehun restava lì a non fare nulla, si allontanava da lui e fingeva che nulla fosse mai successo. D'altro canto però, neanche Jongin se la passava tanto bene. Costretto a combattere col suo orgoglio e con la sua mente, era una lotta fra sé e sé quella. Una delle peggiori che avesse mai avuto fino a quel momento. Non riusciva ad accettare ciò che era accaduto, non riusciva neanche affrontare il problema, a dire il vero. Si sentiva semplicemente confuso e basta, non pensava sarebbe mai potuta accadere una cosa simile... In realtà forse l'aveva pensato, qualche volta, ma aveva fatto sparire quel pensiero dalla sua testa con una velocità incredibile, perché non doveva e non poteva pensarci. Eppure non faceva altro che arrovellarsi le meningi, anche se non voleva, e continuava a guardarlo da lontano e a domandarsi come fosse stato quel bacio, se al ragazzo fosse importato tanto quanto stava importando a lui... Era soltanto curioso, cosa c'era di male nel pensare una cosa simile? 

Ma alla fine, poi, capiva che doveva smetterla. Doveva smetterla di pensarci tanto, di pensare a lui, di farsi mandare i pensieri a puttane da un ragazzino che se ne sarebbe andato via in meno di cinque mesi e che mai più avrebbe rivisto in vita sua. Ecco, cosa pensava, ogni qual volta la sua mente era invasa da pensieri ed immagini. Allontanava subito tutto, nella speranza di sistemare quella situazione nell'unico modo in cui gli era possibile farlo: ignorando ciò che stava accadendo.

Ma se è vero che ognuno ha la sua croce, un altro che di croci ne aveva avute sin troppe era Baekhyun. La sua croce aveva un nome ben stampato sopra, ed era veramente difficile da portare per lui. Chanyeol ormai era diventato una spina nel fianco. Lui voleva semplicemente essere lasciato in pace, voleva soltanto che il ragazzo non lo guardasse più in faccia, ma non aveva modi per far si' che ciò accadesse. Chanyeol lo perseguitava, in ogni modo possibile ed immaginabile. E lui non lo sopportava proprio. Tutte quelle attenzioni le avrebbe volute ricevere, ma non in quel modo e non dopo ciò che era successo. Non sapeva davvero come farlo allontanare da lui. Qualsiasi cosa facesse, lui tornava indietro, quasi fosse stato un dannato boomerang. Baekhyun stava iniziando a perdere la pazienza, e per uno calmo come lui che portava pazienza fino all'ultimo, era veramente difficile perderla, solitamente. Stava per andare in mensa, quando sentì qualcuno poggiargli un braccio sulla spalla. Era lui, lo sapeva benissimo.

"Ciao Baekhyun" disse, con una voce sin troppo allegra.

"Ciao" rispose atono.

"Qualcuno qui è arrabbiato?" si avvicinò al suo volto, sfiorandolo appena.

Baekhyun non gli rispose in alcun modo, semplicemente tenne lo sguardo abbassato.

"Mh? Perché non mi parli?" lo guardò confuso.

Mayday [Sekai.]On viuen les histories. Descobreix ara