𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫

𝖯𝗋𝗈𝗅𝗈𝗀𝗈 || "31 𝖮𝗍𝗍𝗈𝖻𝗋𝖾 1981"

Prologo || "31 Ottobre 1981"

James Potter attraversò per l'ennesima volta il perimetro di casa sua con ampie falcate. Sbirciò fuori dalla finestra e si sporse leggermente per guardare meglio in giardino. Inutile dire che James non vide nulla: il buio serale di fine Ottobre era fitto e profondo come non mai, soprattutto durante un temporale. Un lampo lo prese di sorpresa e lo fece arretrare di scatto, si riavvicinò ma quel fascio di luce era sparito velocemente come era arrivato. James sospirò di frustrazione, trattenendo l'istinto di sbattere i pugni da qualche parte per scaricare la sua tensione.

Ne sarebbe uscito di pazzo se avesse continuato così, non ne poteva davvero più. James era nato con la voglia di urlare, correre e divertirsi, non era sicuramente destinato a restare chiuso in un dannato cottage per via di un lunatico dagli interessanti passatempi. Voleva trasmettere la sua vivacità a suo figlio, probabilmente l'unico abitante che non soffriva della situazione. Merlino, persino il gatto di Lily stava impazzendo! Harry inseguiva lei, lei inseguiva Harry, puntualmente facendogli perdere anni di vita. James non avrebbe mai indovinato che sarebbe finito per maledire suo fratello per un regalo come una scopa giocattolo al adoratissimo suo figlio.

Il suo adoratissimo futuro campione di Quidditch. "Di Grifondoro" aggiunse nella sua testa, dandosi mentalmente del ritardato.
Non che sua moglie - una benedizione dal cielo, un miracolo a cui ancora stentava a credere - non glielo ricordasse a dovere.

"Spesso e volentieri" rise nella sua mente.
Si voltò e la cercò con lo sguardo, setacciò il salone a fondo ed eccola lì, Lily Evans.
"La sua dolce, intelligente, bacchettona, isterica e prepotente mogliettina".

Lily era tante cose. Non la solita ragazza acqua e sapone che studiava come una pazza, Lily era brillante in una maniera unica. Era passionale, coraggiosa, talentuosa e capace in tutto quello che voleva. Persino il volo le veniva bene, cosa che ella odiava profondamente! Era la donna più straordinaria che avesse mai incontrato, fin da subito interessante.

Attirava l'attenzione, Lily Evans, con i suoi lunghi, boccoli rosso vermiglio che assumevano un'inquietante sfumatura sanguigna alla luce riflessa delle candele. Per via dei suoi ipnotici occhi verde smeraldo, dalle mille tonalità osservabili da vicino. Aveva il potere innato di incantare le persone, di incatenarle perché aveva una bellezza interiore oltre che esteriore, una luce squisita che illuminava tutti quelli che le stavano accanto.

Ma se quello era uno dei suoi lati migliori, esistevano anche quelli terrificanti. Una volta che scambiavi una o due parole con lei, capivi immediatamente che non bisognava tentare la sua furia.
"Lei era quella che già ti schiantava dal terzo anno, dopo una conversazione andata male, un complimento preso male o anche un solo, accennato passo verso di lei".

Camminò leggermente in avanti, non rendendosi conto di essersi avvicinato molto ad una grossa scatola rettangolare argentea, un affare che si spegneva e illuminava e teneva il cibo all'interno. Perché non lo avevano anche ad Hogwarts? Era talmente utile e comodo! Quel... quell'affare. James tentò di ricordare, con tutto se stesso, forzò la sua memoria ma nulla, era o troppo stanco o l'aveva dimenticato.

"Insomma, 'quell'affare babbano che attrarae quelle cosettine di 'pl... plastica' e di pietra colorata che stavano sul loro 'frig... frigorifo!' Sì! Sul nostro 'frigorifo', il coso estremamente costoso".
Il giovane uomo si complimentò con se stesso per essersi ricordato, e detto nel modo corretto, il nome di quel coso, che aperto ti faceva stare al freddo, come in inverno.

"Non ti avvicinare a piedi scalzi" cantilenava Remus Lupin dolcemente, ogni volta. O quasi. Il tono del suo migliore amico era sempre dolce e calmo, come una canzone sussurrata o un complimento azzeccato.
Questo era però riservato alla luce dei suoi occhi, la luce di tutti gli occhi dell'Ordine, Harry James, riservato solo a lui.