𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 48 || "𝖱𝖟𝗀𝗎𝗅𝗎𝗌 𝖡𝗅𝖺𝖌𝗄"

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Capitolo 48 || "Regulus Black"

"Sirius,
Sei corso via passando per la porta, senza guardarti indietro per più di dieci secondi. Senza baule, senza vestiti, senza soldi. Sei un pazzo, ma ad un pazzo importa degli altri? Certamente non ti importa di me, ma so perfettamente di chi ti importa; scommetto l'arazzo di famiglia che stai correndo con la coda fra le gambe da James Potter. Sei prevedibile, Sirius.".

Harry era passato alla seconda lettera, che era letteralmente il continuo della precedente. Essa era stata sporcata da una macchia di inchiostro secco anni prima, aveva anche provato a rimuoverlo con un apposito incantesimo, ma nulla aveva funzionato.

Leggere gli stava facendo facendo venire mal di testa, ma probabilmente era per via della sua salute, posizione e peso delle parole che erano scritte di fronte ai suoi occhi.
Harry era terribilmente confuso.

"Sei crudele e non ti rendi neanche conto del dolore che infliggi, sai? Non ti importa, non ti importa mai! Non ti è mai importato e non ti importerà più! Ti rendi conto che non sei l'unico a sentirsi solo? Ti rendi conto che io sono una persona? Che sono tuo fratello e non uno sconosciuto? Te ne sei andato via, via da me, via dalla nostra casa; continuerai a correre per sempre? Non smetterai mai di scappare? Nulla è mai abbastanza, nessuno è mai abbastanza, tu non sarai mai soddisfatto. Tu mi odi, non è vero?".

Harry fissò la lettera ed espirò lentamente, passandosi una mano sulla fronte, trovandola calda come lava.
"Adesso salterà fuori che è tutto un sogno da febbre...". Ma tutto era lì di fronte ai suoi occhi, come avrebbe fatto ad inventarsi qualcosa del genere?

C'era già un debole pulsare alle sue tempie e gli occhi gli bruciavano per la lettura, gli occhiali gli facevano quasi male e sembravano pesargli nonostante fossero leggeri, tuttavia se ne accorse a malapena. Non importava, non adesso. Che cos'era un fastidio del genere contro un tale lamento? Erano tantissime lettere, forse troppe per contarle tutte, erano lì tutte per lui, chiamandolo, attirandolo nonostante una flebile voce razionale nella sua testa gli dicesse di avvertire Sirius.
"È ad un appuntamento" gli fece presente un'altra, quasi ridacchiando "lascialo in pace, glielo dirai quanto tornerà".

"Tu, tu, tu! Tu vivi d'odio e d'amore, ed io non faccio parte di quest'ultimo, da quello che mi risulta. Per Salazar, sei così egoista. Egoista e narcisista peggio di Narcissa; non sei poi tanto diverso da noi, sai? Non te ne rendi conto? È un miracolo, secondo me, essere tanto ciechi e ingenui come te. Non ti rendi conto di quello che sei, di come ti comporti, non riesci a non rendertene conto, mai.
Girovaghi ovunque tutto trionfo, con aria di superiorità e prendendo tutto per scontato, ritenendoti tanto giusto e coraggioso, portando i tuoi colori da Grifondoro come una corona; non sopporto di vederti sempre in conflitto con il mondo, come se nulla ti soddisfasse mai abbastanza e tutto fosse blando e scolorito. E sei così disgustosamente convinto di essere al di sopra di ogni altra legge, regola e conseguenza. Lascia che ti dica una cosa, soprattutto perché non puoi più interrompermi come un bimbo idiota: il mondo non gira attorno a te e non si adatterà ai tuoi bisogni personali.".

Harry girò la lettera e continuò a leggere con occhi assorti. Lui non aveva mai avuto un fratello, non aveva mai vissuto e convissuto con qualcuno tanto da vicino e con un tale rapporto famigliare. Forse lo avrebbe avuto, forse no, ma era certo che gli era stato strappato.

Lui aveva sempre desiderato un fratello, una sorella, un cugino, una cugina, qualcuno. E non poteva semplicemente comprendere come mai qualcuno volesse allinearsi dai propri fratelli, se li amavano tanto. In generale, lui detestava i litigi, ma capiva che erano ottime ragioni per tagliare i ponti con la gente, parenti o non parenti, e le liti erano state ordinanza giornaliera a casa Black.
Nessuno biasimava Sirius per essere corso via se non la sua stessa "famiglia"; ma Harry avrebbe trascinato con sé il fratellino, lo spettatore rimasto di stucco, Regulus.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫Opowieści tętniące ÅŒyciem. Odkryj je teraz