𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 86 || "𝖮𝖼𝖼𝗁𝗂 𝗀𝗂𝖺𝗅𝗅𝗂 𝖾 𝗈𝖼𝖼𝗁𝗂 𝗋𝗈𝗌𝗌𝗂"

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Capitolo 86 || "Occhi gialli e occhi rossi"

Sirius guardò attonito il viso fintamente innocente del suo figlioccio, ch'era comodamente seduto sulla sua postazione con uno spesso foglio bianco in grembo ed una matita fra le dita sottili; era estremamente appuntita che ci avrebbe potuto pugnalare chiunque.
«Non stai dicendo sul serio, giusto?».
Harry fece ticchettare la matita sulle sue unghie, fissandolo con i suoi occhi verdi bloccati in uno sguardo talmente intenso che Sirius pensò di poter arrossire.

«Sono serissimo. Tu lo farai o stanotte dormirai con Kreacher».
L'elfo domestico, che aveva appena portato al ragazzo due bicchieri, uno pieno di acqua tonica ghiacciata e l'altro con una leggera varietà di matite grigie, bianche ed altri vari colori emise un verso strozzato identico a quello che l'adulto si sforzò di trattenere. Come Harry facesse a bere una cosa del genere a Dicembre, soprattutto di notte, non lo sapeva.

Sirius si voltò verso la figura divertita di Remus, appoggiato allo stipite della porta con un sorriso che minacciava di aprirsi in una risata sguaiata.
«Rem, aiutami».
«No, non credo lo farò».
Harry ridacchiò delicatamente, facendo scorrere abilmente la matita grigia sulla superficie del foglio, tenuto immobile in aria dalla magia. Aveva un libro di mitologia greca aperto sul tavolo, una miriade di parole perfettamente stampate facevano venire il mal di testa solo a guardarle, ma al ragazzo piacevano moltissimo.

«Remus!» pregò ironicamente, facendo ridere entrambi.
«Sirius!».
«Non mi stai aiutando, Moony».
«Non ne avevo intenzione, Padfoot».
«Sirius, cucina e zitto».
«Ma io non so cucinare! Non lo sopporto!».
«E io non sopportavo la piume di Allock, ma tu me le hai date comunque. Ora paga le conseguenze» ribatté Harry senza nemmeno guardarlo in faccia. Passò una linea retta sul foglio, cambiando una matita con una nera da una mano all'altra, prendendo la grigia con la sinistra.
Mentre Sirius di arrese al suo destino e guardò le uova con aria critica, Remus si avvicinò ad Harry, curioso.

«Non sapevo sapessi disegnare» gli disse sedendosi al suo fianco.
Harry mugugnò qualcosa e scosse la testa, indicandogli una cornice con un disegno appesa ad un muro. «Non sono stato io».
Remus scorse sulla tela un mezzo busto femminile, tagliato ad altezza del girovita. Aveva delle braccia sottili, ricoperte di quelle che sembravano essere una spruzzata di lentiggini ed erano incrociate sotto il seno. Indossava un chitone legato dietro il suo piccolo collo, adornato da un girocollo spesso ed intrecciato su di sé come un serpente.

Il suo viso era di una bellezza austera, severa ma affilata, con il naso aquilino e le labbra piene, gli occhi dal taglio incappucciato e dalle ciglia lunghe. Vestiva un'espressione di sufficienza, quasi di sfida. Corti ricci le incorniciavano il viso lungo e Remus si ritrovò a bocca aperta.

Ai suoi splendidi capelli ricci erano stati aggiunti dei piccoli serpenti, tutti infuriati e con la lingua biforcuta in fuori, pronti ad attaccare.

«Santo Merlino, fa quasi paura». Ciò fece ridere il ragazzo, che poggiò la matita nera e continuò a disegnare con la grigia, tutto ciò dopo aver sorseggiato con calma la sua acqua tonica.
«Pensa che da bambino mi faceva paura» rise Harry disegnando delicatamente sul foglio usando una matita verde smeraldo.
«L'ha fatto una vicina di casa circa cinque anni fa, è stata lei ad insegnare a Sirius come disegnare. È bravissima, no?».
«Ma io sono più bravo con i pennelli!» aggiunse l'adulto ad alta voce, mentre tentava di separare il tuorlo dall'albume con un imprevisto successo.
«Continua a crederci, magari diventerai bravo a cucinare tanto quanto dipingi!».
«Sei crudele...».
«Sono un giustiziere!».
Remus sentì un moto di affetto salirgli nel petto. "Come ho fatto a vivere senza di loro per un decennio?".

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Nơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ