𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 38 || "𝖬𝗂 𝗂𝗇𝗌𝖾𝗀𝗇𝗂 𝗂𝗅 𝖿𝗋𝖺𝗇𝖼𝖾𝗌𝖾?"

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Capitolo 38 || "Mi insegni il francese?"

I mocassini con il piccolo tacco rimbombavano nel silenzio della mattina del primo giorno d'Aprile.
Sirius, James e Remus non avevano ancora imparato a padroneggiare gli incantesimi silenziatori, ma il Mantello dell'Invisibilità del secondo garantiva loro un'ottima percentuale di riuscita.

I tre ormai dodicenni trattenevano le risate incamminandosi velocemente verso la Sala Grande. Il primo passo era stato deciso da James, il secondo da James, il terzo da James, anche l'ultimo, il ventunesimo, era stato scelto da James, fervente sostenitore della regola "io ho compiuto gli anni da poco, io decido".

Sirius non poteva più utilizzare la scusa del "sono il più grande, abbiate rispetto giovanotti ed ascoltatemi" dal 10 Marzo, da quando Remus annullò quella sua presa di posizione. Almeno sino al prossimo 3 Novembre, il Grifondoro Black sarebbe - quasi - rimasto al suo posto.

Il biondo trasportava un sacco ricolmo di coriandoli colorati senza alcuno sforzo, mentre Sirius due ceste con glitter multicolore coperte da un coperchio trasparente gentilmente offerto da Remus.

L'unico a non avere nulla era James, ma a lui spettava il compito di controllare che nessuno li stesse seguendo o vedendo.
«Alohomora!» esclamò, puntando la sua bacchetta alle porte della Sala Grande, la loro prima vittima. Della giornata, s'intende.

La serratura scattò, e i tre ragazzini entrarono dentro, chiudendosi il resto alle spalle. Era tutto poco illuminato, e il cielo delle tre e due del mattino non rischiarava moltissimo. Le poche stelle presenti erano leggermente spente, e le candele di cera erano prive della loro solita fiammella rossa ed arancione. Peter non aveva voluto sentir ragioni: era rimasto a dormire dopo un'estenuante punizione con la professoressa McGranitt.

James si tolse il suo fantastico Mantello, marciando solennemente verso il tavolo dei Serpeverde.
Il ragazzino ghighò, i suoi occhi nocciola luccicanti di malizia.
«Remus!» disse all'improvviso, ricordandosi del passo quattro del piano «dopo il secondo e terzo passo - aprire le porte della Sala Grande ed entrare nella Sala Grande - avremmo dovuto sigillare le porte, non chiuderle!».

«Giusto!» il biondo si sbatté una mano in fronte con forza, l'espressione di chi si è dimenticato di qualcosa di molto importante «Colloportus!».
A quel punto potevano procedere con il passo cinque.

Sirius sollevò tutte le tovaglie, una ad una, permettendo così ai suoi due complici di spargere, possibilmente in modo equo, coriandoli e glitter su esse. Remus e James dovettero fare molta attenzione, per non sporcare nulla con le loro temibili armi.

Guardarono la loro parzialmente terminata opera; anzi, la contemplarono con ammirazione. Ghignarono con piena consapevolezza delle possibili, eventuali conseguenze.
Sirius avanzò verso la tavola degli insegnanti, il passo alternato come tutti si sarebbero aspettati da un soldatino.

«Già sollevi la tovaglia dei professori, Sirius?» domandò James ridendo a bassa voce.
Remus accennò una piccola risata, ma quando vide il luccichio negli occhi grigi del suo amico, un terribile presentimento gli passò per la schiena.
«James... non credo che-» cercò di avvertirlo.

Troppo tardi.
Sirius era balzato a piedi uniti sul tavolo degli insegnanti, partendo dalla sinistra e camminando sino al centro, davanti al trono d'oro del Preside Silente.

«Sono Albus Percival Wulfric Brian Silente, miei cari studenti! E assegnerò dieci punti a Grifondoro per celebrare la presenza di Sirius Black nella suddetta Casa!» esclamò a voce alta, le mani alzate come solitamente egli faceva ai banchetti.

«Sirius, NO!».
«Sirius, SÌ!».
Le reazioni di Remus e James lo convinsero ad osar di più.
Si gettò sul trono, sedendosi come se fosse su un divano e non una grossa sedia.
Il giovane Potter emise un suono deliziato e corse sa lui, imitandone il gesto.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now