𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 29 || "𝖡𝗎𝗀𝗂𝖾 𝗆𝗂𝗀𝗅𝗂𝗈𝗋𝗂"

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Capitolo 29 || "Bugie migliori"

Harry James Potter era svenuto solamente tre volte in vita sua. All'età di undici anni, solitamente, non si dovrebbe aver superato la soglia del mai svenuto/svenuta, ma Prongslet aveva pur sempre la sfortuna pari ad una persona che diceva d'aver visto un Gramo. Senza la clausola morte, ovviamente.

Le prime due volte era stata colpa del suo padrino, che era stato disattento quelle volte di troppo mentre il suo figlioccio si improvvisava acrobata sugli alberi, o vicino alle cascate delle ville di campagna estive.
I misfatti erano accaduti entrambi a Diana's œil, rispettivamente a sette e nove anni.
A sette anni aveva sviluppato una passione per le arrampicate; torri, alberi, finestre, cornicioni o muri erano diventati il suo miglior svago.

Quando doveva scendere, pregato da un preoccupatissimo Sirius, si buttava in piedi, abituatissimo a cadere con grazia come se volasse, indugiando dei secondi in aria di troppo.
La mattina del 12 Giugno 1988, però, Padfoot era stato troppo impegnato ad urlare addosso a Kreacher - a proposito di un paio di cornici d'argento ossidate trovate nascoste, di stoviglie di ceramica, metalli vari e porcellana rovinati, di un vecchio, prezioso medaglione appartenuto a Regulus, di una poltrona dove era sicuramente morto qualcuno e dei pesanti, pregiati e rovinati copriletti ricamati con lo stemma dei Black che non aveva intenzione di buttar via - per accorgersi in tempo che aveva spaventato il bambino.

In modalità scimmia, appeso ad un alto ramo su una quercia, un Harry di sette anni - e mezzo, come gli piaceva precisare - mollò leggermente la presa per voltarsi di scatto verso i litiganti.
Chi ha mai detto che tra i due litiganti il terzo gode? Sicuramente non Harry Potter.

Fortunatamente, non sentì nulla, toccando il suolo ricoperto d'erba bagnata di rugiada.
Si era risvegliato verso mezzogiorno, nel suo morbidissimo letto a baldacchino privo di doghe. Esso era, ma anche tuttora, un grande materasso matrimoniale, non sia mai che Harry Potter dorma in un giaciglio scomodo sotto gli occhi di Sirius Black, con solamente una spalliera di betulla, abbellita ed imbottita con dei cuscini sottili ma grandi.

Il suo padrino si era incolpato per due settimane intere, finchè Harry non gli aveva quasi urlato addosso di smettere di fare il melodrammatico. O che se lo doveva fare, di farlo in silenzio, senza farsi scoprire da lui, visto che l'adulto sapeva perfettamente che il bambino si sarebbe opposto.

La scivolata nell'acqua era stata colpa di Kwalsie, ch'era tornata dalla sua caccia mattutina. Con sommo orrore del piccolo, aveva nel becco una biscia morta, che fece cadere davanti a lui. Cadde all'indietro per il balzo che fece, finendo in una mezza capriola all'indietro nel lato profondo. Sirius si era gettato per prenderlo, e dopo nemmeno venti secondi era stato portato dentro il bel cottege.

Era svenuto lì dentro, terrorizzato dalla sua impossibilità di sentire qualsiasi cosa. Da quel giorno in poi, il suo padrino si era assicurato che il suo gufo reale andasse a caccia solamente la notte, e che Harry fosse perfettamente in grado di nuotare.

L'ultima volta era stata a Grimmauld Place 12, a dieci anni. Kreacher aveva scoperto nel peggior modo che, quando Harry Potter si metteva in testa una cosa non c'era modo di impedirglielo, se non legandolo - cosa mai successa - da qualche parte.
Volendo prendere delle vecchie travi riposte nello scantinato nel sottoscala, per cercare di ricavarci qualcosa di divertente. Non gli era mai piaciuto quel posto, angusto, piccolo e claustrofobico; solamente passarci un paio di minuti gli mandava scariche d'angoscia. Non ne sapeva il motivo, ma era estremamente contento di non esserci mai rimasto chiuso dentro.

Fino al 30 Novembre 1990, almeno.
L'elfo domestico aveva serrato l'entrata senza sapere della presenza del bambino, impedendogli di uscire.
Quando Harry se n'era accorto, Kreacher era già lontano, e Sirius chissà dove.
Aveva strillato il nome del padrino finchè egli non lo raggiunse. La porticina spalancata era stata quasi una visione celestiale, per il piccolo che, dopo aver mormorato un ringraziamento al terrificato padrino, gli era crollato fra le braccia.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora