𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 27 || "𝖯𝗂𝗍𝗈𝗇 𝖺 𝖿𝗎𝗈𝖼𝗈? 𝖡𝖾𝗁..."

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Capitolo 27 || "Piton a fuoco? Beh..."

Sirius Black, la sera del 4 Novembre 1991, rilesse per l'ennesima volta e con foga il piccolo resoconto della partita Grifondoro contro Serpeverde. Era stato scritto velocemente, probabilmente dopo aver utilizzato la scusa del bagno per sfuggire momentaneamente ai festeggiamenti.
Era perfettamente consapevole dei festini nella Torre di Grifondoro, del cibo preso dagli elfi e delle bevande. Raramente passavano alcolici, visto che nessuno voleva finire nei guai con la McGranitt; avrebbe fiutato la puzza dell'alcool fin dal campo.

Solo il ricordo della sfuriata della Sprite ai Tassorosso, durante il suo primo anno, quando aveva beccato i suoi alunni a festeggiare una vittoria con del Wiskey Incendiario, aveva fatto passare la voglia a tutta Hogwarts di bere con il pericolo degli insegnanti.
Lui, innocente neo dodicenne, era lì di passaggio con James, Remus e Minus, festaggianti per la sconfitta di Serpeverde. Ma le urla non li aveva di certo risparmiati, quei primini Grifondoro, i cui timpani erano stati trafitti come da aghi incandescenti.
Pomona Sprite, solitamente calma e per il "perdonare e dimenticare", aveva punito la sua intera Casa per l'intero anno scolastico, impedendo a tutti gli alunni dal terzo anno in su di visitare Hogsmeade. I più giovani erano stati risparmiati, salvati solamente dalla loro età.

I Grifondoro del settimo e sesto anno, estasiati alla massima potenza, avevano già piazzato bottiglie, calici e bicchieri con varie bevande.
Dopo il resoconto dei quattro bambini, però, si erano affrettati a far sparire tutto, appena in tempo prima dell'ispezione di tutti i Capocasa in contemporanea.
Era saltato fuori che persino i Corvonero avevano delle bottiglie di Vodka babbana, presa solo Dio sapeva dove.
La Casa rosso-oro era uscita pulita dalla situazione assieme ai Serpeverde, che non avevano avuto assolutamente nulla da festeggiare.

I quattro Grifondoro ricevettero ringraziamenti dai loro compagni per un mese buono, viste le sorti di due Case su quattro.

I festini rimasero e nessun professore, nemmeno Albus Silente, riuscì a fermarli. Da quando era entrato nella squadra di Quidditch¹, al suo quarto anno, non aveva avuto un dopo partita tranquillo. Non che a lui fosse mai dispiaciuto, visto che viveva per il chiasso e per il disastro. Ma non avere nemmeno il tempo di bere della fottuta acqua sembrò eccessivo sia a Sirius ed a James, che era nella squadra dal secondo anno. Non l'aveva mai ascoltato, almeno su quel campo, ma poi dovette ammettere il suo sbaglio. Con due anni di ritardo, ma l'aveva fatto.

Gli unici momenti salvabili erano quelli al bagno, o rinchiusi in camera, anche se costantemente disturbati da dei «Ma quanto ci metti?», «Sbrigati!», «Ci stai mettendo troppo, veloce!» e la voglia di strangolare chiunque avesse proferito parola.

Una persona può farsi i fatti suoi per dieci minuti? No, qualcuno deve per forza ricordarti che sei in ritardo, o dovresti essere in un altro posto, come se tu non lo sapessi già².

Aveva provato a sufficienza il suo bellissimo regalo di compleanno ed era stato talmente preso da esso che aveva perso la cognizione del tempo. Da pomeriggio si era fatta improvvisamente sera, le nove per la precisione, e lui era felice, ma affamato.

Dopo un pasto abbastanza veloce, tuttavia ricco, era volato a prendere il suo specchio gemello. Ma nonostante avesse chiamato il suo bambino parecchie volte, lui non aveva risposto. Si era reso conto che Harry non teneva il suo specchio con sé quando era in giro, difatti ciò sarebbe potuto risultare strano. E poi era abbastanza sicuro che la McGranitt sospettasse ancora del piccolo Potter, così come Piton e Silente, ma lei era anche sicuramente a conoscenza degli specchi gemelli.

Se l'avesse visto in mano ad Harry sarebbe stata la fine.

Ma lui aveva probabilmente avuto quel sospetto fin dal primo giorno di scuola, se non prima.
Si era quindi rassegnato a vederlo non prima delle dieci e mezza di notte.
Visto che Harry era un bambino che si addormentava presto e per parlare col padrino aveva a disposizione solamente quell'orario, si stancava in fretta e crollava dopo almeno un'ora di conversazione.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now