𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 84 || "𝖧𝖺𝖽𝗋𝗂𝖺𝗇 𝖯𝗈𝗍𝗍𝖾𝗋?... 𝗌𝗂𝗌𝗌𝗂𝗀𝗇𝗈𝗋𝖾"

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Capitolo 84 || "Hadrian Potter?... sissignore"

~Premetto che sto riscrivendo questo perché ci sono stati dei malintesi. "Hadrian" è una copertura per non dare il vero nome al taxista ed apparire in pubblico. Nome di origine latina, associato a figure importanti come imperatori, sacerdoti o funzionari in epoca dell'Antica Roma.

Harry è letteralmente paranoico sul non farsi beccare, quindi opta per un nome falso. Si chiama Harry, mi dispiace di non essere stata chiara. Hermione lo prende in giro perché lo crede esagerato, ma non è il suo vero nome.

Spero vi piaccia il filone narrato dagli occhi multipli di Malocchio, Mary ed Emmeline, spero soprattutto del primo, uno dei miei personaggi controversi preferiti di sempre.
Alastor è stranamente legato a me, mi piace, piace tanto. Ed, al contempo, ne sono quasi spaventata.

~●•°●~

Harry salutò giovialmente i suoi - unici - amichevoli compagni e coetanei di Serpeverde, alcuni dei pochi che avrebbero creduto alla storia di lui Erede di Serpeverde soltanto quando Rüf fosse tornato in vita.
O una sua lezione si fosse trasformata in una assolutamente piena di vita e trasporto, interesse e coinvolgimento.

I genitori di loro non erano molto o particolarmente loquaci, ma furono gentili e cortesi, anche se provvisti di uno spettro di dovere.

I Greengrass si erano portati dietro la famosa Astoria, una bambolina di porcellana bella come la madre e la sorella.
Possedeva una carnagione sorprendentemente spettrale, praticamente come quella di Harry - e la sua era a livelli preoccupanti -, probabilmente dovuta alle poche uscite che ella faceva fuori casa.

Sembrava letteralmente un manichino di un negozio, sorridente, i corti boccoli del colore del cioccolato fondente arricciati come una perfetta principessina delle favole, il visino acqua e sapone, gli occhi chiari, cristallini e scintillanti ad impreziosire la sua figura.
Era in gonna, un vestito di un caldo - e scomodo alla prima visione - ocra con i toni del lilla nelle balze, nelle maniche e nel nastro legato in vita. La calzamaglia marroncina, richiamo alla sua chioma, era sicuramente di lana, che pizzicava come non mai ed i mocassini in smalto indaco chiaro dall'aria nuovissima.

In pratica, lo specchio della sorella Daphne, nello stesso completo che variava soltanto nei colori del blu e del grigio, lo chignon ordinatissimo legato con un foulard azzurro sul retro del capo.

Erano belle, le Greengrass, dovette ammettere Harry, davvero belle, e un giorno quelle due ragazzine sarebbero diventate delle donne meravigliose, ma al momento non era un suo riguardo.

Non poteva negare di trovare tutte le ragazze belle a modo loro, assolutamente, ma semplicemente aveva delle preferenze come ogni persona; ad esempio trovava piacevole lo spirito e l'allegria di Shirley, la dolcezza e grazia di Hannah, il rispetto e professionalità di Susan e l'intelligenza e la sincera verità di Hermione. Erano sue amiche, certamente, ma Sirius ci sarebbe rimasto malissimo a scoprirlo insofferente alle sue compagne, o semplicemente all'amore in generale. Al suo padrino sarebbe andato bene chiunque - anzi, forse non chiunque, tanto per cominciare quel Gilderoy Allock - a patto che fosse lui fosse felice e trattato bene.

E anche se, a parere suo, non c'erano persone di brutto aspetto ad Hogwarts - se non un paio di eccezioni, ma erano tutti gusti personali ed oggettivi -, lui non era minimamente attratto in senso sentimentale o oltre da, beh, nessuno.
Con Allock alle costole, l'Erede di Serpeverde dietro l'angolo e il forse mostro a cui non voleva nemmeno provare a pensare esistesse la più pallida ombra non aveva molto tempo per perdersi negli oceani in cui Sirius era sguazzato dalla sua età in poi.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now