𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 32 || "𝖨𝗇𝖿𝖺𝗆𝖾 𝗌𝗂𝗇𝗈 𝖺𝗅𝗅'𝗎𝗅𝗍𝗂𝗆𝗈"

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Capitolo 32 || "Infame sino all'ultimo"

«Certo che quel ragazzino deve davvero trovarsi un hobby...» contastò mestamente Sirius, la mano sul mento, pensieroso.
Harry rise lentamente, piegando con cura un mantello pesante.
Esso non gli sarebbe più servito, visto che ormai Maggio era alle porte e quindi quasi la fine della primavera. Gli esami, in quel momento, gli parevano lontani anni luce con la Pietra Filosofale in pericolo, Norberta e la possibile vittoria della Coppa di Quidditch e della Coppa delle Case.

«Speriamo che non corra a spifferare tutto a Silente, o peggio a Piton, oppure Hagrid può cominciare a fare i bagagli».
«Sirius!» ammonì Harry, girandosi di botto verso il suo specchio gemello, posizionato in un punto strategico «così è come se gli stessi augurando di venir buttato fuori!».
Padfoot non rispose, guardando da un'altra parte. Un dubbio orribile si insinuò nel petto del ragazzino.

«No... tu non speri che Hagrid venga buttato fuori, vero?» il suo tono minaccioso avrebbe potuto far ammutolire la McGranitt.
«Ma no! No no!» negò Sirius, le mani in avanti con l'espressione colpevole.
Harry passò allo stadio successivo, incrociando le braccia al petto con aria truce.

«Sirius...».
«Non c'è» improvvisamente, il suo padrino scomparve, probabilmente disilluso.
«Sirius!» esclamò con stizza sempre maggiore. Egli ricomparve, gli occhi grigi accesi di una luce annoiata.
«Dimmi la verità».
«Costringimi».

Harry ghignò, sbattendo le ciglia nella perfetta imitazione di una bambola dalle sembianze umane.
«Costringimi? Est-ce que vous me défiez¹?» disse piegando un cappotto nero.
«Uno...».
«Stai scherzando?».
«Due...».
«Harry...».

Gli occhi del bambino brillarono pericolosamente.
Non fece nemmeno in tempo a pronunciare la prima consonante che Sirius aveva già ammesso la sua ritirata.
«D'accordo... d'accordo! Non lo voglio certamente per strada, ma dopo la combinazione di te, che saresti stato gettato senza uno straccio di spiegazione da Giraffa e Tricheco Dursley, e la presenza di un fottuto drago, je suis désolé², ma non mi fido più di tanto».

A quello, Harry non trovò nulla con cui ribattere, rispondendo con un placido mugugno indecifrabile.
Si ripiegò a piegare gli indumenti autunnali ed invernali, mentre il suo padrino continuava a parlare.
«... sinceramente, nemmeno Silente gode della mia più completa fiducia, anzi, nemmeno di un quarto. Sono sicuro che vale lo stesso anche per te».
«In effetti...» concordò Harry, il lavoro finalmente completato «dopo che ha cercato di usare la Legilimanzia su di me, è come se mi fosse caduto un meteorite di consapevolezza addosso!».

Sirius sospirò, osservando il figlio chiudere di scatto il suo baule, completo per metà.
Conosceva perfettamente quella sensazione, provata per ben tre volte nella sua vita. Regulus, Peter e letteralmente tutto il Mondo Magico facevano una bella tripletta, dopotutto.
Almeno, si consolò, Harry non era legato al Preside come lo sarebbe stato con un amico, perciò quella sensazione era paragonabile ad un voto più basso del solito. Ma poteva perfettamente comprendere lo stato d'animo del bambino.

«E comunque» precisò, guardando il Grifondoro indossare il gilet dell'uniforme «non dovresti nemmeno andarci, a lezione, dopo quello che è successo ieri sera!».
«Oh Sirius» sospirò Harry, guardandosi allo specchio in cerca di un minimo particolare fuori posto «mi hanno solamente spinto dalle scale!».
La sua ironia, purtroppo, non raggiunse il suo padrino.

«Solamente? Flint e compagnia ti gettano giù da una rampa di scale, finendo scaraventato addosso a Mocciosus, che perlopiù ti avrebbe persino punito, se non fosse intervenuta la Sinistra!».
Harry nemmeno provò a fermarlo dal fare una scenata, degna della migliore mamma dotata di un attaccamento morboso ai figli.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now