𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 20 || "𝖲𝗍𝖺𝗂 𝗆𝖾𝗇𝗍𝖾𝗇𝖽𝗈!"

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Capitolo 20 || "Stai mentendo!"

La luce della televisione schiariva il grande salone dalle pareti scure, quelle ricoperte di costosissima carta da parati color avio¹.
Un bell'uomo sulla trentina stava continuando a cambiare canale con aria tremendamente annoiata, almeno finché non ne trovò uno definibile decente.
Sbuffò con forza, sicuramente non troppo estasiato di vedere leoni cacciare povere, indifese gazzelle.
"I leoni sono costantemente predatori, eh?".

Sirius Black era tranquillamente sdraiato sul divano di Grimmauld Place 12, intento a sorseggiare, con aria enormemente annoiata, da un bicchiere di cristallo un certo liquido rosso sangue.
Fece schioccar la lingua sul palato al sapore acido misto al dolciastro del vino rosso.
"Non tocco una qualsiasi cosa più forte del caffè da dieci anni, è completamente comprensibile che mi faccia quest'effetto".

Difatti non aveva nemmeno lontanamente sfiorato un solo liquore o alcolico dal 31 Ottobre 1981, per via della presenza del bambino che ormai da anni era come suo.
Non volendo pensare, persino per scherzo, di diventare un genitore alcolizzato e abusivo nei confronti di Harry, aveva finito per buttar via ogni singola bottiglia.
Per la solitudine, per la nostalgia aveva richiesto un singolo bicchiere da circa un'ora, prendendo sorsate talmente rapide - e talmente rare - da non diminuire il liquido quasi per nulla.

Quella lunga sorsata presa gli fece girare la testa per una decina di minuti, lasciandolo a respirare affannosamente per un bel po'.
«Pessima idea... davvero pessima idea...» tossicchiò, mettendosi a sedere «da sdraiato... da pazzi, perché ci ho solo persino pensato? Bah».

Bevve due bicchieri d'acqua di seguito, cercando di sciacquarsi la gola dal sapore ormai dimenticato. «Non fa più per me, no no».
Riconcentrò la sua attenzione su quell'aggeggio babbano. La scatola nera e grigia, che Harry chiamava... chiamava? "Tevelisione? Quella".
In quel momento al posto dei leoni erano arrivate le giraffe, che stavano mangiavano le foglie dagli alberi.
Sirius non aveva mai visto delle giraffe, tantomeno gazzelle o leoni, se non in dei libri. Erano da bambini, destinati ad Harry, ma lui li aveva letti comunque per accertarsi che non danneggiassero la mente del bimbo.
Remus aveva perfettamente concordato, setacciando parola per parola ogni libretto.

A distrarlo dall'interessante documentario sulle gazzelle e sulle giraffe - che non stava nemmeno guardando davvero - venne in 'soccorso' il suo elfo domestico, Kreacher.
«Padron Sirius» annunciò, facendo un inchino all'ultimo erede dei Black, la voce ancora palesemente sprezzante dopo anni «una lettera dal Padroncino Harry».
Il nome del ragazzo dagli occhi smeraldo venne pronunciato con graziosa allegria e molto, più rispetto che quello di Sirius.
Kreacher adorava Harry. Probabilmente più di quanto avesse adorato Regulus, ed era stato praticamente la balia di Reggie per anni ed anni.
Aveva avuto tenerezza di quel bimbo di nemmeno cinque anni dal primo giorno che lo vide, il piccolo che era sempre stato gentile e garbato.

Sirius saltò in piedi, afferrò la lettera e ringraziò in fretta l'elfo; dopo averlo guardato come se fosse pazzo si inchinò di nuovo, andando in cucina.
Esaminò la pergamena legata con il nastrino, fissata con la ceralacca perfettamente integra. Spezzò il sigillo, osservando l'ordinata ed obliqua calligrafia del figlioccio, per poi leggerla con un sorriso disegnato in faccia.

Storse il naso leggermente, alla lettura di "Tartufo", ma comprese al volo la necessità del bambino di mantenere segretezza.
I suoi occhi di mercurio passarono per filo e per segno ogni parola, per poi bloccarsi alla vista di un cognome.
Come potevano dei semplici cognomi causare un disturbo tale in un adulto - infantile o meno - che ha combattuto in guerra?
Ma era quel cognome.
Se avesse letto il nome di sua mad-di Walburga, in quella pergamena scritta di notte, portatrice di liete ed orribili nuove.

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now