𝖢𝖺𝗉𝗂𝗍𝗈𝗅𝗈 25 || "𝖯𝗈𝗍𝗋𝖾𝗂 𝖼𝖺𝗆𝖻𝗂𝖺𝗋𝖾 𝗂𝖽𝖾𝖺"

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Capitolo 25 || "Potrei cambiare idea"

Se Harry non fosse stato, almeno parzialmente, una sveglia umana avrebbe avuto vari, enormi problemi a spiegare il motivo del suo sonno su una poltrona. Ancora vestito in modo adatto per una corsa o per star comodi, si stiracchiò velocemente, le ossa ben intorpedite e guardò l'orario.
Le sei spaccate del mattino svattarono sull'oro bianco, brillando fiocamente nella calda Sala Comune. Ritrasfigurò le due pergamene rimaste nelle cartacce che erano state prima, battendo lentamente la sua bacchetta sul tavolo. La cera delle candele era quasi oramai finita, perfettamente bianca come l'aveva lasciata.

Rincuorato ed allegro, un po' euforico per via dell'avventura vissuta, uscì saltellante dal passaggio ben deciso a metter sotto i denti qualcosa di dolce. Non aveva minimamente voglia di mangiare salato, o salsicce o pancetta. Dei biscotti affogati nel tè sarebbero bastati, magari anche con del caffè.

Arrivato alla Sala Grande, aperta ma con solamente due chiacchierine ragazze Tassorosso all'interno. Ovviamente, quelle due erano Charlotte e Natasha Yaxley, i bei caschetti ancora colorati.
Entrambe lo individuarono dopo che fece appena quattro passi in avanti, scattando verso di lui a veloci falcate.
«HEY! 'RAY» esclamò a voce alta Charlie¹, battendogli una manata sulla spalla destra «sei più alto? Nath, mettiti vicino a lui... si! Sei cresciuto dal primo Settembre... ci supererai fra nemmeno due annetti, caro».
Zuccherosa, afferrò le mani del ragazzino e della sorella, trascinandoli al tavolo dei Tassi.

Non cambiava quasi assolutamente nulla da quello dei Tassorosso a quello dei Grifondoro, se non il colore della tovaglia.
Rimasero a parlottare per una decina di minuti, finché una preoccupata Nymphadora, dai lunghi capelli argentei sulla schiena e gli occhi azzurri saettanti, non comparve alle porte.
Individuò le amiche con le iridi dilatate dall'ansia, per poi riconoscere Harry.

Arrivò a passo di marcia verso di loro, prendendo il cuginetto per le guance. Assieme al suo sospiro di sollievo, gli occhi divennero di un caldo verde prato. «Il piccolo bastardo viziato, dal nome di Draco Malfoy, ha detto - non a me, non sia mai che si abbassi a parlarmi - che sei stato messo in punizione da Gazza!».
Harry rise nervosamente, la rabbia scoppiettante nel petto. "E dire che ero dispiaciuto per lui... bah".

I minuti volarono via, e nessuno riuscì a spiegarsi il motivo della presenza di Harry Potter. Non per il fatto che fosse seduto dai Tassi, dopotutto era amico di un bel paio di loro e a quella tavola, oltretutto, c'era sua cugina. Era solamente la sua presenza lì e non da qualche altra parte.
«Pensano che tu sia stato espulso! Sono girate speculazioni su speculazioni, tutte orchestrate da Malfoy, ovviamente, ed un adorabile gruppetto di Serpeverde del quinto e sesto anno» l'apostrofò Thobias, distruggendo con la forchetta un del pane tostato «ha raccontato della tua irruzione alla Sala Trofei e che Gazza ti ha scagliato nell'ufficio di Piton... o della McGranitt, dipende dalla versione».

Alla visione mentale di sé, preso per il colletto e sollevato di peso dal vecchio custode, per poi esser gettato su un Severus Piton in camicia da notte e cappello di stoffa, tremò un po' di terrore. «Impossibile, assolutamente tremendo» mormorò Harry, addentando uno scone² alla marmellata di fragole.
«L'angelo Giuda³ di Hogwarts!» Tonks gli prese uno dei suoi boccoli più lunghi⁴, attorcigliandoselo al dito «Che candido leoncino. Oppure un grifoncino?».
Il suddetto alzò gli occhi al cielo, divertito e per nulla irritato, abituato a piccoli soprannomi.

Dopo un po', Hermione, Lavanda, Padma e Calì arrivarono al tavolo di Tassorosso, i visi infantili curiosi e preoccupati.
«Ve lo rubiamo, se non vi dispiace» esordì Lavanda con stizza, afferrando l'amico per il braccio sinistro.
«Sì, abbiamo molto su cui discutere, insegnanti, regole, compiti» la seguì Hermione, prendendolo per l'altro braccio.
Le due non avevano la forza necessaria per sollevarlo di peso, ma tirarlo fuori dalla panca tutte e quattro, assolutamente sì.
Le occhiate delle gemelle lo convinsero a prendere una veloce decisione.
«Accetto, anche se non sono convinto fosse una richiesta» Harry fissò le amiche negli occhi, l'accenno di un sorriso in faccia «ci vediamo più tardi, mag-AH!».

𝐀𝐥𝐥 𝐭𝐡𝐚𝐭'𝐬 𝐥𝐞𝐟𝐭 || 𝐇𝐚𝐫𝐫𝐲 𝐏𝐨𝐭𝐭𝐞𝐫Where stories live. Discover now